La DIA di Trieste, con l’ausilio della DIA di Napoli, di Milano, di Padova e di Bologna, nonché della Guardia di Finanza del capoluogo giuliano ha eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal GIP del Tribunale di Trieste, nei confronti di soggetti accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per avere costretto professionisti e imprenditori italiani e stranieri, attraverso minacce e intimidazioni, a rinunciare a ingenti crediti, per favorire gli interessi del clan camorristico dei Casalesi.
Sono in corso, altresì, numerose perquisizioni domiciliari a Napoli, Milano, Modena, Padova, Treviso, Udine, Portogruaro (VE) e Trieste. L’attività operativa vede l’impiego di oltre 100 unità, nonché l’utilizzo di sofisticati strumenti di ricerca e localizzazione.
“Piano piano abbiamo una mappatura di carattere generale che ci può consentire di non parlare neanche più di infiltrazioni ma di insediamenti insidiosi” di criminalità organizzata sul territorio. Lo ha detto il procuratore di Trieste, Carlo Mastelloni, durante una conferenza stampa a seguito di un’operazione che ha portato all’arresto di sette persone accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso. “Nel nostro territorio – ha precisato Mastelloni a margine dell’incontro – non è mai accaduto un fatto che vede sette arrestati con l’aggravante del metodo mafioso. Ciò dà modo di pensare a un’allocazione non temporanea di queste organizzazioni sul nostro territorio. Stiamo cercando con le nostre poche forze di creare focolai di inchieste”. Il procuratore ha rimarcato “la carenza di numero nella sezione della Dia di Trieste e nel Ros allocato a Padova”. L’auspicio è di un aumento “di queste forze oramai indispensabili, perché le mafie si muovono con un passo molto più veloce della magistratura”.