A sessant’anni dalla storica spedizione del K2 guidata dal friulano Ardito Desio, il Comune di Udine celebra con una mostra fotografica la conquista della “Montagna degli italiani”. Dal 4 ottobre al 2 novembre la galleria fotografica “Tina Modotti” ospita un’esposizione dedicata alla straordinaria impresa nazionale del 1954, presentando un percorso di immagini, messe gentilmente a disposizione dall’associazione Desio, sulle esplorazioni italiane nel Karakorum. La mostra, che sarà inaugurata venerdì 3 ottobre alle 18 a cura del museo friulano di Storia naturale, propone, oltre a numerose fotografie originali, anche un ricco repertorio di materiale documentario con diversi oggetti utilizzati da Desio nelle spedizioni del 1929 e del 1954.
Già nel 1914 – esattamente un secolo fa – una spedizione guidata da Filippo De Filippi e della quale fece parte anche il geografo friulano Olinto Marinelli, aveva raggiunto quest’area, ma è nel 1926 che viene ideata una spedizione geografica con il proposito di tentare la scalata del K2 o di una delle cime superiori a 8 mila metri che si ergono alla testata del Baltoro. Aimone di Savoia-Aosta, duca di Spoleto, accettò di assumerne il comando. A causa del drammatico epilogo della spedizione Nobile al Polo Nord con il dirigibile Italia, l’avventura nel Karakorum fu modificata e ridotta nei suoi intenti: fu messo da parte l’obiettivo alpinistico della scalata al K2 mentre furono evidenziati gli scopi scientifici.
Fu così che Desio, geografo e geologo, prese parte a quella spedizione, che gli permise di esplorare la media Valle Shaksgam (sul versante settentrionale del Karakorum, nella quale la spedizione inglese Mason non era riuscita a penetrare), il ghiacciaio del Duca degli Abruzzi e della Sella Conway nell’Alto Baltoro. Desio scoprì inoltre il nuovo valico attraverso la cresta principale del Karakorum fra il Trango (affluente del Baltoro) e il Sarpo Laggo ed effettuò l’esplorazione completa del ghiacciaio Panmah. Dopo questa esperienza si rafforzò l’idea di conquistare il K2.
Nel 1952 Desio, in occasione di un viaggio nel Vicino Oriente, si recò in India e Pakistan con l’intento di effettuare una nuova ricognizione e chiedere ai politici locali il permesso di tentare la scalata del K2. Per il 1953, il permesso era già stato accordato alla spedizione nordamericana del dott. Houston. Dopo il fallimento della spedizione a stelle e strisce, nel luglio del 1953 Desio ottenne il permesso per scalare il K2 l’anno successivo.
I candidati selezionati per la scalata furono: Abram, Angelino, Bonatti, Compagnoni, Floreanini, Gallotti, Lacedelli, Puchoz, Rey, Soldà e Viotto. Gli scienziati che presero parte alla spedizione, oltre al medico Pagani e al cineoperatore Fantin, furono invece Graziosi, Marussi, Zanettin e l’ufficiale topografo dell’IGM Lombardi, affiancati dal medico e osservatore del Governo pakistano Ullah e dall’aiuto topografo Badshajan. Verso la metà di marzo buona parte dei materiali era pronta per l’imbarco nei sotterranei dell’Istituto di Geologia dell’università di Milano, quartier generale della spedizione. Il 30 marzo le 13 tonnellate vennero imbarcate a Genova.
Molti furono gli ostacoli di ogni tipo da superare, non ultimo quello delle eccezionali avversità del tempo. L’impresa fu funestata dalla morte per polmonite di Mario Puchoz, uno dei membri più forti della spedizione. Nonostante tutto alle 18 del 31 luglio 1954 gli alpinisti Achille Compagnoni e Lino Lacedelli conquistarono la vetta della seconda cima al mondo per altezza (8611 metri). La mostra, che sarà aperta al pubblico fino al 2 novembre 2014 da giovedì a domenica dalle 15 alle 18, è organizzata dal museo friulano di Storia naturale e dall’associazione Desio, in collaborazione con la Società alpina friulana e il circolo Speleologico e Idrologico Friulano.