A Pordenone in mostra le foto del maestro del bianco e nero George Tatge

A Pordenone in mostra le foto del maestro del bianco e nero George Tatge

Angelo del marciapiede, Emilia.'98

Raffigurano segni, simboli e geometrie sacre, ispirate dall’Italia “costruita”, e cioè, dall’opera dell’uomo, le immagini del grande maestro della fotografia in bianco e nero George Tatge raccolte nella grande mostra ‘Italia Metafisica’ che prosegue con successo dopo l’apertura delle scorse settimane e resterà visitabile fino al prossimo 30 luglio alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone, su organizzazione del Comune di Pordenone-Assessorato alla Cultura. Per il periodo pasquale di comunica che la mostra resterà chiusa la domenica di Pasqua mentre sarà visitabile il lunedì di Pasquetta nei consueti orari di apertura dalle 15.00 alle 19.00.

Tatge propone una serie di 66 fotografie eseguite in tutta l’Italia, sul tema delle tracce dell’operare dell’uomo sul territorio, su ciò che egli genera, produce, talvolta abbandona. Il rapporto tra Natura e Uomo – già esplorato in passato da fotografo nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano, che ha scelto oltre 40 anni fa, di vivere in Italia – lascia il posto a un solo protagonista, l’Uomo, e ai suoi interventi sul territorio, con tutti i significati sociali, industriali e religiosi che comportano. Ecco allora frammenti di realtà, giustapposizioni bizzarre e surreali, aperte, grazie all’ambiguità del contenuto, all’interpretazione di chi guarda. Alcuni spazi ritratti da Tatge possono ricordare le visioni dei pittori che hanno lavorato nel primo Novecento, ma il termine Metafisico è stato scelto, in questo caso, per sottolineare l’intento dell’autore di utilizzare un luogo fisico per esprimere un concetto astratto o un particolare stato d’animo. Particolarità della mostra allestita alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone è l’esposizione in una grande stanza di 132 particolari estrapolati dalle 66 immagini in mostra. Tatge fotografa ancora con la sua Deardorff 13 x 18cm, una macchina leggendaria a soffietto che produce negativi in bianco e nero di grande formato che vengono stampati dall’autore in camera oscura: dai negativi è stato possibile estrarre dettagli che si presentano quasi come immagini nuove, quasi una “mostra nella mostra”: «come il mondo che si apre all’esplorazione dei fotografi, la singola fotografia può contenere un mondo di immagini», spiega il fotografo.

La mostra è realizzata da Comune in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo di Fondazione Friuli, il sostegno di Crédit Agricole Friuladria e Itas Assicurazioni.