Net prosegue l’intensa attività di educazione e informazione ambientale in città dando la priorità alla collaborazione costante con cittadini, veri protagonisti dell’evoluzione ambientale in atto a Udine.
Come raccogliere smaltire l’olio esausto alimentare per evitare gravissimi danni all’ambiente?
Net e Comune di Udine mettono gratuitamente a disposizione gli specifici contenitori per la raccolta degli oli esausti, ritirabili presso la sede operativa della società in via Gonars 40. Il conferimento dell’olio raccolto dovrà essere effettuato nei centri di raccolta siti in via Rizzolo e via Stiria. Va ricordato che questa iniziativa riguarda solo gli oli alimentari e non gli oli minerali, che non devono invece essere assolutamente conferiti all’interno di questi contenitori.
L’olio alimentare esausto (rifiuti tipo “oli e grassi e commestibili” codice CER 200125) se versato negli scarichi domestici o sul terreno crea danni ambientali rilevantissimi, perché innanzitutto non è assolutamente un prodotto biodegradabile. L’olio alimentare e di frittura diviene un rifiuto quando, a seguito del suo utilizzo, subisce un processo di ossidazione, assorbendo le sostanze inquinanti della carbonizzazione dei residui dei cibi in esso cotti o fritti, da qui il termine “esausto”, ovvero non più utilizzabile a causa della perdita delle sue principali caratteristiche organolettiche.
I danni arrecati dal versamento in ambiente di questo particolare rifiuto (in acqua e terra) sono, sia a livello economico che ambientale enormi.
L’olio versato nello scarico del lavandino, dopo avere percorso la rete fognaria, raggiunge gli impianti di depurazione all’interno dei quali risulta impossibile eliminare completamente proseguendo la sua “corsa” verso il mare: un solo litro versato in uno specchio d’acqua è in grado di formare una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio e di rendere non potabile un milione di litri d’acqua (pari a circa la quantità consumata da un individuo in 14 anni di vita).
Disperso nel suolo inoltre rappresenta un grave problema per le piante e gli alberi dal momento che la sua presenza nel terreno, oltre a sterilizzarlo, ne impedisce l’assorbimento delle sostanze nutritive necessarie al loro sviluppo, peraltro con il rischio di rientrare nella catena alimentare come mangime per gli animali, con relative conseguenze anche sulla nostra salute. Inoltre, vi è il concreto rischio di inquinamento freatico, con un impatto serio sui pozzi di acqua potabile e conseguenti danni agli impianti di trattamento acquedottistico.
Nei contenitori appositi di Net possono essere dunque conferiti:
- oli e grassi di frittura
- oli e grassi vegetali rancidi e scaduti
- strutto e burro sciolti
- oli di prodotti conservati in barattolo
Non vanno invece conferiti:
- oli minerali e lubrificanti da motori
- salse, maionese e altri condimenti (es: salamoie)
- resti di cibo impregnati di olio vegetale
- prodotti chimici
Perché è importante riciclare l’olio vegetale esausto?
La “rigenerazione” è una speciale fase di lavorazione degli oli usati attraverso la quale si ottengono nuove basi lubrificanti con caratteristiche chimico-fisiche e tecnologiche analoghe a quelle prodotte dal petrolio greggio ma meno inquinanti.
Una volta raccolto, l’olio vegetale esausto viene dunque rigenerato per produrre biodiesel o altri prodotti: secondo il Decreto Ministeriale n. 186 del 5 febbraio 1998 e ss.mm.ii, quest’olio è utilizzabile per attività e prodotti di recupero come l’industria saponiera, i tensioattivi (con l’uso della glicerina prodotta dalla reazione chimica attraverso la quale si arriva comunque al biodiesel), i materiali grassi e i prodotti per l’edilizia.
Con 100 kg di olio alimentare esausto si possono ricavare circa 65 kg di olio lubrificante base rigenerato (circa il 25% del mercato complessivo degli oli base lubrificanti è costituito da basi rigenerate) e 20/25 gr di biodiesel. In caso di qualità dell’olio scarsa o contaminata da agenti esterni, il liquido organico viene eliminato tramite un processo di termodistruzione. È quindi opportuno non miscelare l’olio vegetale ad altri oli, specialmente con quelli minerali destinati ai motori.
L’Italia detiene il primato europeo nella rigenerazione dell’olio lubrificante usato con una percentuale che si attesta intorno all’88% delle quantità raccolte (a fronte di un 56% della Germania e di un 46% della Francia). In Gran Bretagna addirittura non si rigenera l’olio usato mentre la media europea si attesta intorno al 41%.