Fiction, cartoni animati, videoguida di friulano per discendenti degli emigranti, ma anche documentari di carattere storico/sociale/culturale legati al Friuli (come “Friûl, viaç te storie”) culminati con la trilogia “Quando la terra chiama” (che racconta l’Orcolat), “IsonzoFront” (il fronte friulano nella prima guerra mondiale) e il recentissimo e apprezzatissimo “Missus” sulla battaglia dei preti di Glesie Furlane per poter celebrare la messa in marilenghe, la lingua del cuore. Sono solo alcune delle produzioni del regista -Costa che valorizzano l’identità friulana, la storia, le tradizioni, la lingua. Un filone, quello ripercorso oggi, a palazzo Belgrado, nell’incontro organizzato dalla Provincia di Udine, intrapreso dal professionista friulano anche grazie all’esperienza di studio e lavoro in Gran Bretagna e soprattutto in Galles, dove ha approfondito la politica linguistica e l’impiego dei media per valorizzare le lingue minoritarie analizzando casi di particolare successo relativamente alla produzione cinematografica in gallese. “Il concetto di fondo, ben interpretato in Galles, è che una lingua è una lingua, deve essere veicolata con tutti gli strumenti a disposizione per poterla divulgare e farla conoscere. In Friuli viviamo una subordinazione mentale e culturale storica relativamente alla marilenghe e alla nostra cultura che, invece, dovremmo sostenere con forza perché ha pari dignità rispetto alle altre”, la riflessione di Garlatti-Costa sulla promozione del friulano. Da parte del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini i complimenti e i ringraziamenti a Massimo Garlatti-Costa cui è stata conferita la medaglia dell’Ente. “Un giusto riconoscimento per il percorso professionale e per le produzioni che – ha detto Fontanini – in chiave moderna e accattivante propongono temi portanti della nostra storia: il nostro passato, l’emigrazione e l’attaccamento alle radici dei nostri corregionali, il terremoto e la ricostruzione, e infine la battaglia dei preti di Glesie Furlane. Missus è un lavoro magistrale che testimonia la lotta di oltre 40 anni fatta dai sacerdoti ispirati da pre Checo Placerani per rivendicare un diritto del nostro popolo. Un diritto ancora negato. Grazie, quindi, per questo lavoro che mi auguro possa essere proposto in varie parti del Friuli per scuotere la popolazione e far capire l’importanza del messaggio di questa lotta”. Hanno manifestato apprezzamento e gratitudine per le produzioni, la qualità dei lavori e l’impegno nella valorizzazione e nella sensibilizzazione dell’identità friulana monsignor Roberto Bertossi (presidente di Glesie Furlane), Adriano Luci (presidente di Ente Friuli Nel Mondo) e Lorenzo Fabbro presidente dell’Arlef.
Posted inCRONACA