Ridurre le emissioni di CO² sul territorio comunale almeno del 40% entro il 2030, in particolare attraverso una migliore efficienza energetica e un maggiore impiego di fonti di energia rinnovabili. È questo l’obiettivo principale che si assume anche il Comune di Udine con la sottoscrizione del nuovo Patto dei sindaci per il clima e l’energia, firmato ufficialmente oggi, 8 gennaio, dal sindaco di Udine, Furio Honsell, in seguito al pronunciamento del Consiglio comunale dello scorso 18 dicembre. «Con questa adesione Udine si allinea ancora una volta alle città europee più responsabili assumendosi un impegno concreto nel contrasto ai mutamenti climatici – spiega Honsell –. Si tratta del coerente proseguimento del Patto siglato nel 2009 per gli obiettivi che vanno dal 2020 al 2030. Obiettivi che, come ho spiegato in Consiglio comunale, sono ampiamente alla portata della città perché per raggiungere l’abbattimento di CO² richiesto sarà sufficiente che gli impianti di teleriscaldamento e di cogenerazione vengano ultimati e vengano alimentati a biomasse. Questa firma è quindi motivo di soddisfazione, soprattutto perché Udine è tra le prime città italiane ad aderire all’iniziativa».
Oltre alla riduzione del 40% di emissioni di CO² (e possibilmente di altri gas serra) entro il 2030, con questa sottoscrizione il Comune di Udine si impegna ad accrescere la propria resilienza, adattandosi agli effetti del cambiamento climatico. Per tradurre questi impegni in azioni concrete l’amministrazione comunale presenterà entro due anni un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima. Proprio in quest’ottica saranno realizzati un inventario di base delle emissioni e una valutazione dei rischi e delle vulnerabilità indotti dal cambiamento climatico. Ogni due anni, inoltre, verrà predisposta una relazione di avanzamento del Piano d’azione con obiettivi di valutazione, monitoraggio e verifica.
«Vorrei sottolineare che Udine è una delle città più “verdi” anche dal punto di vista della qualità dell’aria – ricorda Honsell –, come testimonia il fatto che nel 2017 siamo rimasti sotto il limite dei 35 sforamenti annui dei livelli di polveri sottili. Inoltre, grazie all’elaborazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes), già lo scorso anno avevamo raggiunto una riduzione del 17% delle emissioni di CO²». Dal Patto sottoscritto nel 2009 sono derivate infatti molte azioni, tra le quali l’inaugurazione di un impianto di cogenerazione e teleriscaldamento, la sostituzione dell’illuminazione pubblica con i led, e un regolamento edilizio che spinge sull’efficientamento energetico.
Il Patto dei sindaci (Coventant of Mayor in inglese) comprendeva nella precedente versione 8 mila città europee. Compito dei membri del sodalizio è proprio quello di promuovere una campagna per attivare reti locali per clima ed energia, portando le esigenze locali all’attenzione dei responsabili decisionali europei e nazionali e adattando leE politiche europee alle esigenze del territorio. Le aree urbane sono infatti le principali fonti di CO² (tre quarti del totale) nonchè le maggiori consumatrici di energia. Ecco l’importanza di un livello di governo vicino al cittadino impegnato in politiche energetiche, che possa connettere più strettamente l’Unione europea ai suoi cittadini in materia di energia sostenibile.
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Oltre alla riduzione del 40% di emissioni di CO² (e possibilmente di altri gas serra) entro il 2030, con questa sottoscrizione il Comune di Udine si impegna ad accrescere la propria resilienza, adattandosi agli effetti del cambiamento climatico. Per tradurre questi impegni in azioni concrete l’amministrazione comunale presenterà entro due anni un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima. Proprio in quest’ottica saranno realizzati un inventario di base delle emissioni e una valutazione dei rischi e delle vulnerabilità indotti dal cambiamento climatico. Ogni due anni, inoltre, verrà predisposta una relazione di avanzamento del Piano d’azione con obiettivi di valutazione, monitoraggio e verifica.
«Vorrei sottolineare che Udine è una delle città più “verdi” anche dal punto di vista della qualità dell’aria – ricorda Honsell –, come testimonia il fatto che nel 2017 siamo rimasti sotto il limite dei 35 sforamenti annui dei livelli di polveri sottili. Inoltre, grazie all’elaborazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes), già lo scorso anno avevamo raggiunto una riduzione del 17% delle emissioni di CO²». Dal Patto sottoscritto nel 2009 sono derivate infatti molte azioni, tra le quali l’inaugurazione di un impianto di cogenerazione e teleriscaldamento, la sostituzione dell’illuminazione pubblica con i led, e un regolamento edilizio che spinge sull’efficientamento energetico.
Il Patto dei sindaci (Coventant of Mayor in inglese) comprendeva nella precedente versione 8 mila città europee. Compito dei membri del sodalizio è proprio quello di promuovere una campagna per attivare reti locali per clima ed energia, portando le esigenze locali all’attenzione dei responsabili decisionali europei e nazionali e adattando leE politiche europee alle esigenze del territorio. Le aree urbane sono infatti le principali fonti di CO² (tre quarti del totale) nonchè le maggiori consumatrici di energia. Ecco l’importanza di un livello di governo vicino al cittadino impegnato in politiche energetiche, che possa connettere più strettamente l’Unione europea ai suoi cittadini in materia di energia sostenibile.
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