Banca Popolare di Vicenza respinta dalla borsa, crack a Piazza Affari

Banca Popolare di Vicenza respinta dalla borsa, crack a Piazza Affari

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Borsa italiana non approva la quotazione della Popolare di Vicenza in quanto  “non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato”. La decisione di Borsa Italiana è stata assunta in seguito all’esame dei risultati dell’offerta. In particolare, la Popolare di Vicenza avrebbe avuto un unico soggetto, Atlante, in possesso del 91,72% del capitale sociale; 10 investitori istituzionali col 5,07%, di cui il 4,97% verrebbe detenuto da un unico investitore, Mediobanca, indicato come non computabile ai fini del flottante e il residuo 0,1% dai restanti 9 investitori. Il pubblico indistinto avrebbe detenuto lo 0,36% e gli azionisti preesistenti verrebbero a detenere il 2,86% del capitale sociale post offerta globale.

Per effetto del ‘no’ di Borsa Italiana, l’offerta decade, Atlante si accollerà l’intero importo dell’operazione, ovvero 1,5 miliardi di euro, diventando azionista di controllo. Mentre agli attuali azionisti andrà circa lo 0,67% del capitale.

I dubbi sulla possibile quotazione della banca dopo l’intervento di Atlante a copertura dell’aumento di capitale ed il ridotto flottante, pari a circa l’8% a fronte della soglia minima del 25% prevista dal regolamento, pesano sull’intero comparto in Piazza Affari. In Piazza Affari giornata nera per le banche. Gli istituti di credito sono stati in perdita fin dall’apertura degli scambi e hanno poi subito il contraccolpo del ‘no’ di Borsa italiana alla quotazione della Popolare di Vicenza. Subito dopo lo stop all’Ipo della banca veneta, sono state sospese in asta di volatilità Mps, Unicredit e Bpm. Per tutta la giornata, maglia nera è stato il Banco Popolare, che ha concluso a -7,3%, seguito da Bpm (-6%), Mps (-5,5%), Carige (-5,3%), Ubi (-4,9%) e Unicredit (-3,6%). L’indice Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,97%.

Quaestio Sgr conferma che il fondo Atlante sottoscriverà l’intero aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza per un controvalore complessivo di 1,5 miliardi di euro, venendo a detenere una partecipazione del 99,33%. Il Fondo ‘Atlante’, si legge in una nota, “intende sostenere la ristrutturazione, il rilancio e la valorizzazione della Banca, avendo come obiettivo prioritario l’interesse dei propri investitori”.

L’a.d Ghizzoni, l’importante è che sia stata messa in sicurezza – La Popolare di Vicenza ”è in sicurezza e l’importante è questo”. Così l’a.d di Unicredit, Federico Ghizzoni che, alla domanda se sia meglio che l’istituto non vada in borsa replica: ”credo che sia abbastanza indifferente, l’importante è che la banca abbia capitale a sufficienza per poter lavorare tranquillamente e questo obiettivo è stato raggiunto”.