Le elezioni regionali tra le cause della seconda ondata dell’epidemia di coronavirus. E l’ipotesi che prospetta Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano. Ho chiesto di fare diversi modelli” per analizzare quali fattori possono condizionare una ripresa del contagio da Sars-CoV-2. “Per esempio ne ho uno che parte anche dal giorno delle famose elezioni” che si sono tenute in alcune regioni a settembre e che “ci hanno portato ad aprire le scuole in queste regioni, richiuderle” per allestire le urne “e poi riaprirle. Ebbene, alla fin fine da quel che salta fuori non è impossibile che anche le elezioni, e non solo la scuola, un loro peso ce lo abbiano avuto nel far ripartire la seconda ondata” di Covid-19 in Italia, dice durante il XXII congresso nazionale della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), online da oggi al 29 gennaio.
L’esperto analizza i possibili ‘motori’ del contagio, lancia un monito sugli assembramenti evitabili – fra l’altro in questi giorni di crisi di governo in cui fra le possibili prospettive c’è giocoforza anche quella di nuove elezioni – e cita fra le altre cose una “metanalisi su 131 paesi che va a vedere cosa succede dal punto di vista della trasmissione del virus e gli elementi che la condizionano. Quando si parla di scuole, io segnalo che dopo 28 giorni la riapertura si vede un 24% di aumento dell’indice Rt. E quindi quando ti senti dire che sono irrilevanti da questo punto di vista è discutibile”. Galli accende i riflettori su quelle situazioni che “favoriscono la concentrazione di più di 10 persone”.
E quanto alla scuola nello specifico “non sono irrilevanti 203mila infezioni in età scolare dal momento in cui si riapre al momento del decreto che richiude molte. Quando i ragazzi si infettano fanno da amplificatore familiare e 14-18enni hanno una parte preponderante nel totale dei contagi in questa fascia d’età”.
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