L’ANPI provinciale prende atto con favore delle dichiarazioni rilasciate da esponenti politici del centro-destra e dell’UDC che prendono le distanze dall’improvvida iniziativa di alcuni sindaci del Popolo delle Libertà (una parte dei quali provenienti dalle file del Movimento Sociale) che hanno proposto di organizzare una contro-celebrazione del 25 aprile a Cividale.
Il 25 aprile è sempre stato celebrato solennemente a Udine perché la città è stata decorata con la medaglia d’oro per la Resistenza in rappresentanza di tutto il Friuli.
Tutte le amministrazioni comunali udinesi che si sono succedute, di ogni colore politico, hanno profuso il massimo impegno per la riuscita di questa manifestazione garantendone l’unitarietà e dunque designando oratori di vari orientamenti culturali e politici purché, naturalmente, nell’ambito delle ispirazioni ideali e dei valori costituzionali condivisi.
Questo è avvenuto anche negli ultimi anni in cui puntualmente, ad esempio, sono stati inseriti nel programma interventi di esponenti dell’Associazione Partigiani Osoppo.
In tutti questi decenni spesso ci sono stati commenti, anche critici, ad uno od all’altro intervento da una parte o dall’altra dei partecipanti: tutto ciò è naturale e fisiologico in una società pluralista ed in particolare nelle celebrazioni di una data come il 25 aprile.
Tutto questo non ha però mai messo in discussione il valore ed il significato della grande e tradizionale manifestazione udinese.
Quindi non sono certamente gli interventi del sindaco Honsell (a nostro parere spesso criticato pregiudizialmente ed a sproposito) che possono giustificare l’appello ad una contromanifestazione di serie B, politicamente segnata, da tenersi a Cividale.
Piuttosto riemergono le ambiguità che parti significative del centro-destra hanno dimostrato verso il patrimonio politico ed ideale della Lotta di Liberazione.
Non possiamo dimenticare, ad esempio, che, pronta per la discussione nell’aula della Camera, esiste una proposta di legge del Popolo delle Libertà (approvata in Commissione con il parere positivo del già Ministro della Difesa La Russa a nome dell’allora Governo) che prevede l’equiparazione giuridica ed per eventuali finanziamenti delle associazioni che si richiamano alla Resistenza e di quelle che organizzano gli ex-combattenti della Repubblica di Salò.
Sempre per iniziativa di deputati dello stesso gruppo è stata presentata una proposta di legge costituzionale per abrogare la XII° norma finale della Costituzione, quella che prevede il divieto della ricostituzione del partito fascista (in evidente contraddizione con gli impegni esplicitamente assunti dal nostro Paese con il trattato di pace).
Né possiamo dimenticare i tanti insulti rivolti al frutto principale della Resistenza , la Costituzione repubblicana, descritta di volta in volta come arcaica, “bolscevica” o prodotto delle forze catto-comuniste, ed i numerosi e ripetuti tentativi di stravolgerla.
L’offesa alla Resistenza che si concretizzerebbe con l’organizzazione di una contromanifestazione di parte non sarebbe certo decisa per rendere più unitaria e corale la celebrazione del 25 aprile, ma al contrario sarebbe l’espressione di una volontà di divisione e di polemica con il protagonismo di personalità e forze che non hanno ancora consapevolmente accettato il patrimonio democratico della Repubblica italiana, le sue radici storiche e politiche, l’attualità dei valori che da quella esperienza ci sono tramandati.
L’ANPI fa appello a tutte le forze politiche democratiche, di sinistra, di centro e di destra, perché ancora una volta il prossimo 25 aprile si uniscano nel riconoscimento e nella celebrazione della Resistenza.
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