Il punto della Fim Cisl: preoccupati dall’aumento della Cigs

pizzo

Dalla situazione regionale ai rapporti con la Fiom: la Fim Cisl del Friuli Venezia Giulia – stamattina in conferenza stampa – punta dritta al cuore delle questioni: il settore continua a soffrire parecchio, anche da noi: occorrono strumenti straordinari per uscire da un tunnel che ancora non vede la luce. A poco valgono i segnali di arretramento della cassa integrazione ordinaria: a preoccupare è, infatti, il netto aumento della straordinaria, sinonimo di ristrutturazione e perdita dei posti di lavoro. Ad illustrare la situazione complessiva è Cristiano Pizzo, oggi segretario della Fim di Pordenone e domani (nel corso del direttivo), unico condidato alla carica di segretario regionale, in sostituzione dell’attuale, Alberto Monticco, primo friulano ad essere eletto nella segreteria nazionale della Fim.
La panoramica sul comparto metalmeccanico la fanno gli stessi numeri: su circa 30mila addetti, oltre il 50% risulta interessato dagli ammortizzatoti sociali, tra cassa e mobilità e ben il 70% delle ore di cig autorizzate tra gennaio ed agosto 2010 – ovvero 18,4 milioni – riguada il settore metalmeccanico, che segna oltre 11 milioni di ore, di cui 6,8 di cassa straordinaria, a fronte dei 2,3 milioni di ordinaria e dei 1,8 milioni di cassa in deroga.
A scontare la crisi sono tanto le piccole e medie aziende, tanto le grandi, solo per citare alcuni casi, riportati dai segretari provinciali di categoria (Sergio Drescig, Umberto Salvaneschi, Giampiero Turus e Marco Palese), Electrolux, Diaco, Weissenfels, Servola, Luvata e Fincantieri, che da solo sta mettendo a rischio un indotto di oltre 3mila 500 addetti.
“Non siamo ancora usciti dal tunnel – commenta Pizzo. Non vogliamo fare dell’allarmismo, ma bisogna essere realisti, considerato che gli ammortizzatori sono in aumento, già rispetto al 2009 che è stato un anno difficile”. E’ per questo che – secondo la Fim Cisl – occorre aggrapparsi con forza ad un grande senso di responsabilità e “lavorare con le imprese e la politica, senza retaggi ideologici”.
L’appello è lanciato alla Fiom e riguarda in primis la questione dell’applicazione delle deroghe. Se a livello regionale i rapporti tra le due sigle sono improntati tutto sommato alla collaborazione, sul fronte nazionale la tensione è ormai palpabile. “Ci auguriamo – commenta Pizzo – che il senso di responsabilità di tutti prevalga con l’unico obiettivo di uscire dalla crisi e salvaguardare l’occupazione”. Il richiamo va al contratto dei metalmeccanici siglato ad aprile scorso da Fim e Uilm, ma non dalla Fiom. “Un contratto – fa chiarezza Pizzo – che esiste ed è vigente e che è già in vigore, nonostante qualcuno dica altrimenti, per tutti i lavoratori del comparto, anche qui in Friuli Venezia Giulia, e cosa di non poco conto prevede, rispetto ai precedenti contratti firmati anche con la Cgil, un netto aumento salariale pari a 110 euro mensili a regime”.
Ultima ma non ultima la questione delle cosiddette “deroghe”, strumento straordinario a difesa dell’occupazione ed applicate anche in regione a diverse realtà industriali, come, ad esempio Electrolux. “Come Fim – sottolinea Pizzo – intendiamo proseguire su questa strada, come dimostra il fatto che abbiamo sottoscritto un apposito accordo al riguardo. Un accordo a cui la Fiom ha deciso di non aderire, nonostante abbia sempre utilizzato con noi le deroghe”.