La 11^ edizione delle Giornate FAI di Autunno torna all’inizio dell’autunno. Il weekend del 15-16 ottobre 2022 la Delegazione di Udine aprirà tre luoghi solitamente chiusi al pubblico. Come di consueto per l’appuntamento autunnale, verranno aperti tre siti della provincia di Udine in due comuni poco distanti dal centro città: Faedis e Manzano. Come di consueto infatti, la Delegazione di Udine si sposta al di fuori del centro cittadino per far conoscere ai visitatori piccoli angoli della nostra regione che spesso rimangono poco evidenti ma che meritano un posto di tutto rilievo tra le bellezze del nostro Paese.
Ecco dunque la scelta di approdare in comune di Faedis, roccaforte dello slow tourism, che offrirà l’opportunità di visitare la scalinata e la Chiesa di San Rocco e un itinerario molto suggestivo tra il vigneto centenario, la Chiesa e il roccolo di Colle Villano dove affondano le radici vitivinicole di questo territorio.
In Comune di Manzano, invece, si apriranno le porte della Acetaia Midolini, delizia per occhi, naso e palato, che ci delizierà attraverso la narrazione delle origini dell’edificio e della tradizione e dell’innovazione legati alla produzione del balsamico esportato in tutto il mondo.
In loco, presso i banchetti posti all’ingresso di ogni bene, sarà possibile iscriversi al FAI.
Veniamo dunque alle aperture:
SCALINATA E CHIESA DI SAN ROCCO – FAEDIS
Il territorio del comune di Faedis si sviluppa a ridosso dei colli orientali del Friuli ed è attraversato per tutta la sua estensione dal torrente Grivò. A nord si erge il Monte Joanaz che domina tutta la vallata e rappresenta – assieme alle malghe di Porzus, alle frazioni di Clap e Canebola – luogo di passata resistenza partigiana e limite morfologico di una terra di confine. Numerose frazioni e borghi rurali sono nati e sviluppati sulle pendici di questi monti; tali agglomerati sono collegati tra loro da strade e sentieri.
Originariamente dedicata a San Giorgio, la chiesa fu costruita probabilmente nel periodo in cui vennero eretti i due castelli. L’attuale costruzione sostituì quella originaria verso la metà del Trecento, come si evince da un testamento di Adalpretto di Cuccagna del 16 aprile 1319. Il 26 aprile 1366 la chiesa fu consacrata dal vescovo di Segna. Nel XVI secolo divenne la sede della confraternita di San Rocco. In questo periodo vennero commissionati anche l’altare e il trittico raffigurante al centro San Rocco e ai lati San Giorgio e San Sebastiano, forse opera di Giacomo Secante (1543-1585) o di Secante Secanti (1571-1636). Nel 1735 la chiesetta porta ancora la dedicazione a San Giorgio ma è presente un altare dedicato a San Rocco. Nel 1873 la chiesa versa in cattive condizioni, ma viene citata come San Rocco.
Si tratta di una chiesa ad aula rettangolare, di ridotte dimensioni, in ambiente collinare, orientata, su sedime a quota di campagna. Ha il presbiterio senza soluzione di continuità con l’aula e un corpo rettangolare di volumetria inferiore retrostante aggiunto in asse che all’interno comunica con due ingressi che hanno perforato la parete di fondo. Il tetto è a due falde con sporti lungo le facciate laterali; il prospetto principale ha la facciata piana con monofora campanaria sull’apice; il portale ha gli infissi lapidei affiancato da due finestre a infissi lapidei strombati. L’interno dal tetto ha capriate a vista e tavelline bicrome; le pareti piane e il presbiterio sopraelevato di un gradino, prospettante con arcosanto dalla cornice a tutto sesto su pilastri murari. L’interno quadrangolare dal soffitto a capriate a vista, pareti piane con ampi lacerti di affreschi. Nella parete di fondo troviamo due ingressi a sezione rettangolare che immettono nel vano della sacrestia e a destra del dipinto con il Crocifisso rimane una sola monofora strombata; nel lato destro troviamo una finestra. Di rilievo la pavimentazione omogenea e unitaria in piastrelle di cotto marrone disposte a losanga.
