Venzone, 5 nov – “Questa è una giornata importante per la
comunità di Venzone e per il Friuli che venne colpito
quarant’anni fa dal terremoto. Queste state sono l’emblema del
completamento della ricostruzione e sono un esempio per le
popolazioni del Centro Italia”.
Lo ha affermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani,
oggi nel duomo di Venzone, in occasione della cerimonia
organizzata per il completamento del restauro, effettuato con il
sostegno dell’Amministrazione regionale, delle statue dei dodici
Apostoli che si trovavano a coronamento del tetto del Duomo di
Sant’Andrea, completamente distrutto dalle scosse del terremoto
del 1976 e ricostruito per “anastilosi” tra il 1988 e il 1995,
riutilizzando le pietre originarie.
“E’ un segnale importante – ha detto la presidente riferendosi a
quest’ultimo tassello della rinascita del borgo medioevale
friulano – che è simbolicamente rilevante anche per le
popolazioni dell’Italia centrale duramente colpite dai terremoti
degli ultimi mesi. Il duomo di Venzone è un modello della
possibilità di ricostruire dov’era e com’era, addirittura con le
stesse pietre”.
“Credo che questo sia davvero – ha aggiunto Serracchiani – un
aiuto prezioso, naturalmente in termini simbolici, un
incoraggiamento che possiamo dare a quelle persone”.
Le dodici statue restaurate, che sono ora visibili all’interno
del Duomo, saranno collocate nel contiguo lapidario, per
preservarle dalle intemperie. Di esse nei prossimi mesi saranno
realizzate delle copie, destinate a prendere il posto, sul tetto,
delle originali.
In questo modo sarà finalmente restituito l’aspetto originario al
Duomo di Sant’Andrea apostolo, che fu consacrato dal Patriarca
Bertrando di Aquileia il 2 agosto del 1338 (un anno prima del
Duomo di Gemona) e custodisce al suo interno preziose opere
realizzate tra il tredicesimo e il ventesimo secolo.
Nell’occasione Serracchiani ha voluto ricordare le tante
iniziative promosse tra maggio e settembre nella ricorrenza del
quarantennale del terremoto del Friuli, tra le quali la decisione
di dar vita nella frazione di Portis di Venzone a una scuola
internazionale di formazione in materia di gestione della
risposta in emergenza sismica, quale frutto di un lavoro messo a
punto in particolare da Protezione civile FVG, Università di
Udine, Corpo nazionale dei vigili del Fuoco, Associazione Comuni
terremotati e sindaci della Ricostruzione, Comune di Venzone.
Un campo di esercitazione permanente, la cui utilità è stata
purtroppo resa evidente dai terremoti nell’Italia centrale,
secondo la presidente Serracchiani, la quale ha anche richiamato
l’analogia tra l’esperienza del Friuli terremotato e quella in
atto nel Centro Italia: anche lì la recente più forte seconda
scossa tellurica ha indotto le autorità a privilegiare il
trasferimento provvisorio di parte della popolazione nelle più
sicure zone costiere, per poi avviare la ripresa produttiva e la
ricostruzione dei tanti piccoli borghi devastati, che ricordano
quanto accadde quarant’anni fa in Friuli.
Nel corso della cerimonia, aperta dal pievano e presidente della
Fabbriceria del Duomo, mons. Roberto Bertossi, presente
l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, sono
intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Venzone e presidente
dei sindaci del Friuli terremotato, Fabio Di Bernardo, il
direttore della Soprintendenza Archeologia, belle arti e
paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Corrado Azzollini, Guido
Biscontin, dell’Università Cà Foscari di Venezia, e i curatori
del restauro delle statue.
ARC/CM/ppd
Powered by WPeMatico