Morita Go, l’idol giapponese ospite del Far East Film Festival

Morita Go, l’idol giapponese ospite del Far East Film Festival

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Ospite del Far East Film Festival ’idol giapponese Morita Go, classe 1979, che lunedì sera, accompagnato dal regista Yoshida Keisuke, ha presentato in prima mondiale il thriller Hime-Anole.  Morita nell’accezione più contemporanea, sia sullo schermo sia sul fronte musicale (è un membro storico della band V6, autentico fenomeno in patria), amatissimo anche in Italia, ha già scatenato l’attesa delle ammiratrici (cronaca di un delirio annunciato, com’era successo nel 2013 con Kamenashi Kazuya).

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Trama del film HIME ANOLE a cura di Mark Schilling

L’universo morale della maggior parte dei film e semplice: i buoni prevalgono, i cattivi sono puniti – e siamo raramente in dubbio su chi e chi.

Ma cosa succede se i cattivi ispirano empatia, anche quelli che commettono crimini orribili? E immaginabile tutto questo, in un’industria che preferisce il bianco e nero al grigio? Yoshida Keisuke risponde “si” senza nessuna esitazione con Hime-Anole (Himeanoru).

Questo e certamente un fatto inconsueto a Hollywood, dove i personaggi che passano al lato oscuro sono considerati responsabili della propria scelta; ma Yoshida, che ha scritto la sceneggiatura basata sul manga omonimo di Furuya Minoru, si chiede se si possa parlare di “scelta” quando il forte schiaccia il debole – e il debole da di matto con follia omicida.

Il film tuttavia inizia come un’intelligente commedia osservativa incentrata su due sfigati ai margini della società. Uno e Okada (Hamada Gaku), un tipo insignificante addetto alle pulizie nell’edilizia. L’altro e il suo collega grassottello e spettinato Ando (Muro Tsuyoshi), che parla meccanicamente ma con sincerità.
Un giorno racconta a Okada di essersi innamorato della cameriera carina di un bar li vicino, ma che non ha ancora osato rivolgerle la parola.
Quando Okada va con Ando a darle un’occhiata, gli dice subito che e troppo giovane e bella per lui. Ando, pero, non si lascia scoraggiare e, con l’aiuto del riluttante Okada, non solo riesce a fare la conoscenza di Yuka (Satsukawa Aimi), ma combina anche un appuntamento a quattro con lei e un’amica dalla lingua tagliente, Ai, che inquadra immediatamente Okada e Ando come due perdenti.
Fin qui tutto bene, e grazie alla regia vivace la storia si dipana, scena dopo scena, in una combinazione vincente tra il morbido e il mordente. Diventa ben presto chiaro pero che Hime-Anole e qualcosa in più dell’ennesima sitcom sui lavativi.
Ando va in paranoia circa la presenza di un biondo e misterioso cliente fisso del bar, e dice a Okada che è uno stalker. Okada, tuttavia, riconosce in lui Morita (Morita Go), un ex compagno di liceo, e su sollecitazione di Ando gli chiede timidamente informazioni su Yuka.
E a questo punto che il film vira in modo deciso, ma ben preparato, dalla commedia leggera al thriller. Morita (interpretato da un membro del gruppo pop V-6, l’emaciato e spaventosamente intenso Morita Go) si rivela ben piu di un semplice contendente per l’affetto di Yuka: e un serial killer che, quando viene alla luce il suo passato criminale, diventa pericolosamente squilibrato.
E Okada, che una volta era il suo unico amico, era stato testimone del bullismo spietato che lo ha spinto oltre ogni limite. Nelle scene di apertura del film, ben poco faceva presagire un tale colpo di scena, che colpisce tanto piu in quanto e del tutto inaspettato.
E, come si vede poi, non e una svolta arbitraria; si sviluppa organicamente dal tema centrale del film: gli esseri umani possono dare amore e odio, fare il bene e il male – e passare dall’uno all’altro puà essere un destino piu che una scelta.
Questo non significa che Morita vada semplicemente compatito: i suoi crimini sono spaventosi, e il film si merita in pieno il divieto ai minori di 15 anni con cui e stato etichettato in Giappone.
Tuttavia, nel suo personaggio emerge anche un altro lato, piu umano, che rende il trattamento disumano ricevuto dai compagni di classe di un tempo ancora piu imperdonabile: schiacciando un debole, hanno creato un mostro.
E il peccato di Okada? Il silenzio, in nome della sopravvivenza. Ma, come dimostra il sempre eccellente Hamada Gaku nella sua interpretazione tenera e divertente, egli non e completamente spregevole.
Anzi, trova l’amore e persino un pizzico di coraggio e di compassione. Non e certo un santo – ma, per la maggior parte di noi, va bene cosi.