Odissee, par furlan il grande poema epico greco

Odissee

Si intitola “Odissee” lo spettacolo che il 20 aprile debutterà al Teatro Nuovo Giovanni da Udine nell’ambito di Sipari Furlan ed è frutto della sinergia tra il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, la Provincia di Udine e la Civica Accademia D’Arte Drammatica “Nico Pepe” con il sostegno della Fondazione Crup e la partecipazione della Camera di Commercio di Udine. L’inedito spettacolo teatrale ha origine dalla traduzione dal greco in friulano a opera di Alessandro Carrozzo e Pierluigi Visintin e dalla rivisitazione drammaturgica di Claudio de Maglio, regista oltre che autore della drammaturgia, e Carlo Tolazzi, curatore della traduzione friulana. Odissee è stato presentato oggi a palazzo Belgrado dall’assessore provinciale all’istruzione, cultura, pari opportunità e identità Elena Lizzi, dall’assessore regionale alla cultura Roberto Molinaro, dall’assessore alla cultura del Comune di Udine Luigi Reitani, dal presidente della Fondazione Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” Tarcisio Mizzau, dal regista e drammaturgo di Odissee Claudio de Maglio, dal curatore delle traduzioni in friulano e della trasformazione in drammaturgia Carlo Tolazzi. «L’importanza di questa realizzazione teatrale – ha spiegato Lizzi – sta di fatto nella rappresentazione in lingua friulana, secondo i canoni professionali e nel “teatro massimo” del territorio provinciale, ove finora le occasioni in marilenghe sono state, oserei dire, quasi occasionali. Senza entrare nel dettaglio delle scelte tecniche, drammaturgiche e interpretative, che lasceremo commentare al pubblico e agli studiosi del settore, voglio sottolineare che le richieste e la disponibilità della Provincia sono finalmente ascoltate. Per questo motivo ringrazio tutti quanti si sono adoperati per la riuscita dell’iniziativa. Fin da subito – ha proseguito – ci siamo impegnati per dare al già presente e pregiato teatro amatoriale l’anello di congiunzione al teatro professionale, al fine di consolidare nei friulani la cultura del teatro in marilenghe, inteso come forma artistica espressiva, ma anche identitaria di un popolo che vanta un proprio orgoglio, non necessariamente di contemplazione nostalgica, come a volte alcuni vorrebbero far credere. Lo dimostrano i contenuti dell’opera tradotta e reinterpretata, che a volte percorrono uno slalom tra le scelte di rappresentazione linguistica e quelle di confronto su temi attuali, che faranno certamente discutere nel confronto con l’opera originale. E poi – ha aggiunto -, mi si consenta: l’opera potrebbe entrare anche nel cartellone di Mittelfest, se l’associazione vorrà guardare anche alla produzione “casalinga”. Dopo le operazioni di insegnamento in classe con il CLIL, la Provincia incassa un altro punto a favore nell’affermazione che il friulano è lingua viva».
Per Mizzau, «la missione del teatro è quella di fare cultura attraverso lo spettacolo. Con questa operazione l’intento è quello di accendere un processo che risponda alle esigenze di questo particolare territorio. Si tratta inoltre di un’operazione fondamentale per la cultura friulana». Un riferimento Mizzau l’ha voluto fare anche ai temi principali dell’opera. «I temi universali del viaggio, del ritorno e dell’avventura sono molto sentiti dai friulani che, nel corso della loro storia, hanno saputo abbandonare la propria terra per cercare una vita migliore all’estero». Quanto al futuro della produzione in lingua friulana, Mizzau ha assicurato che «quanto avviato con l’attuale stagione teatrale per il friulano avrà certamente continuità».
Estrema soddisfazione per una così importante operazione per la cultura friulana è stata espressa anche dagli assessori regionale e comunale alla cultura, Molinaro e Reitani.
A Claudio de Maglio il compito di illustrare i dettagli dello spettacolo. “Odissee” si presenta come un mosaico che mette in relazione la varie tappe dell’Odissea tradizionale attraverso una rilettura contemporanea basata sull’articolazione di un intreccio di vissuti in cui tutti sono protagonisti: Odisseo oltre ad essere l’eroe astuto, coraggioso e paziente è anche colui che rende viva la sua identità perché legata a un forte tessuto di relazioni fondamentali ( la terra, la moglie, il figlio); i compagni invece, affidandosi a un capo astuto e geniale (artefice dell’inganno del cavallo di troia) rappresentano la speranza di una vita migliore e fanno pensare ai tanti “senza storia” cioè agli immigrati e immigranti che nutrono la storia e la cronaca delle nostre terre.
C’è poi l’Odissea di Telemaco, simbolo della crescita e dell’iniziazione verso l’età adulta (rappresentata da un giovane costretto a vivere senza una figura paterna), per passare infine all’Odissea di Penelope che racconta la storia di una moglie fedele e di una donna forte che vive attraverso uno stato di latenza lacerante ma allo stesso tempo salvifico. L’intreccio di queste storie e la tela di Penelope raccontano il viaggio stesso di Odisseo cioè dell’eroe che si avvicina e si allontana da casa, dall’amata terra, dalla sposa e dal figlio.
L’originalità del testo “Odissee” nasce dalla collaborazione di diverse forze culturali del territorio e dalla capacità di impegno da parte di nomi di rilievo nel nostro patrimonio artistico-teatrale.
Un altro viaggio importante è quello che penetra nella ricchezza di una lingua viva come il friulano che si declina nelle tante e diverse parlate di zona offrendo così immaginari e mondi diversi: «abbiamo immaginato la Grecia come un grande Friuli» ha raccontato Carlo Tolazzi. Il suo lavoro, infatti, si basa sul recupero di quattro o cinque varietà di friulano, compreso quello di Navarons di Novella Cantarutti che, partendo dal testo di Carrozzo-Visintin, pietra miliare di tale percorso, è stato contaminato su vari livelli.
Gli interpreti che hanno preso parte a questo innovativo lavoro sono: Massimo Somaglino, Maria Ariis, Fabiano Fantini, Elvio Scruzzi, Chiara Donada, Claudia Grimaz, Nicoletta Oscuro, Giuliano Bonanni, Federico Scridel, Stefania Ugomari di Blas, Francesco Godina, Valdi Tessaro, Monica Aguzzi, il piccolo Alessandro Bile e gli allievi del I° anno di corso dell’Accademia Nico Pepe. Di significativa importanza sono anche i canti composti da Giovanna Marini, le musiche di Vittorio Vella, la direzione del coro e la consulenza musicale di Marco Toller, la scenografia di Giuseppe Rocco, l’editing video di Paolo Comuzzi, la direzione di scena di Claudio Mezzelani, il disegno luci di Stefano Chiarandini, la direzione fonica di Claudio Parrino, i costumi di Emanuela Cossar e l’assistenza alla regia di Francesco Godina.

lo spettacolo in programma martedì 20 aprile alle 20.45 al Teatrone