Lo so, ora mi guarderete come un’aliena e forse non proseguirete nella lettura del pezzo. Eppure io continuerò a scrivere, perché andare controcorrente, lo ammetto, ha un suo fascino misterioso.
Sono tempi di crisi, è sotto gli occhi di tutti e non sarò certo io a negarlo, dato che, facendo un bilancio delle spese familiari dell’anno, l’aumento dei costi è evidente e pesantemente rilevante.
Continuare a crogiolarsi nel dramma, però, non credo sia la soluzione perché al danno economico si aggiunge il più subdolo danno morale.
Lo ha detto educatamente il presidente Monti nella conferenza stampa di fine d’anno che un po’ di moderato ottimismo dovrebbe iniziare a percepirsi, attraverso l’informazione giornalistica, ormai decisamente improntata sul negativismo andante.
Se fosse ancora viva, oggi, mia nonna compirebbe 102 anni. Era una piccola donna dotata di una forza d’animo straordinaria: aveva vissuto entrambe le Guerre Mondiali. Era stata profuga dopo la disfatta di Caporetto durante la Prima e, tra le tante, aveva visto anche un motore di aereo schiantarsi sulla sua casa durante la Seconda. Cose quasi incomprensibili a coloro che, come me, sono nati in un periodo di crescita economica e soprattutto di pace.
Lei mi ha insegnato ad essere grata del poco come del molto, a non sprecare, ma soprattutto a non guardarsi mai indietro, a guardare al domani con ottimismo e con desiderio di migliorarsi sempre.
L’ Italia si è trovata nel bel mezzo di una tempesta finanziaria che ha fatto molti danni, perché la nostra situazione era già minata da tanti problemi interni.
E, come in famiglia, quando qualcosa va storto bisogna serrare i cordoni della borsa e fare qualche rinuncia, così ci viene chiesto anche a livello nazionale.
C’è stato un cambiamento di governo e, mi pare di ricordare, lo chiedevano in molti, ma la situazione non era modificabile ed è stato fatto ciò che si doveva fare per salvare il salvabile.
Ora bisogna guardare avanti, a dispetto di certo catastrofismo, che domina testate giornalistiche e telegiornali. Un catastrofismo così efficace che chiedendo a mia figlia ottenne cosa pensa succederà nel 2012, la risposta è stata:” Saremo più poveri e ci saranno più morti, alla tv lo dicono sempre..Non si può tornare al 2010, mamma?”
Una prospettiva degna di una piccola Maya, non trovate?
Ebbene riprendendo la filosofia di vita di mia nonna vorrei lasciarmi alle spalle questo 2011 e guardare al 2012 con speranza, con un pizzico di ottimismo; con la consapevolezza che c’è ancora molta strada da fare, ma che sentire parlare con maggiore frequenza di equità, lotta all’evasione fiscale, di ricerca del merito, di valorizzazione delle eccellenze, di rispetto dell’Italia in Europa, di una fase dedicata alla crescita dopo quella del sacrificio necessario è cosa assai preferibile al demagogico refrain del “state tranquilli, va tutto bene” cui ci eravamo drammaticamente tutti un po’assuefatti.
Auguro a tutti voi, cari lettori, un 2012 colmo di speranza!
Cristina oltre a scrivere questa rubrica tutti i giovedi su Udine20 ha un suo blog: http://udinelamiacittaenonnapina.blogspot.com/