Sarà visitabile domenica 8 marzo e lunedì 9 marzo sotto la loggia del municipio di Pordenone, la mostra fotografica “il fascino profondo nel profondo fascino” curata dall’architetta Mariangela Martellotta e promossa dall’Unione Speleologica Pordenonese CAI con il patrocinio del Comune di Pordenone, e in collaborazione con la Sezione Pordenone del Club Alpino Italiano e la Società Speleologica Italiana. Inizialmente prevista nella sola giornata dell’8 marzo è stata ampliata di una giornata, considerando che a causa delle misure preventive contro il coronavorus la maggior parte degli eventi del calendario “L’8 marzo dei comuni” è stata annullata o rinviata. L’intento dell’autrice è quello di raccontare l’interiorità delle donne, colte in una attività particolare che le mette in contatto con le viscere profonde della terra. Sono scatti delicati, realizzati sia su richiesta, sia “a sorpresa”, che vede le speleologhe in situazioni particolari, in mezo al fango o appese nel vuoto, spesso immerse nei propri pensieri o concentrate nella situazione. “Questa mostra – sottilinea l’assessora alle pari opportunità Guglielmina Cucci – che le donne possono fare tutto quello che vogliono oltre gli stereotipi e la costruzione sociale che le preferisce vedere solo in determinati ruoli o situazioni, e che posono essere semplicemente se stesse, seguendo i propri desideri, le proprie passioni e le proprie inclinazioni. Inoltre – altro espetto estremamente evocativo – la grotta ha un significato simbolico molto potente: sin dall’antichità è il simbolo del grembo femminile, luogo dal quale si genera la vita e per questo molte grotte sono considerati luoghi sacri. Essere speleologa dunque per una donna, assume anche il significato di connettersi con la propria identità più profonda e con una sacralità antica, oggi spesso dimenticata, ma di cui rimangono tracce importantissime”.
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