Il visitatore avrà modo di salire lungo la scalinata in pietra che dalla strada principale conduce al colle in cui sorge la chiesetta. L’eccezionalità del luogo rende questa apertura unica nel suo genere in quanto dal sedime dell’edificio è possibile ammirare nella sua interezza il territorio circostante e conoscere un angolo di Friuli Venezia Giulia difficilmente raggiungibile se non accompagnati da persone esperte.
La chiesetta è raggiungibile, esclusivamente accompagnati dai Ciceroni, attraverso una suggestiva passeggiata dalla Piazza Principale di Faedis, in cui sarà possibile trovare il PUNTO FAI dedicato all’accoglienza. Dal punto FAI i visitatori verranno accompagnati alla scalinata che parte dalla SR 365 e porta direttamente al sito della Chiesetta. Il dislivello è di circa 90 metri. Per partecipare all’escursione è obbligatorio che i visitatori siano muniti di scarpe da trekking e abbigliamento adeguato ad affrontare il dislivello.
Si prega i gentili visitatori di avere a disposizione una mascherina ad uso personale da utilizzare per l’accesso in chiesa.
la Delegazione FAI di Udine accoglierà tutti i visitatori come segue:
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
PRESSO IL PUNTO FAI IN PIAZZA I MAGGIO
Sabato e domenica: dalle 10:30 alle 13:15 (ultimo ingresso alle 12.30)
dalle 14:00 alle 16:45 (ultimo ingresso alle 16:00).
Durata della visita: circa 45 minuti
Turni di visita composti da massimo 20 persone. Partenze esclusivamente dal PUNTO FAI di piazza I maggio ogni 60 minuti.
Per accedere all’area è richiesto l’utilizzo di scarpe comode e chiuse (preferibilmente con suola spessa, tipo trekking). Non sarà consentito l’accesso all’area in caso di requisiti non soddisfatti.
Si prega i gentili visitatori di avere a disposizione una mascherina ad uso personale da utilizzare per l’accesso in chiesa.
Prenotazione consigliata sul sito ww.giornatefai.it fino al giorno antecedente la visita.
Le visite NON saranno effettuate in caso di maltempo.
Contributo libero a favore del FAI a partire da 3 euro per gli iscritti e di 5 euro per i non iscritti
Possibilità di iscriversi al FAI in loco.
IL VIGNETO STORICO, LA CHIESETTA DI SANTA MARIA E IL ROCCOLO DI COLLEVILLANO – FAEDIS
Colvillano si trova nel Comune di Faedis, collocato a ridosso delle Prealpi Giulie; la maggior parte del suo territorio comunale è coperto da verdi colline e montagne. Castelli, ville storiche, chiesette medievali, cascate nascoste nei boschi e vigneti secolari sono i “tesori” di un piccolo territorio ricco di attrattive.
Lungo la strada per Cividale del Friuli su un colle vicino al torrente Grivò sorge la chiesetta di Santa Maria di Collevillano (Curvilan in friulano). Il luogo è ameno, solcato da lunghi e ininterrotti filari di viti, ed è abbellito da un roccolo nel pianoro sottostante l’edificio di culto e, ancora più sotto, da un piccolo borgo. La chiesa è documentata all’inizio del Trecento ma sorge su preesistenze probabilmente anche romane. Nel secolo scorso in tutta l’area, sia attorno all’edificio sia ai piedi del colle, sono stati rinvenuti fondamenta di edifici e una notevole quantità di tegole e coppi correlati alla presenza di una fornace romana. Lo stesso toponimo Colle della Villa lascerebbe intendere un’origine da un insediamento di tale periodo.
Secondo la tradizione locale la costruzione della chiesetta campestre di Santa Maria risalirebbe al X secolo, ma i primi documenti che testimoniano la sua esistenza sono dei primi anni del ‘300. L’attuale costruzione pare sia opera della Confraternita di Santa Maria, fondata nel 1595, cui la chiesa era stata affidata. Nel corso di questi ultimi cinquant’anni la chiesa è stata vittima di numerosi furti, l’arredamento interno è stato quasi del tutto trafugato, ma fortunatamente sono rimasti gli affreschi con figura di “Profeti” attribuiti a Gaspare Negro (1530).
