Udine: a Casa Cavazzini fra arte, ruoli e metodi – 4 dic

Udine: a Casa Cavazzini fra arte, ruoli e metodi – 4 dic

casa cavazziniArtista, critico, gallerista, curatore, spettatore, spazio pubblico, luogo privato. Sono i protagonisti del “sistema arte” che si relazionano tra di loro “attraverso un elemento costante, l’abbandono” analizzato come “mezzo e struttura” proprio per instaurare un dialogo. Di questo “abbandono” e delle “pratiche di relazione nell’arte contemporanea” parla nel suo libro Martina Cavallarin ospite domani, giovedì 4 dicembre, alle 17.30 di Casa Cavazzini Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine.

Cavallarin, veneziana, critica e curatrice indipendente, presenterà il suo ultimo libro intitolato, appunto, “L’abbandono. Pratiche di relazione nell’arte contemporanea” edito quest’anno da Silvana Editoriale, biblioteca d’arte contemporanea. E su “sistema dell’arte, ruoli, metodi, interazioni, strategie” si interrogheranno insieme con l’autrice, sempre domani in occasione della presentazione del libro, anche Vania Gransinigh, conservatrice di Casa Cavazzini, Daniele Capra, curatore indipendente, Gino Colla, economista e presidente di On Art e gli artisti Maria Elisabetta Novello e Marotta & Russo.

“L’abbandono – spiega Cavallarin – entra in vicinanza con l’opera e mediante il confronto tra i diversi soggetti che compongono il sistema arte. Si aziona l’esplorazione e si rilevano i linguaggi che vanno dalla pittura all’installazione, dalla scultura alla fotografia, al video, alla performance. L’abbandono si rapporta con la struttura, il processo, il codice poetico dell’opera nel suo transitare attraverso il dimenticare, l’errore, il trauma, l’iris, l’inframince, il fallimento, la possibilità. L’abbandono intercetta l’artista contemporaneo, androgino per condizione e disposizione. L’abbandono si pone quindi come occasione per godere di un particolare punto di vista, mettere in moto un pensiero, attivare pratiche di relazione”.

Martina Cavallarin, vive e lavora tra Milano e Venezia. Critica e curatrice indipendente, si occupa di arti visive contemporanee con uno sguardo che spazia tra differenti linguaggi e necessarie contaminazioni. L’interesse si focalizza sull’indagine dei sistemi relazionali, sociali ed ecocompatibili attraverso progetti artistici e formativi che coinvolgono il territorio urbano e la sfera umana. Studia e indaga processi in progressione, espansione dell’errore, analisi delle imperfezioni, memoria, temporalità, azioni e mutazioni della ricerca espressa nell’ambito artistico, prevalentemente italiano. Dal 2009 è fondatrice e direttrice di scatolabianca.