Firmato l’accordo attuativo fra Comune di Udine e l’Ateneo della città per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Recentemente è stato presentato, nel corso di una videoconferenza tra il Consiglio Comunale e l’Università di Udine, un progetto di ricerca volto a rendere operativo e concretizzabile il PEBA, ovvero il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, strumento a disposizione delle amministrazioni pubbliche per incentivare l’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi e negli edifici pubblici già esistenti. Il PEBA è un documento indispensabile per salvaguardare la qualità della vita delle persone diversamente abili e attraverso il quale i luoghi pubblici verranno dotati di tutti i dispositivi necessari a garantire la mobilità e verranno sottoposti a una revisione degli spazi affinché sia consentito un autonomo e agevole spostamento anche alle persone in sedia a rotelle o con difficoltà motorie. Trovare ascensori, rampe, piattaforme elevatrici e montascale a Udine non dovrebbe può costituire un problema.
All’incontro, anche se virtuale, erano presenti il Sindaco Pietro Fontanini, l’Assessore alla Pianificazione Territoriale Giulia Manzan e l’Assessore ai Rapporti con l’Università di Udine Giovanni Barillari; per l’Ateneo friulano, invece, presenziavano Roberto Pinton, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, la Professoressa Christina Conti, referente del progetto e il Professore Mauro Pascolini, responsabile di Cantiere Friuli, officine di ricerca e lavoro per il Friuli Venezia Giulia. Il contributo dell’università è stato fortemente voluto dal Comune, che, per velocizzare l’iter di attuazione del PEBA, ha coinvolto l’Ateneo nella definizione di un piano fattivo del progetto, soprattutto per quanto riguarda, come specificato dall’Assessore Giulia Manzan, le conoscenze in ambito di «inclusione sociale, sostenibilità, innovazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale».
È infatti attraverso l’attività di studio e di ricerca dell’università che il Comune potrà mappare la situazione attuale del proprio territorio e individuare le problematiche evidenti a una prima analisi; questa prima mappatura indicherà la strada da seguire per sviluppare le soluzioni più adeguate ad ogni casistica e mettere in atto modificazioni e interventi atti ad abbattere le barriere architettoniche. E proprio il progetto Cantiere Friuli è l’organo istituito per coordinare l’Officina “Rigenerare la città e il territorio”, specializzata proprio nelle suddette attività. L’accordo prevede lo stanziamento di una considerevole somma sia da parte del Comune – che investirà circa 25 mila euro – sia da parte dell’Università – che ne verserà 10 mila: cifre rilevanti, necessarie a garantire tempi brevi per la realizzazione e il successo del progetto, il cui obiettivo andrà realizzato, almeno nelle intenzioni delle due parti, entro la fine dell’anno. Tale “scadenza” è stata fissata in modo che, già a partire dai primi mesi del 2021, il Comune possa trarre una stima dei costi totali destinati agli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, vero fulcro del piano PEBA, stima che si baserà proprio sulla relazione stilata dall’Università.
La collaborazione tra enti comunali e organi universitari è fondamentale per lo sviluppo della città e molti passi si stanno facendo in questa direzione, già da diverso tempo. Il sindaco Fontanini, a tal proposito, ha tenuto a ribadire che «ancora una volta l’Università mette a disposizione della città di Udine le proprie competenze, professionalità e strumentazioni per la definizione di una visione prospettica e di lungo periodo del nostro territorio già avviata con l’esperienza del Cantiere Friuli. E lo fa in un ambito, quello dell’accessibilità agli spazi pubblici da parte delle persone con difficoltà motorie, che più di altri richiede interventi urgenti e concreti per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Il mio grazie va quindi al Magnifico Rettore e ai professionisti che dedicano le proprie energie e il proprio talento al miglioramento della qualità della vita dei cittadini».
Anche il rettore Pinton si è dichiarato soddisfatto degli sviluppi della collaborazione tra l’Ateneo e il consiglio comunale: «questo accordo – ha dichiarato – è l’ennesimo tassello inserito nel quadro della feconda collaborazione tra Università e Comune che, dalla sigla nel maggio dello scorso anno del Protocollo di intesa tra i due Enti, ha già visto concretamente realizzarsi diversi momenti di proficua operatività. In particolare oggi, grazie al contributo del Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura e di Cantiere Friuli, l’Università si trova ad essere parte attiva, propedeutica ed essenziale alla realizzazione di un piano che, nel valorizzare e rendere più fruibile il patrimonio artistico e architettonico della città anche alle persone disabili, renderà Udine ancor più vivibile e inclusiva».
L’accessibilità dei beni patrimoniali del Comune è una priorità importante per migliorare concretamente la qualità della vita delle persone con disabilità. Non dimentichiamo che gli interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche sono utili all’utilizzo del suolo pubblico anche da parte di altre categorie di persone che risentono di una ridotta capacità motoria, come gli anziani e le persone che si spostano insieme a bambini piccoli, che necessitano di un passeggino o di una carrozzina. È a tutti costoro che si dedicano oggi questi investimenti, nella speranza di trovare presto una città ancora più inclusiva e a disposizione di tutti.