Nucleare: Krsko no, centrale in FVG?

Nuclear Plant

La doccia fredda arriva sabato 20 marzo: l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti non lascia possibilità alla partecipazione italiana al raddoppio della centrale nucleare di Krsko. E la ridda di voci sulla costruzione di una centrale nucleare in Friuli riprende corpo

Per l’amministratore delegato diEnel, Fulvio Conti, non ci sono margini per una partecipazioneal raddoppio della centrale nucleare di Krsko (Slovenia),”perché la sposa non c’é”. “Credo – ha detto a Venezia, a margine della firma conla Regione Veneto dell’accordo per la riconversione dellacentrale di Porto Tolle – che sia tutto legato al fatto che laSlovenia voglia tenersi un investimento che non vuole spartirecon nessun altro”. Dopo aver ricordato che l’Italia importa e paga l’energiaelettrica prodotta a Krsko, Conti ha aggiunto che “nonostantela buona volontà del presidente del Friuli Venezia Giulia,Renzo Tondo, il matrimonio non si può fare perché – haconcluso – la sposa non c’é” ANSA

E quindi la linea energetica sostenuta fin qui dalla presidenza Tondo subisce una brusca virata. In pratica ora il governatore friulano dovrà affrontare il governo centrale in un lungo braccio di ferro per non portare una delle dieci, ipoteitche nuove centrali nucleari sul territorio friulano. Riguardo al no di Krsko le reazioni delle parti politiche non si sono fatte attendere:

Per Isidoro Gottardo, coordinatoredel Pdl del Friuli Venezia Giulia, ”la Slovenia e’ fortementenazionalista e sfrutta l’appartenenza all’Unione Europea, ma none’ disponibile a nessuna forma di cooperazione”. Gottardo lo ha detto a commento della notizia, riferita ieridall’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, che non cisono margini per una partecipazione italiana al raddoppio dellacentrale slovena di Krsko. ”Non possiamo dare un giudizio positivo – ha aggiunto Gottardo – sia dal punto di vista politico che da quello della cooperazione internazionale”. ”La Slovenia – ha continuato – si fa sentire nei rapporti con l’Italia solo quando deve tutelare la sua minoranza, ma poi il rapporto non e’ ricambiato e non fa nulla o molto poco perfar in modo che al superamento dei confini segua di fatto unacooperazione forte e naturale. Interferiscono sul rigassificatore di Trieste – ha osservato – e noi abbiamo sempre tollerato una centrale nucleare” ANSA

”Sul nucleare in Friuli VeneziaGiulia e’ finito il tempo dei trucchetti: ora il presidenteTondo deve pronunciarsi e dire no”: lo afferma, in una nota,l’europarlamentare e segretario regionale del Pd, Debora Serracchiani. Dopo la conferma da parte dell’amministratore delegato diEnel, Fulvio Conti, che non ci sono margini per unapartecipazione al raddoppio della centrale nucleare di Krsko, inSlovenia, ”dobbiamo aprire gli occhi – osserva Serracchiani – erenderci conto che nello sventurato progetto del Governo diritorno al nucleare e’ pressoche’ inevitabile l’impianto di unacentrale atomica nel Nord-est, e che col venir meno dellafantasiosa idea del raddoppio di Krsko diventa concreto ilrischio di una nuclearizzazione del Friuli Venezia Giulia”. ANSA

”Ora la serieta’ e’ d’obbligo”: lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd nel Consiglioregionale del Friuli Venezia Giulia, Gianfranco Moretton. ”Svanita la possibilita’ da parte della Regione FriuliVenezia Giulia di partecipare a produrre energia attraverso ilraddoppio della centrale nucleare di Krsko, finanziata dall’Enel- precisa Moretton – ci chiediamo quali saranno ora le scelte diTondo”. Il capogruppo del Pd si chiede, in particolare, ”se Tondopromuovera’ il rigassificatore con progetto gia’ avviato nellapassata legislatura o se si porra’ nella condizione di portarsiuna centrale nucleare in casa. Anche in quest’obiettivo delraddoppio della centrale di Krsko, tanto osannato e dato percerto, Tondo ha fallito” ANSA

Per Legambiente del Friuli VeneziaGiulia, ”il no della Slovenia alla partecipazione dell’Italianella costruzione di un nuovo reattore nucleare a Krsko erascontata ed ampiamente prevedibile”. ”La boutade serviva al Presidente Tondo, convinto nuclearista – osserva l’associazioneambientalista in una nota – a togliersi dall’imbarazzo dalsostenere di fronte ai suoi cittadini il via libera allarealizzazione di una centrale nucleare in Regione”,considerando che ”Monfalcone ed altre localita’ del FriuliVenezia Giulia fanno parte della rosa dei papabili siti”. Legambiente si chiede cosa fara’ adesso Tondo e si augura chel’Italia, e la Regione in primis, avvii ”una politica diautonomia energetica legata al territorio, puntando seriamente econcretamente su due grandi opportunita’: efficienza energetica,soprattutto negli edifici (Direttiva Ce del 2009), e fontirinnovabili, soprattutto solare termico e fotovoltaico”. ANSA

E inevitabilmente le voci su Monfalcone nucleare tornano improvvisamente di moda: con ogni probabilità dopo le elezioni il governo Berlusconi dovrà avviare un processo sotto la luce del sole per l’individuazione dei siti idonei. Azzerata la volontà delle regioni il governo ha pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 15 febbraio il decreto che prevede il timing per la indivuazione e la realizzazione delle centrali nucleari: entro fine giugno il governo dovrà realizzare un documento programmatico; entro fine novembre, dopo un lungo processo che vedrà il governo lavorare insieme all’agenzia per la sicurezza nucleare dovrebbero essere diramato il decreto con i parametri definitivi utili ad individuare le aree nella quali localizzare le centrali. Poi sarà il turno della Valutazione strategica ambientale e successivamente dell regioni. IL ministro Scajola ha più volte ricordato che l’obietivo è mettere la prima pietra della prima centrale nel 2013. Il ministro ha anche fissato chiaramente l’obiettivo del governo per quanto riguarda l’energia: Il mix ottimale di generazione verso il quale dobbiamo tendere è composto dal 50% di fonti fossili (gas, petrolio e carbone pulito), 25% di fonti rinnovabili e 25% di nucleare”. fonte Repubblica

Intanto i Verdi hanno diffuso il 14 febbraio fa un documento che sarebbe risultato dall’accordo fra Enel e EDF (l’Enel francese) in sui sarebbero stati individuati alcuni siti adatti alla realizzazione di centrali nucleari: “Tra le regioni che Enel-Edf hanno identificato come siti potenziali per i reattori ci sono: Monfalcone (Friuli Venezia Giulia), Chioggia (Venezia), Caorso (Emilia Romagna), Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Montalto di Castro e Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari (Puglia) o un sito tra Nardò e Manduria, Scanzano Ionico (Basilicata), Oristano (Sardegna), Palma (Sicilia)”