Capovolgere all’Infinito

Capovolgere all’Infinito

Oltre tremila persone – dai bambini agli anziani – coinvolte attivamente su sei territori della regione Friuli Venezia Giulia (Fagagna, Lignano Sabbiadoro, Mortegliano, Pasian di Prato, Pozzuolo del Friuli, Romans D’Isonzo), per 10 mesi, con un calendario di 60 iniziative, le più varie, realizzate per le comunità, ma soprattutto con le comunità, comprese oltre 20 scuole. In occasione della conferenza stampa, ospitata dalla sede udinese della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Mara Fabro, presidente di Damatrà Società Cooperativa Sociale Onlus, Claudia Cantarin, curatrice del percorso formativo e Francesco Rossi, project manager, alla presenza di Alessia Rosolen, Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, hanno tracciato il bilancio di Capovolgere all’Infinito, ma anche presentato il ciclo di sei conferenze in programma nelle prossime settimane.

CAPOVOLGERE ALL’INFINITO – È stato necessario partire dai numeri per rendere l’idea della complessità e delle molte sfumature di questo progetto che è nato dopo il Covid come percorso di scoperta e valorizzazione dei luoghi e delle persone che li vivono. «Il progetto Capovolgere all’Infinito – ha sottolineato Rossi – ha visto un network interrogarsi su come, in fase post-Covid, l’educazione possa uscire dagli ambiti più formali e coinvolgere la comunità con le modalità più diverse». Si tratta infatti di un progetto ambizioso e importante che è stato finanziato dal Dipartimento per le politiche della famiglia (presidenza del Consiglio dei Ministri) nell’ambito del bando “Educare insieme”, e ha ricevuto anche il sostegno di Fondazione Friuli e Fondazione Pietro Pittini e il patrocinio del Comune di Fagagna e che vede Damatrà come capofila di una lunga cordata di partner e collaboratori. Insieme hanno lavorato unendo energie, idee e competenze per attivare numerosi laboratori, esperienze educative, formative e relazionali: mappe di comunità, laboratori di peer education (educazione tra pari) nelle scuole; di murales nei quartieri; di autocostruzione; di lettura; di narrazione; esplorazioni nella natura ma anche multimediali; percorsi di co-progettazione con i territori; feste di comunità; e un ciclo di conferenze che si svolgerà fra fine ottobre e i primi di novembre e andrà idealmente a chiudere un ciclo che è durato quasi un anno.

IL BILANCIO – A fare il punto su quanto fatto fin’ora, è stata Mara Fabro, la quale ha spiegato: «Abbiamo cominciato da Cjase di Catine (sede gestita proprio da Damatrà, a Villalta di Fagagna) che è stato un incubatore attraverso il quale capire come riattivare le comunità. Quanto realizzato lì, in parte è stato replicato sugli altri territori, che non abbiamo scelto a caso, ma in cui sappiamo esserci realtà che culturalmente, li presidiano». È emerso qualcosa di interessante. A prescindere dalle attività proposte, e dall’età delle persone coinvolte «la cosa migliore da fare è dare i contenuti e lasciarli maneggiare a chi in quel territorio vive, perché possa adattarli, come un vestito fatto su misura». I risultati sono stati positivi e il riscontro entusiasta: «Credo che il progetto abbia centrato l’obiettivo di rimettere in moto la comunità intorno a loro stesse e per questo bisogna sottolineare il grande intervento da parte delle associazioni, davvero attente ai territori in cui abitano».

«Nel corso di questi anni mi sono resa conto, ed è probabilmente anche uno dei punti di partenza da cui è nato questo progetto, che fino ad ora abbiamo pensato all’educazione come a qualcosa che avviene solo all’interno del sistema scolastico. Ma mai come durante il Covid e come sta avvenendo in questo periodo – ha sottolineato l’assessore Rosolen – ci stiamo rendendo conto che, in realtà, tutto il sistema educativo e formativo non esiste se non esistono i territori e le comunità. Comunità è una di quelle parole che fino a qualche anno fa sembrava una cosa limitativa, ma in realtà è la capacità di valorizzare e integrare, il che significa far avere a tutti le stesse possibilità e conoscenze, gli stessi punti di partenza. Vi ringrazio perché avete portato una visione diversa di educazione. Ritengo infatti che per educare un bambino sia importante il contesto nel quale cresce e le opportunità che gli vengono date a fare la differenza. Per questo grazie per quanto fatto e farete». 

EDUCAZIONE – «Sono stati mesi impegnativi e coinvolgenti – ha proseguito Cantarin -, in cui abbiamo cercato di dare risposta a molte domande come: Cosa vuol dire essere una comunità educante? Cosa vuol dire lavorare per il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi attraverso metodologie diverse da quelle formali? Perché è fondamentale creare delle reti territoriali forti? Capovolgere all’infinito ha provato a rispondere in sei modi diversi. Ora con gli incontri in programma, che affronteranno il tema della comunità educante attraverso l’inclusione, la creatività, il territorio, l’esplorazione, la danza e il gioco, cercheremo ulteriori spunti di riflessione».

