Il 29 aprile rientra ufficialmente dal teatro afgano la Brigata alpina Julia. E Udine, sede del comando della Brigata, saluterà con una grande cerimonia il rientro in patria degli oltre 1800 alpini che, assieme ai colleghi delle altre Forze Armate, hanno operato in Afghanistan da ottobre del 2010.
Per le vie della città, infatti, venerdì 29 sfileranno le bandiere dei cinque reggimenti della Brigata (unità dell’Esercito che per prima dal secondo dopoguerra è stata impiegata all’estero con tutti i suoi vessilli) e del reggimento lagunari Serenissima che ha operato nella missione Isaf nell’area di Herat accanto agli alpini friulani.
“La cerimonia del 29 aprile – dichiara il comandante della Julia, il generale Marcello Bellacicco – vuol essere un momento per la Julia tutta per salutare il Friuli e la sua gente che tanto è stata vicino agli alpini nella loro missione in Afghanistan. L’affetto, l’attenzione e la partecipazione dei friulani sono stati uno stimolo aggiuntivo a portare a termine il nostro lavoro in Afghanistan. Lavoro contraddistinto dall’impegno e dal sacrificio di migliaia di ragazzi che, giorno dopo giorno, con caparbietà e professionalità hanno contribuito a migliorare la sicurezza nella loro area di operazione”.
Ma quel giorno sarà anche l’occasione per presentare alla città i tanti appuntamenti organizzati dalla sezione udinese dell’Ana per festeggiare i 90 anni dalla sua fondazione.
La cerimonia per il rientro degli alpini avrà inizio il 29 alle 9.30 in piazza Libertà, con l’alzabandiera e la deposizione di una corona al Tempietto dei caduti alla presenza delle autorità e di un picchetto d’onore con fanfare della Julia. Alle 10, da via Vittorio Veneto fino in piazza Primo Maggio, sfileranno poi i reparti di ritorno dall’Afghanistan e degli alpini in congedo. Alle 11.15 in piazza Primo Maggio sarà la volta della resa degli onori al Gonfalone della città di Udine, al Labaro nazionale Ana e alle bandiere di guerra e, successivamente, alla massima autorità militare con il passaggio in rassegna dei reparti schierati.
Appuntamento, infine, alla caserma Spaccamela alle 14.30, quando ci sarà la premiazione delle scuole vincitrici del concorso “Alpini di oggi, alpini di ieri, uniti al servizio della patria”, indetto per le classi 4^ e 5^ delle primarie della provincia di Udine per raccontare, attraverso dei temi, la presenza delle penne nere sul territorio. Alle 15.30, sempre alla caserma di via Fruch, appuntamento alla palestra di roccia con le guide del Cai, mentre alle 17 l’ammainabandiera in piazza Libertà. Presente alla cerimonia anche il personale del 3° reggimento genio di Udine che è stato impiegato in Afghanistan con gli uomini della Julia.
“Siamo molto lieti di dare il bentornato ai nostri ragazzi – commenta il sindaco del capoluogo friulano, Furio Honsell – , anche se il nostro pensiero va ai sette alpini che purtroppo non sono tornati. Come città tributiamo la riconoscenza per il sacrificio che hanno fatto nel portare i valori di civiltà in un territorio molto martoriato. Tutta la città di Udine – conclude – saluta con orgoglio il ritorno in Italia delle penne nere”.
Diverse le attività che vedranno protagonisti gli alpini in armi e quelli in congedo a suggello di un rapporto forte e indissolubile che, anche nell’ultima missione, ha dato positivi frutti. Lo sforzo umanitario delle sezioni friulane ha permesso, infatti, la raccolta di fondi che sono stati impiegati per finanziare grazie alla collaborazione con il PRT, la realizzazione di un poliambulatorio a Hoze Karbas in provincia di Herat. Il collegamento forte con l’Ana ha portato poi alla possibilità di distribuire, nelle attività mediche a favore della popolazione, medicinali provenienti dalle donazioni raccolte dalle sezioni lombarde, oltre all’importante contributo dato con la sottoscrizione “un ponte per Herat”,con capofila la sezione di Cividale, che ha permesso di realizzare la ristrutturazione del Central District School di Bala Murghab, un importante complesso scolastico nella Regione.
L’attività della Julia e del suo Comandante, Generale di Brigata Marcello Bellacicco, sono state elogiate dal Gen. Petraeus, comandante della missione, come un esempio da seguire per approccio, attenzione alla popolazione e capacità di autocontrollo dimostrato dai militari italiani che, anche subendo perdite, hanno portato a termine il loro compito con serietà e motivazione. La Julia con i suoi uomini ha operato in aree dove la presenza degli insurgent era particolarmente attiva, una tra tutte l’area di Bakwa e del Gulistan, dove gli alpini, primi italiani ad operare hanno, nel breve volgere dei sei mesi di mandato, creato presupposti di sicurezza che hanno permesso alla popolazione locale di rientrare nelle proprie abitazioni abbandonate da anni. A Bala Murghab, al confine con il Turkmenistan, il lavoro gomito a gomito con i militari afghani è stato un altro esempio di capacità degli uomini della Julia. Nell’area centrale della regione di responsabilità diversi sono stati gli arresti effettuati con le forze di polizia locale con una capacità di operare in maniera congiunta incrementatasi giorno dopo giorno.
“Sono molto felice dell’importante coincidenza tra i 90 anni della sezione e il ritorno degli alpini da una spedizione così impegnativa – spiega il vicesindaco di Udine, Vincenzo Martines – . La sezione udinese dell’Ana, infatti, avrà la possibilità di festeggiare il suo prestigioso compleanno insieme con il rientro delle penne nere dall’Afghanistan, iniziando così quasi un anno di attività per ricordare il lavoro svolto in tanti decenni in città e non solo”.
Festeggiare i novant’anni di vita dell’Ana di Udine non è certo cosa da poco, infatti, per un’associazione che conta oltre 10 mila soci e quasi 3 mila amici. “Se la nostra sezione è giunta a questo importantissimo traguardo – racconta il presidente della sezione, Dante Soravito de Franceschi – lo si deve ad un perfetto inserimento nel tessuto sociale dove operiamo, una realtà ben consolidata nel tempo, un connubio che persiste, appunto, da novant’anni. Ma la Sezione è costituita dai gruppi che, come da sempre sostengo, sono la parte più importante della compagine associativa – conclude –, perché portano direttamente tra la gente il nostro stile di vita, spesso il nostro aiuto e sostegno costante alla comunità e quindi, agli occhi della popolazione, la Sezione ed i Suoi Gruppi sono un’unica cosa, una grande e bella Famiglia che assieme celebreranno questa importante tappa”.
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