Prevenzione, informazione ed educazione, partendo dalla famiglia e dalla scuola, sono tra gli strumenti più importanti per la lotta alle tossicodipendenze. Il tema è stato ribadito oggi, a Udine e a Cividale del Friuli, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla lotta alle tossicodipendenze, Carlo Giovanardi (Pdl), nel corso di due incontri con il mondo della scuola. Accompagnato dal consigliere regionale del Pdl Roberto Novelli, Giovanardi ha prima incontrato i giovani al Convitto “Paolo Diacono” di Cividale, e poi nel capoluogo friulano i rappresentanti della Consulta degli studenti di Udine, alcuni dirigenti scolastici e il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Pietro Biasiol. “Se riusciamo a convincere i giovani che i danni provocati al cervello da ogni tipo di droga sono devastanti e irreparabili – ha detto Giovanardi a Udine – possiamo arrivare a un calo della domanda, che è il modo migliore per tagliare le gambe alla criminalità organizzata, alle mafie e ai terrorismi, che sulla droga stanno accumulando fortune”. Giovanardi ha poi sottolineato i 500 morti per overdose ogni anno in Italia e i 150 mila tossicodipendenti cronici. “Un quadro – ha commentato – da tenere presente benché ci sia un dato confortante: come dimostrato da rilievi scientifici dell’Istituto ‘Mario Negri’ di Milano, il consumo di stupefacenti in Italia per la prima volta dopo 20 anni è in calo”. Novelli ha annunciato che si sta progettando di attivare in Friuli Venezia Giulia un osservatorio regionale mentre la presidente della Consulta studentesca di Udine, Annachiara Titolo, ha spiegato che a breve su un’emittente televisiva locale andrà in onda uno speciale prevenzione curato dagli stessi studenti. A margine, Giovanardi si è soffermato sulla diffusione televisiva dei messaggi: “Alle emittenti – ha detto – chiediamo che quando si parla di droga non l’ultimo imbecille che passa possa dire la sua, ma che a parlare siano sempre esperti e professionisti – ha concluso – che spieghino correttamente i danni enormi che la droga produce”.
Fonte: ANSA