Negata Piazza Unità per il Pride FVG 2019

Negata Piazza Unità per il Pride FVG 2019

Il Comitato FVG Pride è indignato e risentito in seguito alle recenti dichiarazioni apparse sulla stampa locale in riferimento alle prese di posizione della Giunta Comunale di Trieste che (la risposta ufficiale è pervenuta solo oggi 25 marzo) dichiara di voler negare la concessione di Piazza Unità all’FVG Pride, e del Presidente della Regione Massimiliano Fedriga che dichiara di voler concedere il patrocinio regionale al Congresso Mondiale delle Famiglie nonché di volervi partecipare in veste ufficiale in qualità di Presidente del Friuli Venezia Giulia.
Entrambe le prese di posizioni dimostrano, ancora una volta, il perpetrarsi di politiche puramente ideologiche nel nostro territorio. La ragione del diniego della Giunta Comunale di Trieste, ovvero la contrarietà all’evento con il documento programmatico della Giunta stessa, presuppone un fatto gravissimo, ovvero che il suolo pubblico non possa essere usato da chi ha un’ideologia diversa da quella portata avanti dalla Giunta. Questo fatto, di per sé già grave, palesa una chiara strategia della Giunta, che vuole ostacolare in ogni modo la nostra manifestazione e il suo pacifico svolgimento.
Essere Sindaco di una città vuol dire rappresentare le istanze di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, a prescindere dal loro colore politico, dal colore della pelle, dalla religione o dall’identità sessuale, e sempre nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana. Proprio per questo è inaccettabile che il Comune di Trieste faccia un uso sfacciatamente politico del suolo pubblico cittadino, che è di tutte e di tutti e che deve essere liberamente accessibile. Ci auspichiamo una rivisitazione della decisione, come successo alla richiesta del Comitato Danilo Dolci per la manifestazione in ricordo della proclamazione delle legge razziali.

Ancor più grave è la presa di posizione dell’attuale Governatore della Regione Friuli Venezia Giulia. Il Congresso Mondiale delle Famiglie vede fra i suoi relatori persone che portano avanti idee prive di qualsiasi fondamento scientifico e il cui obiettivo non è quello di dare supporto alle “Famiglie”. Questo concetto infatti è limitato all’unico modello imposto ed esclude tutti gli altri possibili modelli; il vero obiettivo è quello di portare avanti politiche mirate all’attacco e criminalizzazione verso donne, famiglie e persone LGBTQIA+ che non rientrano e non si adeguano a questo modello unico. Tutto ciò rappresenta un grave attentato ai valori di laicità, libertà e uguaglianza di tutte e tutti. Queste persone portano avanti tesi prive di fondamento scientifico e fortemente minatorie dei diritti umani: sostengono che l’omosessualità vada curata alla stregua di una malattia, paragonano l’interruzione volontaria di gravidanza a un atto di cannibalismo e l’atto omosessuale a un rito satanico, criminalizzano le persone LGBTQIA+ e non riconoscono loro gli stessi diritti di tutte le altre persone. Queste sono idee talmente obsolete da risultare assurde e inaccettabili in uno stato democratico europeo nel 2019. Al giorno d’oggi discutere e patrocinare queste tesi è assolutamente senza senso e fuori dalla realtà. Riconoscere i diritti di autodeterminazione delle donne e la parità di diritti delle persone LGBTQIA+ sono valori
sanciti dalla nostra Costituzione, che non tolgono niente a nessuno né attaccano in alcun modo le famiglie (volutamente plurale, inteso come tutte i modelli di famiglia per i quali ci battiamo). 

La Regione Friuli Venezia Giulia, che è sempre stata un faro e un baluardo dei diritti civili, si vede ora strumentalizzata in modo becero dagli attuali Amministratori per portare avanti una sfacciata battaglia ideologica che va contro i principi di base di laicità, libertà e uguaglianza delle sue cittadine e dei suoi cittadini.
Siamo però convinti che la maggior parte della popolazione del Friuli Venezia Giulia sia dalla parte dei diritti civili e per la difesa della dignità delle persone. Per questo motivo continueremo e siamo pronti a spiegare e discutere i nostri temi in un fitto calendario che nei prossimi mesi verrà proposto in tutto il territorio regionale, fino a concludersi con il corteo finale dell’8 giugno a Trieste.
Il Pride è una piattaforma politica e culturale, un lungo periodo di tempo in cui si affrontano i temi del Manifesto Politico tramite eventi correlati di diversa natura. Invitiamo chi ci critica a partecipare a questi eventi per approfondire il contenuto e il significato del Pride. Siamo sempre stati e sempre saremo aperti al dialogo costruttivo. Ci teniamo a ribadire che un Pride non è solo una parata, ma prima di tutto una rievocazione storica di un momento fondante del movimento di liberazione omosessuale, ovvero i moti di Stonewall del 1969, evento che diede avvio al riconoscimento di pari diritti e dignità per le persone LGBTQIA+ che fino a quel momento erano state costrette a subire in silenzio le discriminazioni, il pregiudizio, la violenza. È grazie ai Moti di Stonewall se tutte le persone LGBTQIA+, a prescindere che siano d’accordo o meno sullo svolgersi di un Pride,
possono ora essere chi sono alla luce del sole e senza paura di conseguenze. E le conseguenze sono proprio quelle che i relatori del Congresso Mondiale delle Famiglie, cui il governatore regionale, Massimiliano Fedriga ha dato il patrocinio regionale, difendono con le loro tesi.
Per tutte queste motivazioni Verona il 30 marzo e Trieste l’8 giugno saranno invase da tantissime persone, da tantissime famiglie che manifesteranno per difendere il concetto di società inclusiva della quale facciamo tutt* parte, a prescindere dalle diversità di ognuno, e nella quale siamo tutt* pari. Manifesteranno contro chi si nasconde dietro una retorica “di facciata” e difende l’idea di società in cui l’uomo può decidere per la donna, in cui la donna non ha libertà di scelta sul proprio corpo, in cui la famiglia è un’imposizione non naturale (cioè non si crea naturalmente, senza l’intervento dello stato, come stabilito dalla Costituzione). Manifesteranno contro chi storpia l’uso di belle parole per inviare messaggi di odio e discriminazione verso gli esseri umani “diversi”.
Per questo motivo invitiamo tutta la società che ancora crede nella civiltà a partecipare al Pride, siete tutt* benvenut* a prescindere dal colore della vostra pelle, dai vostri ideali, dai vostri partiti, dalla vostra religione, dal vostro orientamento sessuale, dalla vostra identità di genere. Oggi più che mai, FVG Pride.
Venite tutt*!