«La Fondazione Pietro Pittini – ha spiegato Linda Carello, presente in conferenza stampa – è felice di sostenere questo progetto che rientra nelle sue finalità istituzionali. “Capovolgere l’infinito” infatti si muove in continuità con il nostro programma “didattica 4.0” che ha lo scopo di rafforzare le conoscenze e competenze degli insegnanti e della comunità educante nel suo complesso per garantire ai bambini un apprendimento innovativo, efficace e al passo con le più nuove evidenze pedagogiche. “Capovolgere l’Infinito” si muove in questa direzione proponendo occasioni di stimolo e apprendimento su tematiche che sono oggi più che mai centrali per i ragazzi. Damatrà si conferma un’importante realtà del nostro territorio per il mondo dell’infanzia e adolescenza, con proposte (ludiche, di intrattenimento e formative) sempre nuove e coinvolgenti per bambini e ragazzi».

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il vice sindaco di Fagagna, Sandro Bello, che portando i saluti dell’Amministrazione ha sottolineato quanto sia importante, oggi, avere la possibilità di fermarsi, rivolgere lo sguardo anche a ciò che è stato, e andare a fondo di un concetto tanto importante come quello dell’educazione, coinvolgendo soprattutto i più giovani.

IL DOMANI – «Quest’esperienza che ci ha mostrato quanto sia necessario e importante che continui a esserci, sul territorio, un presidio in cui i tanti soggetti che operano nell’ambito formativo, continuino a domandarsi come si può innovare, che cosa questo voglia dire. Cosa significhi fare formazione, educazione, comunità. Per cui – ha chiuso Rossi – con questo ciclo di conferenze vorremmo anche aprire una strada che rappresenti un’ideale prosecuzione del progetto e che anche in futuro possa continuare a offrire questo spazio di riflessione che riteniamo fondamentale per il territorio».

GLI INCONTRI E I WORKSHOP – Si comincerà dunque venerdì 21 ottobre a Mortegliano (aula magna delle scuole medie, alle 18) con “Comunità educante è INCLUSIONE”, incontro con Franco Santamaria, già docente di area pedagogica all’Università di Trieste. Esperto di politiche giovanili. Il secondo appuntamento si terrà sabato 29 ottobre a Lignano Sabbiadoro (Terrazza a Mare, alle 15). Il workshop “Comunità educante è CREATIVITÀ” sarà condotto da Le Gang Creatif, del progetto di Intercultura. Venerdì 4 novembre a Romans D’Isonzo, (sala Candussi Pasiani, dalle 18) sarà la volta di “Comunità educante è TERRITORIO”, un incontro con Carlo Tamanini e Giorgio Camuffo, coordinatore dell’area educazione-mediazione del Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) il primo; grafico e art director, professore ordinario di comunicazione visiva all’Università di Bolzano, il secondo. Al CAG di Pasian di Prato (dalle 15) sabato 12 novembre si svolgerà il workshop con Gruppo Immagine “Comunità educante è ESPLORAZIONE”. Gruppo Immagine è un’associazione di Trieste accreditata al MIUR per la formazione in ambito artistico, che dal 1987 propone laboratori secondo la metodologia “giocare con l’arte”. Sabato 19 novembre ci si sposterà a Pozzuolo del Friuli, al palazzetto dello Sport (dalle 15) per “Comunità educante è DANZA”, workshop di Monica Francia con il metodo CorpoGiochi®, un esperimento strutturato di trasmissione della danza che parte da una concezione politica del corpo e del suo potere di trasformazione e cambiamento. L’ultimo appuntamento di conferenze targate Capovolgere all’Infinito si terrà invece a Fagagna, a Cjase di Catine (dalle 18) venerdì 25 novembre, dove si parlerà di “Comunità educante è GIOCO”, un incontro con Roberto Papetti, uno dei più famosi mastri giocattolai italiani.

IL PROGETTO – Capovolgere all’infi­nito è stato dunque un percorso di scoperta e valorizzazione di ogni luogo e delle persone che lo vivono. Ma anche una scoperta per le persone stesse che abitano questi territori, a volte considerati periferici, ma che possono essere portatori di nuove centralità, rovesciando punti di vista consolidati per aprirsi in maniera creativa al cambiamento. Lasciarsi capovolgere all’infi­nito. Un progetto promosso da Damatrà e realizzato con il contributo del Dipartimento per le politiche della famiglia nell’ambito del bando “Educare insieme” (Presidenza del Consiglio dei Ministri), il sostegno di Fondazione Friuli e Fondazione Pietro Pittini, e con il patrocinio del Comune di Fagagna, in collaborazione con: Murice Società Cooperativa Sociale, APS Minoranza Creativa, O.I.Ko.S onlus, Istituto Statale d’Istruzione secondaria superiore “E. Mattei”, Istituto comprensivo di Pozzuolo del Friuli, Wild Routes APS, Puntozero Società Cooperativa e Associazione Menti Libere.

Foto di Alice Durigatto