In data 21 febbraio all’interno del carcere di Udine un detenuto nordafricano, dopo aver effettuato un colloquio con lo psicologo, al rientro in cella andava in escandescenze ed aggrediva il personale di Polizia Penitenziaria, restava ferito un Sovrintendente che veniva medicato all’ospedale.
I fatti avvenivano all’interno di un reparto ove sono ristretti numerosi detenuti affetti da patologie psichiatriche.
Quest’ultimo episodio si aggiunge a quello di alcune settimane fa a Trieste, sempre con l’aggressione del personale da parte di un detenuto con patologie psichiatriche.
Tali eventi si sono intensificati da quando sono stati chiusi gli ospedali psichiatrici giudiziari, senza essere sostituiti da strutture idonee, riversando sui carceri quanto uscito dai manicomi, essendo le Residenze territoriali insufficienti per numero di posti.
La segreteria regionale FNS-CISL esprime gli auguri di pronta guarigione al collega ferito e la piena solidarietà con chi opera quotidianamente in condizioni difficili e con scarsi mezzi a tutela della sicurezza del personale.
Nel carcere friulano sono presenti 132 detenuti a fronte dei 93 previsti, il personale di Polizia penitenziaria presente conta 117 unità contro i 125 previsti e preoccupa l’età sempre più avanzata del personale.
La struttura parzialmente ristrutturata abbisogna di rafforzare il sistema di telecamere per la sorveglianza interna, anche se la presenza di un reparto con detenuti affetti da patologie mentali rende difficile la realizzazione di quelle attività trattamentali cui i detenuti hanno diritto e la piena realizzazione di quella modalità custodiale a “porte aperte” che si sta faticosamente imponendo come standard a livello nazionale che consentirebbe un risparmio di personale e l’alleggerimento dei carichi di lavoro
(Fns Cisl di Udine)