18 gennaio 2012 – Paesi scomparsi, un lago che non c’è più, la voce sussurrata del popolo longobardo e il tracciato dei castelli lungo i corsi dell’Urana-Soima e del Cormor. Sono gli ingredienti originali di un libro che l’Amministrazione municipale di Magnano in Riviera ha voluto realizzare per far conoscere alla popolazione, in particolare alla generazione più giovane, la storia segreta del paese cui vive.
Il testo, realizzato dallo storico Mario Martinis, si chiama “Le acque di Magnano in Riviera. Idrologia, storia, economia e ambiente”. Partendo da uno dei beni di preziosi, lo scrittore prende in esame la realtà di Magnano nei secoli, in un viaggio alla scoperta di tanti aspetti poco noti e di grande interesse. Il volume, 240 pagine, è corredato di fotografie storiche e recenti, disegni e mappe, oltre a contare un glossario, una cronologia storica, box di approfondimento e una bibliografia.
Per coinvolgere gli studenti nello studio del loro territorio, nel volume è stata inserita pure una sintesi delle ricerche svolte dagli alunni della scuola primaria che, guidati dagli insegnanti, sono stati protagonisti di esplorazioni nei luoghi acquatici locali, conoscendo ruscelli e aree umide, fontane e sorgenti, flora e fauna, toponimi e tradizioni legate all’acqua.
Il cicerone, in questo affascinante viaggio, è il torrente Urana-Soima, ma lo sono anche i suoi affluenti e alcune zone umide che costituiscono i relitti del cosiddetto “lago di Magnano”, grande bacino intramorenico poi intorbatosi e bonificato agli inizi del Novecento.
Il testo, realizzato con il contributo della Provincia, sarà presentato venerdì 27 gennaio, alle 20.30, in sala consiliare. Una copia dell’opera sarà regalata a tutti gli alunni del comune di Magnano e a chi parteciperà alla presentazione, a cui seguirà un rinfresco.
“La conoscenza del patrimonio naturale è il fondamento della sua tutela e questo libro – spiega il sindaco Mauro Steccati -, oltre ad essere un ottimo strumento di educazione, di informazione e di conoscenza, costituisce anche un’inedita documentazione storico-scientifica del nostro territorio”.
Le curiosità
Il misteriosa fine del sito di Longeriacco
Il sito di Longeriacco è uno dei più interessanti di tutta la regione: fu luogo di passaggio di genti nordiche, di scambi culturali e commerciali, ed è stato strategico sotto il profilo militare. Le indagini nell’area del 1981 hanno messo in luce, tra le altre testimonianze, resti di mura e di una vasta rete fognaria formata da centinaia di metri di canali sotterranei. Nella area ove sorgeva l’abitato sono venuti alla luce urne cinerarie romane, un fortilizio romano, tombe preromane, una sepoltura di epoca longobarda con un corredo di pregio: un anello in oro, un pettine in osso e una lama di coltello. Longeriacco, centro abitato di cui si riscontrano tracce storiche fino al 1820, oggi non esiste più: i motivi per cui venne abbandonato completamente restano tuttora ignoti.
Il “lago di Bueriis”
Era un lago chiuso, di origine morenica, che poggiava su rocce impermeabili. Poi, per l’abbassamento dello sbarramento a valle, lo specchio si svuotò ma non del tutto: l’acqua rimasta stagnò a creare una zona paludosa e malsana. Il sito fu sfruttato come torbiera: produceva 30mila metri cubi di materiale all’anno ed era considerata la più importante del Friuli (fine Ottocento). Di seguito l’area fu bonificata e oggi non ne resta traccia.