Alle 18 a palazzo Morpurgo inaugura, preceduta dalle letture dei ragazzi, la mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia
Alle 21 al Palamostre lo spettacolo “Alla ricerca dello zio Coso”
Il 20 luglio del 2000 il Parlamento italiano istituì per legge la Giornata della Memoria per ricordare ogni 27 gennaio la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e per commemorare tutte le vittime della persecuzione fascista e nazista.
Una ricorrenza che anche il Comune di Udine di Udine, insieme con il Teatro Club, celebra attraverso mostre, conferenze, incontri e proiezioni proposti nel calendario de “La Shoah e oltre”.
All’interno del ricco programma di appuntamenti inaugurerà domani, 27 gennaio, alle 18 a palazzo Morpurgo “1938-1945 La persecuzione degli ebrei in Italia”, una mostra a stampa della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec) a cura dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione e dei Civici Musei-Gallerie del Progetto.
L’esposizione, visitabile fino al 27 febbraio, si sviluppa in quindici sezioni tematiche: tre di premessa e contestualizzazione, cinque sul periodo 1938-1943, sei sul periodo 1943-1945, una sull’immediato dopoguerra.
L’Italia è l’unico paese, fatta eccezione ovviamente per la Palestina e le regioni vicine, in cui l’ebraismo conosce una vicenda millenaria continua e ininterrotta. La comunità di Roma in particolare è la più antica d’Europa. Tra alterne vicende succedutesi nei secoli, soprattutto in relazione all’imporsi della religione cattolica come religione ufficiale , all’atteggiamento dei singoli pontefici, e alla varietà delle strutture politiche locali, la comunità ebraica italiana aveva raggiunto una completa integrazione nella nazione. Ma nel 1938 le leggi fasciste spezzarono la loro storia e quella dell’Italia, facendo leva sulle antiche radici dell’antigiudaismo e l’emergere di un nuovo razzismo. Negli ultimi decenni si è assistito ad un crescente interesse da parte delle scuole (ma non solo) verso la cultura, la storia e le tradizioni ebraiche e l’istituzione del giorno della memoria può essere visto come il primo punto di arrivo di questa tendenza.
Partendo da queste considerazioni nel 2004 la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC) di Milano organizzò al Vittoriano di Roma una mostra storico-documentarista dal titolo “Dalle leggi antiebraiche alla Shoah. Sette anni di storia italiana . 1938-1945”che voleva ripercorrere le principali vicende della persecuzione contro gli ebrei in Italia.
Da questa mostra si è passati ad un’altra, più agile e sintetica e perciò più accessibile a quanti (scuole, associazioni, enti locali) ne facessero richiesta. Anche il percorso seguito è diverso, inteso in particolare ad evitare che la storia degli ebrei fosse ridotta a quella della loro persecuzione
Con impostazione scientifica e completezza storica, sono così ricostruite tanto la fase della minorazione dei diritti e della persecuzione sociale, attuate dal 1938 al 1943 sotto il governo fascista del Regno d’Italia, quanto la fase degli arresti, della deportazione e dello sterminio, attuati dal settembre 1943 alla Liberazione nelle regioni poste sotto l’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana.
Ma le iniziative organizzate per domani non si concludono qui. Finirà domani, con una lettura pubblica prima dell’inaugurazione della mostra, il “laboratorio Shoah”, condotto per i ragazzi delle scuole superiori dall’attrice e regista Nicoletta Oscuro in collaborazione con la biblioteca civica “Joppi”. I ragazzi (Shauni Adami, Francesco Balbusso, Nicolò Ballistreri, Giulia Andrea De Luca, Carlotta Gregori, Stefania Marella, Corinna Mucchino, Lara Nadalutti, Sabrina Panero, Davide Turco, Teodora Zerajic) sono stati soltanto accompagnati nella scelta dei testi e sono stati forniti loro gli strumenti tecnici per rendere più incisiva la loro espressività. Così i giovani “lettori” proporranno brani che spaziano da Brecht a Levi , da Guccini a Peter Paul Wiplinger, da Roma Ligocka e Monika Dombke a Shakespeare, oltre a diverse poesie sull’olocausto.
Gran finale, alle 21 al Palamostre, infine, con lo spettacolo “Alla ricerca dello zio Coso”, proposto dal Teatro Club e LabX all’interno del cartellone di Akròpolis 11. Tra amnesie e afasie, manipolazioni della realtà e tentativi maldestri di ricostruzione della verità, tratto dal romanzo autobiografico di Alessandro Schwed, il nuovo spettacolo è firmato alla regia da Alessandro Marinuzzi che ne ha curato anche la drammaturgia, nell’interpretazione caustica ed emozionante di Marcela Serli e Paolo Fagiolo che con lui hanno fondato LABX / Laboratorio X.
A qualcuno spariscono le parole come se niente fosse, qualcun altro sostiene che la seconda guerra mondiale è come se niente fosse, anzi è niente perché non è mai successa: gli eserciti? Sfilate di moda. Gli ebrei? Lagne e barzellette. Il “coso” narrante incontra il “coso” negazionista durante un viaggio in treno alla ricerca di un parente miticamente sopravissuto allo sterminio della sua famiglia in bilico fra Ungheria, Italia e Israele, e decide di scrivere la sua storia e quella dello zio Coso, quello vero. Una satira antinegazionista che fa riflettere sui fantasmi del passato e divertendo inquieta rivelando gli incubi del presente.
Informazioni:
La mostra a palazzo Morpurgo sarà aperta dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10.30 alle 19. Telefono: PuntoInforma 0432 414717.
I biglietti dello spettacolo, oltre che in prevendita presso la biglietteria del Teatro Palamostre (piazzale Diacono 21, Udine – mail: info@scenapertaudine.com – tel. 0432 506925 – dal martedì al sabato dalle ore 17,30 alle ore 19,30), saranno in vendita, sempre presso il Teatro Palamostre, a partire dalle ore 20.00.