Karima El Mahrohug, detta Ruby, fu violentata a nove anni da due zii, fratelli di suo padre. Lo ha raccontato la ragazza durante la registrazione di Kalispera!, la trasmissione di Alfonso Signorini, in onda la sera del 19 gennaio. “A nove anni fui – ha detto – violentata da due miei zii, fratello di mio padre”. L’unica persona con cui ebbi il coraggio di parlare fu mia madre che mi disse: “Stai zitta perché se papà scopre che non sei vergine ammazza té”. Nella prima parte dell’intervista, Ruby non ha parlato della vicenda giudiziaria in cui è coinvolta. Ha invece raccontato quella che è stata la sua “vita parallela” in cui diceva continuamente di essere egiziana, non marocchina. Ha poi detto che quando, a 12 anni, decise di cambiare religione, suo padre la punì “con una padella di olio bollente” addosso tanto che ne porta ancora i segni in testa e su una spalla.
“Non mi ha toccato nemmeno con un dito”, ha detto Ruby, riferendosi al premier Silvio Berlusconi. “Lo stimo come persona e per avermi aiutato senza alcun tornaconto”, ha detto la ragazza.
Ruby non avrebbe mai detto al premier Silvio Berlusconi di essere parente del presidente egiziano Mubarak. Nel corso della registrazione di Kalispera, Ruby ha ricostruito la sera del 14 febbraio 2010 quando andò a cena ad Arcore. “Piacere Ruby – si presentò la ragazza – ho 24 anni”. Aggiunse poi di essere egiziana, non marocchina. La vicenda della “nipote di Mubarak”, come il premier la qualificò nella sua telefonata in questura, Ruby sostiene di averla appresa “dai giornali”.
Ruby Rubacuori ha spiegato di non “aver mai fatto la prostituta”. “Ho provato a farlo – ha detto la ragazza – ma, come diceva mia madre, puttane si nasce, non si diventa”. La ragazza ha raccontato che, durante uno dei suoi periodi di difficoltà, un’amica l’aveva fatta andare in un lussuoso albergo del centro di Milano, dove avrebbe dovuto incontrarsi con un cliente. Una volta salita in camera e spogliatasi, l’uomo non la toccò, le diede mille euro, e le disse: “cerca di non diventarlo mai”.
Ruby ha detto di avere incontrato “pochissime volte” Silvio Berlusconi, e di non avere passato “tre sere di fila” nell’abitazione del presidente del consiglio, come è invece evidenziato dal tracciato del suo cellulare nelle indagini. Ruby ha detto, in sostanza, di non avere avuto sempre con se il cellulare in quelle occasioni.
Ruby ha detto di non avere mai chiesto 5 milioni di euro a Berlusconi per garantire il suo silenzio, come si evince da una sua intercettazione telefonica Quando le è stato chiesto ragione dell’intercettazione, la ragazza ha risposto: “Assolutamente non l’ho detto. Posso dire delle esagerazioni, ma non questo”. “Non capisco più – ha aggiunto – quello che è vero o quello che viene scritto”. ‘Non voglio attaccare i pm – ha proseguito – ma ad arrivare ad aggredire una ragazza cosi’… Io aspetto dal primo novembre di essere sentita”.
Ruby non ha trattenuto le lacrime raccontando della violenza subita da parte degli zii quando era piccola. “Mia madre mi disse che se ne avessi parlato – ha detto la ragazza – la mia famiglia sarebbe stata rovinata, che saremmo dovuti tornare in Marocco”. “Il silenzio è durato fino un mese fa – ha detto Ruby tra le lacrime – quando ho avuto il coraggio di parlarne con il mio fidanzato. L’unica persona che mi ha accettato dopo tutto questo”.
Dopo la violenza, Ruby ha raccontato di avere cercato di crearsi una “esistenza parallela”. “Ai miei compagni di scuola raccontavo di avere dei genitori stupendi, fingevo di essere wonderwoman, ora ho un compagno con il quale posso mostrare queste lacrime”.
SABINA BEGAN: SONO IO IL BUNGA BUNGA – “Sono io il Bunga Bunga. Non c’é niente di strano in questa cosa mi ritengo un po’ una scimmià. Lo ha detto l’attrice Sabina Began, intervistata a Sky Tg24. La Began aveva affermato nei giorni scorsi che il Bunga Bunga è un codice tra lei e il presidente del Consiglio.
