Sabato da record per Gusti di frontiera: nella sola giornata di ieri sono state raggiunte le 300mila presenze. Dopo che già nelle prime due giornate della kermesse gli afflussi registrati alle porte d’ingresso all’area della festa sono risultati superiori ai dati del 2016, il sabato è stato da primato sotto tanti punti di vista. Un flusso di visitatori continuo ha fatto tappa nei 350 stand enogastronomici posizionati in strade e piazze del centro di Gorizia, dalla mattina fino alla serata inoltrata. I parcheggi scambiatori sono risultati sempre pieni e i bus navetta hanno funzionato a pieno regime, a conferma del fatto che la kermesse attiri sempre più persone da fuori città. Dal tardo pomeriggio e per tutta la serata le specialità delle 44 nazioni del mondo presenti nei 23 Borghi sono state prese d’assalto, con file che si sono formate davanti a molti stand. Gusti di frontiera è stato promosso anche da Gianfranco Vissani, prestigioso ospite dell’ultimo incontro del Salotto del Gusto di piazza Sant’Antonio. Al termine del suo intervento lo chef ha annunciato di avere delle idee da sottoporre al sindaco Rodolfo Ziberna per far crescere ancora l’evento. “Siete un passo avanti con questa manifestazione, Gusti di frontiera deve crescere ancora. Ho delle idee di cui parlare con il sindaco per il futuro. Per una collaborazione? Chissà, vedremo”, ha detto Vissani, che ha ricevuto il Premio alla carriera “Gusti di Frontiera 2017”. Il Gastronauta Davide Paolini ha avuto invece dal Comune il Premio “Gusti di Frontiera 2017”, per aver fatto conoscere in Italia l’enogastronomia e i prodotti tipici della nostra terra.
Nel talk show “Adesso parlo io, il Che Guevara della cucina italiana” Vissani e Paolini hanno parlato in modo particolare della tutela dei prodotti tipici, per la quale si fa ancora troppo poco. Quale livello di qualità trova quindi oggi un consumatore ha chiesto Paolini allo chef: “Si tratta innanzitutto riportare i prodotti d’eccellenza alla loro giusta appartenenza – ha risposto Vissani -, come per tanti vini, salumi e formaggi – un esempio su tutti il Montasio -. Vedo poca tutela su prodotti che sono anche delle unicità, e qui in Friuli Venezia Giulia ne contate di moltissimi”. Il discorso è stato quindi portato da Paolini sulle DOP e le IGP che, “fuori dall’Europa purtroppo non contano nulla. Per tutelare il patrimonio italiano dobbiamo guardare in faccia la realtà: un tempo i contadini erano il traino d’Italia. Oggi questo non c’è più, ma basta spostarsi di poco per vedere come in altri Paesi l’agricoltura sia ancora presente e trainante. Dobbiamo fare sì che anche per noi ridiventi questo, riappropriarsi delle produzioni e delle coltivazioni, senza “svenderlo” ad altri”. Tra gli altri argomenti, il pesce, anche questo prodotto in maniera intensiva e a volte dichiarato di una provenienza locale, che poi magari locale non è. E ancora la carne, oggi tanto discussa per la questione etica posta in essere dal crescente numero di vegetariani e vegani. “Siamo tutti esseri viventi su questa terra – ha dichiarato Vissani -, non dobbiamo guardare a religioni e filosofie. Viviamo in una realtà diversa, dove dobbiamo confrontarci gli uni con gli altri, basta farci guerre. Troviamo un punto d’incontro”. Ultimo argomento affrontato, il vino. “Avete fatto dei passi da gigante; bisogna ora andare avanti, credere in quello che state facendo – ha concluso lo chef -. Sono convinto che se sarete grandi nel porvi e nel produrre, vincerete. In più avete una terra bellissima, di confine, un grande punto di forza per la cultura e per la produzione”.