Si è tenuta questa mattina, alla presenza del Sindaco di Udine Pietro Fontanini, del Vicesindaco e Assessore ai lavori pubblici Loris Michelini e dell’Assessore ai grandi eventi Maurizio Franz, la cerimonia di consegna dei lavori di adeguamento di Casa Cavazzini.
“Con questo intervento – ha dichiarato il Sindaco – intendiamo finalmente dotare il Museo di arte moderna e contemporanea della città di tutti i requisiti necessari per poter entrare a pieno titolo nel circuito espositivo internazionale che richiede il rispetto di precisi standard climatici, illuminotecnici e di sicurezza. La prima volta della nuova Casa Cavazzini è prevista per ottobre con la mostra “La forma dell’infinito” che sarà curata da Don Geretti e dal Comitato di San Floriano di Illegio, che ringrazio, e che sarà in grado di attirare nella nostra città decine di migliaia di turisti”.
Nello specifico saranno ripensati gli spazi di servizio interni al museo per garantirne una migliore fruibilità e rendere la struttura più completa in termini di funzioni, gestione e percorsi, potenziando i collegamenti verticali, definendo nuovi percorsi orizzontali all’interno delle aree del Museo e rifacendo l’intero impianto. Verrà effettuata una riorganizzazione funzionale delle aree interne (esposizione permanente, esposizione temporanea, accessi, distribuzione verticale, individuazione dei percorsi connettivi interni, aree di servizio), sarà realizzato uno spazio allestitivo temporaneo in grado di funzionare come una “scatola nella scatola”, verranno installati un nuovo impianto di climatizzazione close-control, con controllo puntuale di temperatura e dell’umidità, con la conseguente riduzione della dispersione termica e degli sprechi, un nuovo sistema di sicurezza di terzo livello, dotato di una control room interna e collegato con società di sicurezza esterne (saranno installate nuove telecamere a funzionamento notturno, sia interne che esterne all’edificio, e dieci telecamere con grado di definizione “face recognition” nei punti sensibili e lungo i percorsi principali dell’esposizione) e un impianto illuminotecnico a tecnologia Led con sistema di gestione Dali, specifico per la creazione diversi scenari e in grado di sostenere la quasi totalità degli allestimenti possibili negli spazi progettati.
Saranno inoltre create delle aree “servizi”; attraverso l’organizzazione delle attuali aree del piano terra e piccoli interventi di allestimento e di arredo, si ricaveranno degli spazi ricettivi adeguati a un’alta affluenza di visitatori, potendo in questo modo garantire la coesistenza tra gli spazi espositivi permanenti e temporanei e gestire eventi affollati come conferenze, presentazioni, manifestazioni culturali.
A fronte della crescente utenza e dell’attuale esigenza di trasportare tutte le tipologie di opere ai diversi piani dell’edificio, è prevista la realizzazione di un ascensore esterno che sarà posizionato nella corte esterna a nord ovest dell’edificio.
“Si tratta – ha sottolineato il Vicesindaco Michelini – di un intervento storico, perché per la prima volta Udine ha a sua disposizione uno spazio espositivo in grado di accogliere le più importanti opere esistenti, diventando un vero e proprio polo culturale a livello europeo. Ma la nuova Casa Cavazzini porterà in città non solo cultura ma anche affari grazie all’indotto determinato dagli importanti afflussi di visitatori e turisti che ci aspettiamo”.
Anche per l’Assessore Franz si tratta di un “progetto ambizioso che pone Udine al centro della scena artistica europea e internazionale. Ci attendiamo, nei sei mesi di apertura al pubblico della mostra, oltre 60mila visitatori attirati dalle 60 opere provenienti dai più prestigiosi musei al mondo e dal nome di Don Alessio Geretti, che è ormai per tutti, anche fuori dai confini della nostra Regione, una garanzia di qualità e di serietà”.
Le esposizioni temporanee saranno ospitate al secondo piano dell’edificio mentre le quelle permanenti saranno visitabili al primo piano e in parte del piano terra.
Attraverso questo lavori, il Museo rispetterà gli standard di sicurezza previsti per le mostre internazionale previsti nei “facilita reports” che costituiscono, di fatto, delle check-list dalle quali emerge se tutte le caratteristiche richieste al contenitore delle mostre siano soddisfatte. In caso di non ottemperanza, in occasione dei controlli che precedono l’arrivo delle opere, non viene dato il benestare al prestito.
I lavori, che costeranno 1.238.000 euro e che sono stati affidati secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa all’impresa Di Betta Giannino srl, che realizzerà il progetto esecutivo stilato dallo Studio Gherardi Architetti e dallo Studio Chodin, saranno in parte finanziati con il contributo regionale “Intesa Sviluppo 2019-2021” e in parte dal Comune con fondi relativi al capitolo “Acquisizione di beni immobili” Bilancio 2020-2022.
La conclusione dei lavori è prevista entro l’estate al fine di consentire già a ottobre l’organizzazione della mostra curata da Don Geretti “La forma dell’infinito”.
LA STORIA
Casa Cavazzini ospita importanti raccolte di dipinti e sculture che caratterizzano un percorso artistico che va dalla fine dell’800 sino ai giorni nostri. Aperto al pubblico nel 2012 dopo un lungo periodo di ristrutturazione su progetto dell’architetto Gae Aulenti, è il risultato dell’accorpamento di una serie di proprietà immobiliari preesistenti.
Attorno al 1540, l’originario palazzo Savorgnan divenne proprietà della famiglia Colombatti, originaria di Faedis, mentre agli inizi del ‘900 l’ultimo discendente della famiglia, il conte Gustavo Colombatti, diede in affitto i locali del piano terra a Dante Cavazzini (1890-1987) che ne fece la sede del suo negozio di tessuti per l’arredamento “Al Ribasso”. Alla morte di Colombatti, nel 1937, Dante Cavazzini acquistò l’intero edificio trasferendovi la propria residenza. Fu così che il primo piano dello stabile fu fatto ristrutturare dall’architetto Ermes Midena (1895-1972) trasformando gli spazi in una residenza, di cui oggi sono ancora visibili gli arredi originari e le decorazioni murali a tempera di Afro Basaldella (1938). L’immobile verrà poi acquisito dal Comune di Udine per volontà testamentaria, dopo la morte di Cavazzini.
L’aspetto storico artistico presente è presente nei locali dell’immobile: in alcune sale del primo piano sono presenti pregevoli affreschi risalenti alla seconda metà del ‘300 raffiguranti soggetti profani; al piano terra invece è presente una bellissima “vasca-cisterna“alla veneziana”del XVI secolo e lo spazio di un deposito di vasellame protostorico databile alla prima età del ferro (seconda metà dell’VIII sec a.C.), che costituisce il ritrovamento più antico documentato nel sito di Casa Cavazzini