A partire dal 17 Ottobre Villa Manin esporrà nel Corpo Gentilizio un imponente numero di opere appartenenti a Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) è uno degli artisti più significativi e rappresentativi del Novecento. Di indole taciturna e riservata, nella sua vita Miró ha portato avanti un lavoro di continuo rinnovamento espressivo, senza però mai tradire il suo stile e soprattutto la sua coerenza.
Il suo lavoro inconfondibile ha attraversato varie fasi profondamente connesse ai luoghi in cui ha operato (Barcellona, Parigi e la campagna catalana) e ai contesti artistici con cui è venuto in contatto, in primis il dadaismo e il surrealismo.
La mostra riunisce un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato ad uno specifico momento del suo lavoro; una fase artistica estremamente fertile e poco conosciuta, racchiusa fra i primi anni cinquanta e la sua scomparsa. Nonostante l’età avanzata è in questi anni nel pieno della sua forza, immaginazione e vitalità, che realizza gran parte della sua produzione artistica. Un lungo intervallo caratterizzato da profondi mutamenti espressivi, con cui la sua opera diventa più libera, forte ed aggressiva. I “suoi colori” e le “sue figure”, lasciano progressivamente spazio al nero e a segni che ricordano primitive scritture. Come egli stesso dichiarerà:
Più invecchio, più forte è la tensione. Questo inquieta mia moglie. Più invecchio, più divento folle o aggressivo. Cattivo se vuole!
— Joan Miró i Ferrà
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