La visita a Colvillano permetterà al visitatore di immergersi in un luogo in cui lo spazio e il tempo si fermano per offrire una veduta unica del paesaggio della Valle del Grivò. Grazie agli Apprendisti Ciceroni sarà possibile andare alla scoperta della chiesa di Santa Maria, affacciata sulla vallata, e del roccolo, elemento naturale “architettonico” che si erge dietro all’abside della chiesa alla sommità del colle. Il roccolo è una vera e propria opera architettonica che richiede cura attenta: la tecnica venatoria veniva esercitata nei mesi autunnali, da metà settembre ai primi di novembre, ma sin dalla primavera cominciava la cura del tondo. Il risultato è un impianto dalle elevate qualità estetiche e decorative che caratterizza il paesaggio della collina del Colvillano ancora oggi perfettamente conservato. A completamento della visita, il vigneto “storico” rappresenta uno spaccato della viticoltura friulana di quasi 130 anni fa’. Il vigneto, e’ sempre stato di proprieta‘ della famiglia Zani, che nel 1896 lo mise a dimora grazie all’opera dei fratelli Eugenio e Cesare, che piantarono le viti che tutt’ora sono in produzione. E’ un vigneto di pianura, posizionato su un substrato alluvionale. Le trincee (fossai) per la messa a dimora delle viti sono state scavate a mano. Le piante, allevate con il sistema a capovolto, risultano poste singolarmente lungo i filari; la struttura di sostegno e’ formata da pali di robinia e castagno, posti ad una distanza media di quattro metri, e da quattro fili metallici.
Nel vigneto storico le viti si allungano sul filare in multiformi contorsioni del fusto. Questo perche’ in passato la vite veniva rispettata, seguita nel suo crescere per cui piuttosto che tagliarla il viticoltore la piegava, la torceva, la riportava a terra in modo da non offenderla con tagli importanti.
Il vigneto di “Cuelvilan” e’ una testimonianza importante che ci aiuta a capire come lavorava il vecchio viticoltore, come svolgeva le pratiche di campagna interamente a mano, con grossi sacrifici per rispettare la pianta e per rispettare il territorio; ci fa capire la cultura, la storia, l’energia che richiedeva la nostra viticoltura del passato. E’ una ricchezza unica sul territorio regionale come vigneto storico per la sua eta’, per la sua composizione genetica, per la sua forma e per la sua gestione.
Al termine dell’escursione i visitatori avranno modo di degustare i prodotti locali tra cui il famoso Refosco di Faedis a cura della Associazione volontaria tra i viticoltori di Refosco di Faedis.
Si ricorda i gentili visitatori di portare una mascherina personale per l’accesso agli interni della Chiesetta.
La Delegazione FAI di Udine accoglierà tutti i visitatori come segue:
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
PRESSO IL PUNTO FAI ALLESTITO PRESSO IL PARCHEGGIO DELLA PALESTRA DI VIA POLISPORTIVO
Sabato e domenica: dalle 10:30 alle 14:00 (ultimo ingresso alle 12.30)
dalle 14:00 alle 16:30 (ultimo ingresso alle 15:00).
Durata della visita: circa 90 minuti.
Turni di visita composti da massimo 30 persone. Partenze esclusivamente dal parcheggio della palestra di Via Polisportivo ogni 60 minuti.
Per accedere all’area è richiesto l’utilizzo di scarpe comode e chiuse (preferibilmente con suola spessa, tipo trekking). Non sarà consentito l’accesso all’area in caso di requisiti non soddisfatti.
Prenotazione consigliata sul sito ww.giornatefai.it fino al giorno antecedente la visita.
Si ricorda i gentili visitatori di portare una mascherina personale per l’accesso agli interni della Chiesetta.
Le visite NON saranno effettuate in caso di maltempo.
