Nei primi nove mesi del 2009, in Friuli Venezia Giulia, la produzione industriale e’ calata del 13%, con un rallentamento della caduta nel terzo trimestre dell’anno, ma – secondo la Banca d’Italia – ”non si puo’ ancora parlare di ripresa”. La frenata dell’industria – e’ stato spiegato oggi a Trieste durante la presentazione della nota congiunturale relativa al primo semestre 2009 – e’ trainata dal calo della domanda che nei primi sei mesi dell’anno di e’ ridotta di circa un quinto (-19,3% la domanda estera, -18,5% la domanda interna) rispetto allo stesso periodo 2008. Nel semestre vi e’ stato un calo dell’export (-23,4%), la la disoccupazione e’ aumentata di un punto (al 5,4%), senza conteggiare le migliaia di lavoratori che utilizzano gli ammortizzatori sociali. Il 90% delle imprese campione (con oltre 20 addetti) intervistate da Bankitalia alla fine di settembre ha registrato un fatturato ”in forte calo” nei primi nove mesi dell’anno e piu’ della meta’ prevede un’ulteriore diminuzione degli ordini per i prossimi mesi.
“I dati diffusi questa mattina da Bankitalia sulla situazione del Friuli-Venezia Giulia non fanno che confermare le nostre preoccupazioni: la ripresa nella nostra regione è ancora lontana”: a parlare è il segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, che rilancia l’urgenza di un tavolo ad hoc sull’industria. “Occorre – dice – affrontare seriamente la questione industriale e soprattutto concentrare maggiori sforzi sul comparto manifatturiero, asse
portante del sistema produttivo ed, in generale, della nostra economia”. E sempre in tema, resta viva per la Cisl anche la necessità di ripensare l’assessorato alle Attività produttive, con l’istituzione di un apposito Assessorato all’Industria.
Tuttavia, la crisi che – a detta del Sindacato – non è solo finanziaria, ma anche di valori, richiede un impegno a 360 gradi di tutti gli attori.