“In relazione alla strategia della Regione sui centri vaccinali posso assicurare che se si dovesse ripartire con una campagna massiva il sistema sarebbe pronto a riavviarsi al ritmo, come dimostrato in precedenza, di 100mila somministrazioni a settimana. Ovviamente oggi non ne vediamo ragione e speriamo non accada”.
Lo ha detto questo pomeriggio a Trieste il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, in sede di Commissione III del Consiglio regionale durante il punto all’ordine del giorno dedicato all’audizione dei tre direttori delle Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia e dello stesso Riccardi sul tema delle vaccinazioni.
Come ha spiegato Riccardi, non si può ridurre quanto fatto per le vaccinazioni in regione a qualche criticità sporadica che si è verificata nell’ambito della messa in atto di “qualcosa che non era mai stato fatto in passato”.
“Il bilancio infatti – ha detto l’esponente della Giunta – è senz’altro positivo, in linea con quella che è la percezione che ho avuto girando per tutti gli hub regionali. A ciò si somma la collaborazione fornita dai volontari: sia sul piano sanitario sia su quello altrettanto importante della logistica e dei trasporti”.
Rispondendo alla questione legata a un’eventuale destinazione delle economie generate proprio dall’operato dei volontari il vicegovernatore ha fatto presente che le Regioni rivendicano dallo Stato, per i costi del Covid sull’esercizio finanziario 2021, circa 4,9 miliardi di euro non ancora corrisposti.
“Economicamente – ha aggiunto – abbiamo fatto le cose con le forze che avevamo e ci auguriamo che il Governo ci metta a disposizione quelle risorse che finora non sono arrivate, in un quadro in cui ci sono Regioni, non la nostra, che non riescono a chiudere il bilancio”.
Passando alle cifre, come ha ricordato Riccardi, in Friuli Venezia Giulia sono state eseguite 2.600.000 somministrazioni avendo ricevuto 2.800.000 dosi. Riferendosi alla percentuale di persone che non si sono vaccinate, il vicegovernatore ha parlato di “un ritardo strutturale” che vedeva già i sanitari della regione aderire in percentuali esigue (circa il 18 per cento) alla passate vaccinazioni antinfluenzali. “Noi – ha rilevato Riccardi – abbiamo un 2,7 per cento in meno della media nazionale in prima dose, partendo però con dati molto più bassi. Si può fare meglio, ma non possiamo dimenticare da dove iniziavamo e che poi la popolazione si è vaccinata in modo consistente. Questo perché abbiamo mantenuto tutti i target che la gestione commissariale ci ha indicato: vedi gli oltre 100.000 vaccini a settimana”.
Sulle previsioni per i centri vaccinali, come ha risposto Riccardi, si attende quello che deciderà la scienza anche in merito all’eventuale inoculazione generalizzata della quarta dose.
Oltre a ciò, il vicegovernatore ha rimarcato il peso, in termini di personale e di risorse, che grava sul sistema sanitario regionale a causa dell’emergenza dei profughi ucraini, che sono per lo più donne e bambini piccoli ai quali deve essere garantita la sorveglianza sanitaria.
Da parte loro, infine, i direttori generali delle Aziende hanno confermato, in un quadro di ospedalizzazioni per Covid in netto calo, una potenzialità vaccinale nei centri regionali attualmente utilizzata al 10 per cento
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