Contributo libero a favore del FAI a partire da 5 euro per gli iscritti e di 10 euro per i non iscritti.
Possibilità di iscriversi al FAI in loco.
ACETAIA MIDOLINI-MANZANO
Immersa nel cuore dei Colli Orientali del Friuli l’Acetaia Midolini porta con sé la storia del suo passato, quando gli agricoltori del luogo la utilizzavano come granaio. L’ambito territoriale Friuli Colli Orientali, è stato definito nel 1970 con l’approvazione del disciplinare di produzione dell’allora D.O.C. Colli Orientali del Friuli. Comprende l’intera formazione collinare della porzione orientale della provincia di Udine che, partendo da nord, interessa i territori dei comuni di Tarcento, Nimis, Povoletto, Attimis, Faedis, Torreano, la parte est di Cividale, San Pietro al Natisone, Prepotto. Quindi prosegue (direzione sud-ovest) verso Premariacco, Buttrio, Manzano, S. Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo.
L’Acetaia Midolini sorge in un casolare che gli agricoltori del luogo utilizzavano come granaio. Negli anni 50 è stata restaurata mantenendo l’antico fascino del grande tetto a capriate, che ben si adatta alla nuova destinazione aziendale, e all’unione tra sperimentazione e tradizione. La storia dell’edificio si intreccia con l’entusiasmo di una famiglia di imprenditori che coniuga l’amore per la propria terra alla tradizione enologica locale. L’Acetaia Midolini è l’acetaia più grande al mondo immersa in un’atmosfera sospesa tra le tradizioni del passato e la modernità. L’azienda Midolini nasce nel 1958 e da subito il fondatore Lino Midolini riconosce gli effetti benefici dell’aceto balsamico dalle ricerche storiche sugli antichi romani di Aquileia. A partire dal 1960, le prime botti di legno donate dagli amici e produttori di grappe e birre, sperimentano la prima produzione di aceto balsamico in Friuli. Negli anni a seguire inizia la prima cottura dei mosti d’uva autoctoni e sul finire degli anni ’60 Il più famoso maestro ramaio europeo, Renzi, fornisce all’azienda Midolini le prime batterie realizzate con legni pregiati. Viene scoperto il valore dei legni locali per l’invecchiamento e l’affinamento dell’aceto balsamico. Nel 1998 l’Acetaia Midolini entra nel Guinness dei primati come la più grande acetaia balsamica del mondo. La storia dell’azienda continua oggi con aspetti sempre diversi e sorprendenti.
Durante l’apertura delle Giornate FAI d’Autunno scopriremo l’edificio che racchiude il lavoro attento e appassionato dell’azienda e le modalità di lavorazione dei prodotti proposti. Al termine della visita, una degustazione dei balsamici prodotti in acetaia accompagnati da prodotti locali elaborati dallo chef Kevin Gaddi.
Si ricorda i gentili visitatori di portare una mascherina personale per l’accesso agli interni della struttura.
La Delegazione FAI di Udine accoglierà tutti i visitatori come segue:
ORARI E INDICAZIONI DI VISITA
PRESSO IL PUNTO FAI ALLESTITO PRESSO L’ACETAIA MIDOLINI
Via delle fornaci 1, Manzano
Sabato e domenica: dalle 10:30 alle 13:00 (ultimo ingresso alle 12.30)
dalle 14:00 alle 17:30 (ultimo ingresso alle 17:00).
Durata della visita: circa 30 minuti.
Turni di visita composti da massimo 30 persone. Partenze ogni 30 minuti.
Per accedere all’area è richiesto l’utilizzo di scarpe comode.
Prenotazione consigliata sul sito ww.giornatefai.it fino al giorno antecedente la visita.
Si ricorda i gentili visitatori di portare una mascherina personale per l’accesso agli interni della struttura.
Le visite saranno effettuate in caso di maltempo.
Contributo libero a favore del FAI a partire da 5 euro per gli iscritti e di 10 euro per i non iscritti.
Possibilità di iscriversi al FAI in loco.
Crediti fotografici per la Delegazione FAI di Udine: CFF-Circolo Fotografico Friulano