Le sigle sindacali della Polizia di Stato maggiormente rappresentative della Provincia di Udine hanno deciso di non prendere parte alla Festa della Polizia che si svolgerà lunedì 10 aprile in questo capoluogo.
C’è poco da festeggiare, per i Poliziotti. Di fronte ad un Governo che, per colpevole inerzia, riduce drasticamente le risorse economiche e umane, di fronte alla chiusura di uffici territoriali strategici, come il
Distaccamento di Polizia Stradale di Tolmezzo, di fronte allo svilimento delle funzioni di contrasto alla criminalità, di fronte ad un riordino delle carriere “truffa” attualmente in discussione, di fronte alle umiliazioni che ogni giorno i poliziotti devono subire, non possono presentarsi in piazza con il sorriso stampato sulle labbra, vestiti a festa, con le auto nuove e luccicanti, a raccontare bugie alla popolazione.
Le parole di circostanza, le statistiche e i risultati conseguiti che verranno divulgati durante la ricorrenza, sono meri meccanismi di propaganda e pubblicità, che hanno il solo scopo di dare una visione edulcorata e
distorta della realtà e prestigio personale a qualcuno.
La triste realtà è che ogni giorni i poliziotti si scontrano con situazioni di precarietà dei mezzi a disposizione, carenze di organico, modifiche di orario per sopperire alle quotidiane emergenze operative, impoverimento degli uffici di supporto, che vengono sguarniti di personale e risorse finanziarie, disorganizzazione di gestione; oltre a ciò, patiscono disparità di trattamento operate da dirigenze che dimenticano sempre più spesso che sono chiamate a gestire risorse umane, anziché burattini e pedine.
In questa provincia il personale in divisa ha un’età media di 53 anni. Gli scarsi trasferimenti di forze “giovani” attuati l’anno scorso, hanno tamponato per meno del 10% le fuoriuscite per pensionamenti degli ultimi quattro anni.
Il lavoro è stato ridistribuito tra il personale rimasto ancora in servizio. I servizi esterni aumentano. La gestione del personale denota mancanza di attenzione alla reale risoluzione dei problemi e al rispetto dei
contratti di lavoro, il cui rinnovo di quello nazionale è peraltro disatteso da molti anni.
Il personale di polizia, ma anche quello civile in servizio presso gli uffici di polizia, viene continuamente umiliato e demotivato.
Anche al cittadino non vengono corrisposti doverosi servizi: il rilascio dei passaporti é contingentato, il controllo della Polizia Stradale sulla viabilità ordinarie è pressoché nullo, i posti di Polizia Ferroviaria sono sotto
organico e spesso chiusi, gli uffici immigrazione e le frontiere sono chiamate ogni giorno a fronteggiare l’emergenza clandestini, anche se ormai sembra che questa sia la normalità. Anche la Polizia Postale di Udine, fiore all’occhiello per il contrasto dei cyber-reati e l’odiosa pedo-pornografia, è scampata per un soffio alla chiusura, ma verrà oberata da incombenze in quanto, sempre mantenendo lo stesso organico, dovrà sopperire all’esigenza di garantire anche l’operatività delle Sezioni di Pordenone e Gorizia, chiuse di botto, con un tratto di penna, come la Stradale di Tolmezzo.
Che c’è da festeggiare? Chi di dovere decida cosa fare, razionalizzando seriamente le forze in campo, aggregando i diversi corpi di Polizia che svolgono le medesime funzioni, al fine di restituire al cittadino il diritto alla sicurezza e di un vero controllo del territorio e agli uomini e alle donne in divisa la possibilità di poter svolgere fattivamente e con la necessaria serenità, l’importante funzione sociale cui da sempre sono chiamati. Il resto sono solo chiacchiere.