Trieste, 9 feb – “Il piano di gestione delle aree pubbliche di
Trieste in cui è stato rilevato un inquinamento diffuso
rappresenta un progetto innovativo molto avanzato, che potrà
essere di riferimento per tutto il territorio nazionale”. A dirlo
l’assessore regionale all’ambiente, Sara Vito, nel corso
dell’audizione odierna della IV Commissione del Consiglio
Regionale indetta dal presidente Vittorino Boem per fare il punto
sugli interventi attuati e previsti sui cosiddetti giardini
inquinati di Trieste.
Nel suo intervento l’assessore ha ricordato i momenti principali
della vicenda, che ha avuto origine nei primi mesi del 2016,
quando l’Arpa, su richiesta dell’assessore all’ambiente del
Comune di Trieste e dell’Azienda Sanitaria, ha eseguito il
prelievo di campioni di suolo in diverse aree cittadine, con
l’obiettivo di valutare la presenza di alcuni inquinanti emessi
dallo stabilimento siderurgico di Servola.
Sui campioni analizzati Arpa ha riscontrato alcuni superamenti
delle Concentrazioni Soglia Contaminazioni (CSC) per gli
Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), ipotizzando che la
situazione rilevata a Trieste fosse compatibile con una
contaminazione diffusa di origine antropica in ambito
metropolitano, causata da molteplici concause quali le attività
produttive, il riscaldamento domestico, il traffico veicolare e
navale. Tale ipotesi è stata poi confermata nei successivi
approfondimenti. Per queste tipologie di inquinamento la
normativa nazionale (D.lgs. 152/2006) delega alle Regioni la
predisposizione di appositi Piani di gestione.
A tale proposito, Vito ha ricordato che le esperienze di gestione
di queste tipologie di inquinamento sono molto limitate.
Ciononostante la Giunta regionale ha approvato già a giugno 2016
il “Protocollo operativo per l’elaborazione dei piani di gestione
dell’inquinamento diffuso”, predisposto sulla scorta dei criteri
definiti da Ispra. E’ stato istituito, inoltre, un Tavolo
tecnico, per condividere le attività da sviluppare e le modalità
di realizzazione tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti
(ARPA, ASUITS, Provincia, Comune di Trieste). Sempre la Regione
ha stanziato 350 mila euro a favore del Comune di Trieste per la
realizzazione di un programma di interventi finalizzato
all’adozione di misure di prevenzione nelle aree dove è stata
riscontrata la contaminazione.
Per Vito “il Tavolo tecnico regionale, che ha lavorato con grande
professionalità e competenza, sta attualmente lavorando per
definire un ordine di priorità degli interventi da attuare
mediante la predisposizione di un “Piano Stralcio per le Aree
Sensibili” che consenta di guidare le azioni di risanamento e di
monitorare l’efficacia degli interventi che si andranno a
realizzare.
Al primo stanziamento regionale si somma un secondo finanziamento
di ulteriori 100 mila euro da parte del Comune di Trieste. La
segnalazione è stata fatta dall’assessore all’ambiente di
Trieste, Luisa Polli, intervenuta nel corso dell’audizione, che
ha ricordato tra l’altro gli interventi di risanamento
programmati nelle aree inquinate, dalla sostituzione dello strato
superficiale di suolo all’adozione di tecniche di fitorimedio.
Polli ha sottolineare infine l’importante e proficuo lavoro di
concertazione tra le diverse amministrazioni regionali e il fatto
che il piano di gestione predisposto dal Tavolo tecnico regionale
sarà sottoposto a verifica dall’Istituto Superiore di Sanità, a
garanzia dell’efficacia degli interventi che si andranno ad
attuare.
ARC/Com
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