Stipulava un contratto di compravendita di un immobile, versava la caparra, ma poi tornava sul posto pubblicizzando la futura presenza di nomadi in zona e l’intento di allestire campi nomadi nelle aree condominiali o nelle vicinanza allo scopo di indurre il venditore a rescindere il contratto, costringendolo a restituire anche il doppio della caparra. E’ la singolare ed efficace iniziativa di un cittadino di etnia nomade, F.B., di 56 anni, residente a Trivignano Udinese, per questo rinviato oggi a giudizio dal gup del tribunale di Udine Emanuele Lazzaro, con l’accusa di estorsione, relativa a due episodi. I fatti, avvenuti a Premariacco, risalgono al 2006 e al 2007, l’uomo in un caso era riuscito a intascare 6 mila euro, nell’ altro 10.500 euro. Per la vicenda era stata emessa nel 2010 una prima sentenza di non luogo a procedere per intervenuta remissione di querela dal tribunale di Cividale. La Procura generale si era allora rivolta alla Cassazione che aveva trasmesso gli atti alla Corte d’appello di Trieste che, nel 2013, pronunciandosi per la nullità, aveva trasmesso gli atti alla procura di Udine
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