Laura Zeni MUSEI DI NERVI. Galleria d’Arte Moderna di Genova

Laura Zeni MUSEI DI NERVI. Galleria d’Arte Moderna di Genova

Laura Zeni Dal cielo al mare 2016 installazione ferro cotone cm h 360 cm diametro 25 © Silvia Pampallona

Grazie al grande successo di pubblico la personale “LAURA ZENI. PASSWOR(L)D” presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova, uno dei quattro Musei di Nervi, è prorogata di un mese, fino al 12 marzo.

Curata da Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei all’interno della rassegna d’arti 2016-2017 dal titolo “NaturaConTemporanea”, la mostra si avvale del patrocinio dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio Sezione Piemonte-Valle d’Aosta.
Laura Zeni entra in dialogo con le opere delle collezioni museali, evidenzia analogie e differenze tra contemporaneità e recente passato grazie a un corposo nucleo di installazioni, opere pittoriche, collage e disegni fra cui spiccano numerosi inediti pensati ad hoc per lo spazio espositivo.

Il titolo della mostra, PASSWOR(L)D, gioca sull’ambiguità dei significati attribuibili a questo termine togliendo la lettera “L”. Commenta Fortunato D’Amico: “Quella attuale è un’epoca di passaggio tra vecchio e nuovo mondo, è un tempo storico di transizione e di disagi in cui non si vedono con chiarezza le prospettive future. La Galleria di Arte Moderna di Genova Nervi è un luogo dove le opere dei Maestri dell’Ottocento e del Novecento rivelano momenti di vita, sia positivi sia negativi, rappresentativi della grande transizione epocale che nei due secoli precedenti ha trasformato la società da contadina a industriale”.

Di particolare rilevanza sono le grandi installazioni site specific con cui Laura Zeni interviene sui tre piani del Museo; ne sono esempio la grande ruota in ferro di due metri collocata al piano terreno, nella sala col bovindo proiettato nel parco, verso l’orizzonte marino, un rimando al viaggio e all’apertura verso l’esterno, simbolicamente contrapposta a Change your Wor(l)d, l’installazione di fili di cotone blu su cui è adagiata la sagoma frammentata di un uomo, realizzata in plexiglass specchiato, a evocare una condizione di isolamento e di naufragio proprio sotto il mare dipinto che lambisce le coste italiane del grande olio su tela dell’olandese Petrus Theodor Tetar Van Elven, Veduta fantastica dei principali monumenti d’Italia, prefigurazione, nel 1858, dell’unità italiana.
Un riferimento alla relazione tra mondo interiore ed esteriore si scorge nella sala 4 del museo, dedicata alla pittura di paesaggio e di genere in cui, come nella poetica dell’artista, uomo e natura convivono apparentemente in una dimensione armonica. Qui una moltitudine di pezzi di carta, ritagli di volti e vedute, ricoprono i pilastri che scandiscono lo spazio e si ricompongono sotto le antiche volte in assembramenti cartacei simili a nuvole.
Un’interpretazione ludica del paesaggio è offerta da Jumping, rivisitazione da parte dell’artista di “cielo e terra” – ovvero del gioco della “campana” o del “pampano” ben noto all’infanzia pre-era televisiva e digitale -, un percorso composto da caselle numerate tracciate sul pavimento con cui il visitatore è invitato a interagire.
Prima di salire al piano nobile della villa, nelle sale del Novecento, in stretta relazione con la sezione dei ritratti e degli autoritratti delle raccolte della GAM, dialogano le “teste” realizzate dall’artista con una linea ininterrotta, elementi ricorrenti della sua espressività da sempre incentrata sull’individuo e sull’interiorità, e intese come contenitori di pensieri, storie e stati d’animo. Colpiscono in proposito l’imponente profilo umano dipinto su tela con i toni del nero dal titolo Nowhere Man, i numerosi disegni su carta dai colori vivaci e le opere della serie Ritratti interiori.

