Le Cooperative operaie di Trieste non potranno restituire i soldi a quanti avevano affidato loro i risparmi. L’incredibile fallimento, decretato dalla procura della Repubblica, è dietro l’angolo e i 103 milioni di euro depositati nelle casse dell’cooperative sono in gran parte scomparsi. Parte dei 17 mila risparmiatori soci della cooperativa sono accorsi stamattina davanti ai portoni dell’istituto per tentare di recuperare il denaro ma si sono trovati di fronte le porte chiuse. Gli scenari descritti dall’avvocato Carbone – sulle colonne del Piccolo – parlano di una realistica possibilità di recuperare all’incirca il 30% di quanto depositato.
Nel pomeriggio le Segreterie Regionali di Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS UIL hanno tenuto un incontro con il Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. Già da tempo c’era la consapevolezza della situazione di criticità in cui si trovava la Cooperativa ma si era in attesa proprio in questi giorni della presentazione da parte delle dirigenza delle Cooperative Operaie di un piano industriale che avrebbe dovuto, almeno così era stato detto dal gruppo dirigente delle Cooperative Operaie, traguardare la crisi e sancire un graduale ingresso nel sistema di LegaCoop .
L’intervento della Procura della Repubblica che sancisce senza alcun dubbio la gravità della situazione in cui versavano le Cooperative Operaie richiama tutti alla responsabilità di non cavalcare la drammaticità della situazione ma a costruire responsabilmente un percorso per trovare una soluzione a salvaguardia dei posti di lavoro , perché stiamo parlando di 650 famiglie oltre ai soci prestatori.
A questo punto, secondo le scriventi OO.SS, bisogna assolutamente scongiurare il fallimento delle Cooperative Operaie e, attraverso il commissariamento intraprendere un percorso di salvataggio che consenta di proseguire l’attività nell’immediato e che sia propedeutica all’ingresso di soggetti esterni, salvaguardando così l’occupazione ed i risparmi dei migliaia di piccoli risparmiatori. In tal senso un passaggio fondamentale sarà l’udienza presso il Tribunale Fallimentare del 27 ottobre dove capiremo se ci sono i margini per un piano di salva taggio. Da parte delle Organizzazioni Sindacali i passi successivi saranno nei prossimi giorni gli incontri con la Regione e con l’amministratore giudiziario l’Avvocato Maurizio Consoli.
Si ricorda che questi lavoratori hanno già fatto la loro parte a suo tempo per salvaguardare l’occupazione rinunciando a parte del salario con l’accordo di gennaio 2014; un accordo raggiunto dopo duri scontri ed uno sciopero alla vigilia di Natale , ma non possiamo permettere che siano sempre i lavoratori a pagare il costo della crisi e di “cattive gestioni” e auspichiamo che chi ha la responsabilità di questo “disastro “ che rischia di mettere in difficoltà anche altre cooperative sia chiamato a darne conto.