Il 2016 si è chiuso con una netta diminuzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato, passate in Friuli Venezia Giulia da 30.765 a 18.027 in dodici mesi (oltre 12.700 in meno, -41,4% contro il -37,6% nazionale). A livello regionale la flessione più contenuta si è registrata in Lombardia (-32,7%), quella più accentuata in Umbria (-46,1%). Lo rileva una rielaborazione del ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo su dati Inps relativi al settore privato, esclusi l’agricoltura e il lavoro domestico.
Le regole e il trend
Gli ingenti sgravi contributivi, ricostruisce Russo, hanno avuto un forte impatto sulla domanda di lavoro delle imprese regionali nel 2015, facendo raddoppiare il numero di assunzioni a tempo indeterminato rispetto al precedente biennio 2013-2014 (quando se ne contarono rispettivamente 15.000 e 13.600). Nel 2016 è stata introdotta una nuova forma meno generosa di incentivo, rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine. La misura dell’agevolazione prevedeva infatti per il 2016 l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro, contro gli 8.060 euro dell’anno precedente) per un biennio dalla data di assunzione (nel 2015 la durata era pari ad un triennio). Lo scorso anno il numero di assunzioni a tempo indeterminato è pertanto tornato su valori decisamente meno elevati, anche se significativamente superiori a quelli del periodo 2013-2014. Si può inoltre osservare che, se nel 2015 la decontribuzione ha sortito effetti indubbiamente positivi sul livello dell’occupazione, gli sgravi previsti per il 2016 sembrano essere andati prevalentemente a vantaggio delle imprese che avrebbero comunque effettuato delle assunzioni a tempo indeterminato.
Altre modalità di assunzione
Nel 2016 è invece aumentato del 10,4% il numero di assunzioni a tempo determinato (+8% a livello nazionale), passate da 69.744 a 77.019. Anche le assunzioni in apprendistato hanno segnato una forte ripresa (oltre 1.000 unità in più, pari a +30,9%, in linea con il +31% nazionale) dopo il calo del 2015; questa tipologia contrattuale, a seguito del ridimensionamento degli sgravi contributivi, torna ad essere più conveniente per le imprese che intendono assumere giovani lavoratori.
Anche le trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti di apprendistato sono in crescita nel 2016 (+9,4%; a livello italiano sono invece in calo, -5%) mentre diminuiscono quelle dei tempi determinati (-28,3%, a livello nazionale -35,4%). Il numero delle cessazioni ha registrato una flessione, in particolare per quanto concerne gli apprendisti (-7,4%); la variazione complessiva è pari a -1,3%.
Saldo
La variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) risulta positiva e pari a +1.100 unità nel 2016, anche se in forte discesa rispetto al saldo del 2015 (+16.347 unità). In base ai dati disponibili, dunque, nel 2016 la forma di occupazione più stabile risulterebbe in ulteriore (anche se lieve) aumento nella nostra regione, dopo la notevole crescita dell’anno precedente. Anche a livello nazionale tale saldo risulta positivo (+83.000 unità rispetto alle +934.000 del 2015).
Si può infine osservare che le assunzioni a tempo indeterminato che hanno usufruito dell’esonero contributivo nel 2016 sono state 7.000 in regione (pari al 39% del totale), le trasformazioni 5.700 (pari al 58%). A dicembre 2016 c’è stata un’accelerazione di tale fenomeno, perché si trattava dell’ultimo mese utile per godere degli sgravi previsti.
Rallenta la crescita dei voucher venduti
A gennaio 2017 in Fvg sono stati venduti 412.001 buoni lavoro dal valore nominale di 10 euro, il 3% in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A livello nazionale si registra un incremento di entità analoga (+3,9%). Anche all’inizio di quest’anno si conferma dunque il rallentamento del ricorso al lavoro accessorio da parte delle imprese, già evidenziato nell’ultimo trimestre del 2016. Dal 2009 al 2015, infatti, in regione si sono registrati tassi di crescita annui costantemente superiori al 30%. L’andamento degli ultimi mesi riflette probabilmente gli effetti del dispositivo dell’articolo 49, comma 3, del decreto legislativo 81/2015, con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario, al luogo di svolgimento della prestazione lavorativa e ai dati anagrafici del lavoratore, divenuti operativi a partire dalla seconda metà di ottobre 2016.
La cassa integrazione è ai minimi dal 2009
A gennaio 2017 il numero di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Fvg è stato pari a 542.352, un ammontare sostanzialmente analogo a quello del mese precedente (534.000). Si tratta dei valori più bassi registrati da gennaio 2009, quando le ore autorizzate furono meno di 400.000; poi iniziò un lungo periodo di crescita che portò ai livelli record del 2014 (complessivamente oltre 29 milioni di ore). Da febbraio 2009 a novembre 2016 il ricorso alla cassa integrazione in regione in effetti si è mantenuto pari in media a 2 milioni di ore mensili e non è mai sceso sotto le 700.000 ore.
Rispetto al mese di gennaio dell’anno precedente la diminuzione è pari a 187.419 ore (-25,7%). Il calo osservato dipende esclusivamente dalla dinamica degli interventi straordinari (-71%), mentre la cassa integrazione ordinaria e in deroga risultano in aumento. A livello territoriale si rileva un incremento solo in provincia di Gorizia (+41.275 ore rispetto a gennaio 2016); in provincia di Pordenone si riscontra la flessione più marcata (-36,5%).
Anche a livello nazionale a gennaio 2017 il numero di ore di cassa integrazione risulta in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2016 (-46,3%).