Al piano nobile della Galleria è decisamente significativa l’installazione La cura concepita per la bellissima terracotta del 1932 di Arturo Martini realizzata nel pieno del Novecento e intitolata La convalescente. L’opera ritrae a grandezza naturale la figlia Maria (la famosa Nena) con un libro fra le mani, stremata dopo la malattia, ai piedi della quale Laura Zeni dispone diversi volumi aperti sui quali disegna delicate figure di donna. Nella stanza successiva, dedicata agli interpreti di quell’avanguardia, da Depero a Fillia, la tela Geometrie femminili, fitta composizione di sagome intrecciate, evoca l’idea di movimento e si relaziona alle opere futuriste esposte.
Un omaggio ai numerosi lavori in blu oltremare del pittore ligure Rubaldo Merello, oscillanti tra simbolismo e divisionismo, è dato dal fascio di fili blu che cade dall’alto dal titolo Dal cielo al mare, una sorta di pioggia che è possibile attraversare, ammirando al contempo le opere della collezione museale.
E torna ancora il blu nello splendido dipinto dell’inglese William Scott, Blue still life, acquistato dalla Galleria genovese alla Biennale veneziana del 1958, esposto al piano ammezzato del museo: la sua presenza internazionale nel percorso delle raccolte permanenti è sottolineata da Laura Zeni con una installazione che propone al pubblico l’attività di designer dell’artista milanese.

Cenni biografici
Laura Zeni, artista poliedrica, ama sperimentare i linguaggi dell’arte e del design. Dopo l’Accademia di Brera espone con successo in diverse sedi in Italia e all’estero. Negli ultimi anni è presente con mostre personali presso Superstudio Più (Milano), Spazio Tadini (Milano), Palazzo Comunale di Cremona, Triennale di Milano, Eataly Smeraldo (Milano), DAI Studio (Roma), ArtMoorHouse (Londra), Fiat Chrysler Motor Village (Londra), Chiostri dell’Umanitaria (Milano) e Jannelli&Volpi (Milano). Partecipa inoltre a numerose collettive e manifestazioni artistiche, tra le più recenti si ricordano l’International Festival Art Expo Spoleto, la Biennale Italia-Cina (Torino) e quelle presso la Fortezza del Priamàr (Savona), l’Archivio Centrale dello Stato (Roma) e Onishi Project (New York). Vive e lavora a Milano. www.laurazeni.it

Musei di Nervi
Il polo culturale dei Musei di Nervi, di cui Maria Flora Giubilei è il direttore, comprende quattro musei, aperti al pubblico tra il 1946 e il 2005, che conservano un ricco patrimonio di arti figurative e decorative italiane e estere dal Cinquecento al Novecento.
La dimora-museo di Villa Luxoro – immersa in uno splendido parco proiettato sul golfo genovese – con antichi arredi, orologi notturni, ceramiche è assai nota per la collezione di settecentesche figurine del presepe genovese e napoletano. Le Raccolte Frugone conservate in Villa Grimaldi Fassio ospitano un’eccezionale rassegna delle più importanti opere di artisti dell’Ottocento e della Belle Epoque (da Fattori a Signorini, da Fontanesi a Favretto, da Boldini a De Nittis, a Segantini) acquisite dai fratelli Lazzaro G.B. e Luigi Frugone e donate alla città di Genova tra il 1935 e il 1953.
La Galleria d’Arte Moderna di Genova, con sede nella cinquecentesca Villa Saluzzo Serra, raccoglie quasi 400 opere tra dipinti e sculture databili dagli inizi dell’Ottocento all’epoca attuale: da Barabino a D’Andrade, a Cabianca e Monteverde, da Nomellini a Depero, Messina, Martini, De Pisis, Casorati, Guttuso, Mafai, Cagli e Zao Wou Ki. La Wolfsoniana, oggi afferente alla Fondazione per la cultura – Palazzo Ducale di Genova, con una direzione scientifica autonoma e un riferimento internazionale nel Wolfsonian-FIU Museum di Miami (Florida, USA), è il primo museo italiano di arti decorative dell’Ottocento e del Novecento, con un’attenzione particolare per i temi di propaganda e importanti dipinti e sculture. Tra argenti, ceramiche e vetri, sono esposti gli splendidi arredi integralmente ricostruiti legati alle stagioni dell’Esotismo, del Liberty, dell’Art Déco, del Futurismo e del Novecento. www.museidigenova.it – www.wolfsoniana.it