Karima El Mahrohug, detta Ruby, fu violentata a nove anni da due zii, fratelli di suo padre. Lo ha raccontato la ragazza durante la registrazione di Kalispera!, la trasmissione di Alfonso Signorini, in onda questa sera. “A nove anni fui – ha detto – violentata da due miei zii, fratello di mio padre”. L’unica persona con cui ebbi il coraggio di parlare fu mia madre che mi disse: “Stai zitta perché se papà scopre che non sei vergine ammazza té”. Nella prima parte dell’intervista, Ruby non ha parlato della vicenda giudiziaria in cui è coinvolta. Ha invece raccontato quella che è stata la sua “vita parallela” in cui diceva continuamente di essere egiziana, non marocchina. Ha poi detto che quando, a 12 anni, decise di cambiare religione, suo padre la punì “con una padella di olio bollente” addosso tanto che ne porta ancora i segni in testa e su una spalla.
“Non mi ha toccato nemmeno con un dito”, ha detto Ruby, riferendosi al premier Silvio Berlusconi. “Lo stimo come persona e per avermi aiutato senza alcun tornaconto”, ha detto la ragazza.
Ruby non avrebbe mai detto al premier Silvio Berlusconi di essere parente del presidente egiziano Mubarak. Nel corso della registrazione di Kalispera, Ruby ha ricostruito la sera del 14 febbraio 2010 quando andò a cena ad Arcore. “Piacere Ruby – si presentò la ragazza – ho 24 anni”. Aggiunse poi di essere egiziana, non marocchina. La vicenda della “nipote di Mubarak”, come il premier la qualificò nella sua telefonata in questura, Ruby sostiene di averla appresa “dai giornali”.
Ruby Rubacuori ha spiegato di non “aver mai fatto la prostituta”. “Ho provato a farlo – ha detto la ragazza – ma, come diceva mia madre, puttane si nasce, non si diventa”. La ragazza ha raccontato che, durante uno dei suoi periodi di difficoltà, un’amica l’aveva fatta andare in un lussuoso albergo del centro di Milano, dove avrebbe dovuto incontrarsi con un cliente. Una volta salita in camera e spogliatasi, l’uomo non la toccò, le diede mille euro, e le disse: “cerca di non diventarlo mai”.
Ruby ha detto di avere incontrato “pochissime volte” Silvio Berlusconi, e di non avere passato “tre sere di fila” nell’abitazione del presidente del consiglio, come è invece evidenziato dal tracciato del suo cellulare nelle indagini. Ruby ha detto, in sostanza, di non avere avuto sempre con se il cellulare in quelle occasioni.
Ruby ha detto di non avere mai chiesto 5 milioni di euro a Berlusconi per garantire il suo silenzio, come si evince da una sua intercettazione telefonica Quando le è stato chiesto ragione dell’intercettazione, la ragazza ha risposto: “Assolutamente non l’ho detto. Posso dire delle esagerazioni, ma non questo”. “Non capisco più – ha aggiunto – quello che è vero o quello che viene scritto”. ‘Non voglio attaccare i pm – ha proseguito – ma ad arrivare ad aggredire una ragazza cosi’… Io aspetto dal primo novembre di essere sentita”.
Ruby non ha trattenuto le lacrime raccontando della violenza subita da parte degli zii quando era piccola. “Mia madre mi disse che se ne avessi parlato – ha detto la ragazza – la mia famiglia sarebbe stata rovinata, che saremmo dovuti tornare in Marocco”. “Il silenzio è durato fino un mese fa – ha detto Ruby tra le lacrime – quando ho avuto il coraggio di parlarne con il mio fidanzato. L’unica persona che mi ha accettato dopo tutto questo”.
Dopo la violenza, Ruby ha raccontato di avere cercato di crearsi una “esistenza parallela”. “Ai miei compagni di scuola raccontavo di avere dei genitori stupendi, fingevo di essere wonderwoman, ora ho un compagno con il quale posso mostrare queste lacrime”.
SABINA BEGAN: SONO IO IL BUNGA BUNGA – “Sono io il Bunga Bunga. Non c’é niente di strano in questa cosa mi ritengo un po’ una scimmià. Lo ha detto l’attrice Sabina Began, intervistata a Sky Tg24. La Began aveva affermato nei giorni scorsi che il Bunga Bunga è un codice tra lei e il presidente del Consiglio.