Alle aziende sanitarie, già la prossima settimana, saranno distribuiti 5 mila kit per compiere i test rapidi sull’antigene del Covid da utilizzare nelle scuole, in modo da avere in breve tempo gli esiti su eventuali positività tra gli studenti, accelerando così anche il successivo tracciamento. Attendiamo inoltre di sapere quanti test rapidi il Friuli Venezia Giulia potrà ricevere dalla gestione commissariale statale”.
Lo hanno detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute Riccardo Riccardi e l’assessore all’Istruzione Alessia Rosolen al termine dell’incontro svoltosi questa mattina assieme al direttore dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame e i rappresentanti delle direzioni centrali Salute e Istruzione.
“L’intento – hanno spiegato gli esponenti dell’Esecutivo – era quello di mettere a punto le procedure con le quali poter utilizzare i test rapidi ma anche definire assieme in modo più puntuale le casistiche sulle possibilità di contagio e l’utilizzo del materiale per la sanificazione delle scuole”.
Il vicegovernatore e l’assessore hanno inoltre illustrato la “fotografia” della situazione legata alla diffusione del virus nei plessi del Friuli Venezia Giulia. “Al 30 settembre sono 33 i casi positivi accertati nei 27 istituti coinvolti sino ad oggi, mentre i soggetti in quarantena risultano essere 465. Inoltre attualmente sono due i focolai in due diversi istituti della regione”.
Nella suddivisione territoriale della casistica, a Udine sono 10 le scuole interessate dalla presenza di studenti positivi al Covid, mentre 7 sono quelle in provincia di Pordenone, 6 a Gorizia e 4 a Trieste. Per quanto riguarda invece la diffusione del virus tra gli allievi, nell’udinese sono 10 gli studenti affetti da Coronavirus mentre 140 ragazzi sono stati posti in quarantena. Nel resto del territorio regionale, nel pordenonese i casi positivi nelle scuole sono 9 (62 ragazzi in quarantena), 8 nell’isontino (163 in quarantena) e infine 6 nell’area giuliana (100 in quarantena).
L’utilizzo dei test antigenici rapidi è in grado di assicurare una diagnosi accelerata di casi di COVID-19, consentendo una tempestiva diagnosi differenziale nei casi sospetti tra sindrome influenzale e malattia da SARS-CoV2, diversamente dai test molecolari per i cui risultati l’intervallo di tempo utile risulta più ampio.
L’utilizzo dei test antigenici rapidi, seppure considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test, potrebbe anche in ambito scolastico accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19.
La frequenza di episodi febbrili nella popolazione scolastica nel periodo autunnale e invernale sarà infatti presumibilmente molto elevata e sarà necessario ricorrere spesso alla pratica del tampone per escludere in tempi rapidi la possibilità che si tratti di COVID-19 e per individuare rapidamente i casi, isolarli e rintracciarne i contatti, facilitando la decisione di applicare o meno misure quarantenarie in tempi brevi e con un risparmio notevole di risorse, evitando un eccessivo sovraccarico dei laboratori di riferimento.
In caso di sospetto diagnostico o in caso di esposizione al rischio del personale scolastico o degli alunni, si potrà perciò ricorrere anche al test antigenico rapido.