E’ Ala al-Aswani, scrittore egiziano e storica voce di opposizione al regime di Mubarak, il vincitore dell’edizione 2012 del premio letterario ”Tiziano Terzani”. Il riconoscimento, istituito nel 2005 dall’associazione culturale ”vicino/lontano” di Udine e destinato all’autore di un’opera che affronti i temi del confronto, e’ stato assegnato per il suo libro La rivoluzione egiziana, uscito nel 2011 e pubblicato in Italia da Feltrinelli. La cerimonia di premiazione si terra’ il 5 maggio prossimo nell’ambito dell’ottava edizione del festival Vicino/Lontano.
È Ala al-Aswani, unanimamente riconosciuto come il più grande scrittore egiziano, storica voce di opposizione al regime di Mubarak, il vincitore dell’edizione 2012 del Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani, per il suo libro La rivoluzione egiziana, uscito nel 2011 e pubblicato in Italia da Feltrinelli. Il Premio – istituito nel 2005 dall’associazione culturale vicino/lontano e destinato all’autore di un’opera che affronti i temi del confronto, delle relazioni e dei conflitti che si generano nell’incontro di culture differenti o che offra uno spaccato di civiltà in mutamento – è stato assegnato dalla giuria presieduta da Angela Terzani e composta da Giulio Anselmi, Toni Capuozzo, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Ettore Mo, Paolo Pecile, Valerio Pellizzari, Peter Popham, Paolo Rumiz e Marino Sinibaldi. La cerimonia di premiazione avrà luogo il 5 maggio prossimo a Udine, nell’ambito dell’ottava edizione del festival Vicino/Lontano, in programma dal 3 al 6 maggio. Per l’assegnazione del Premio Terzani 2012 – ed è la novità di quest’anno – ci si è avvalsi della collaborazione delle librerie di Udine e dei soci dell’associazione “Amici di Vicino/Lontano”, che su suggerimento di Angela Terzani sono stati invitati a partecipare attivamente segnalando le opere ritenute valide per la candidatura.
La rivoluzione egiziana raccoglie i numerosi articoli scritti da Ala al-Aswani – e pubblicati sulla stampa egiziana indipendente – prima e durante la rivoluzione che ha costretto Mubarak alle dimissioni e ha sancito la fine del suo trentennale regime. Un racconto lucido e coraggioso in cui all’emozionante cronaca in diretta dei fatti di Piazza Tahrir si accompagna l’approfondimento delle ragioni di una rivolta che lo scrittore aveva previsto e atteso. Come si legge nella motivazione della giuria “Aswani ci racconta l’Egitto che non abbiamo voluto vedere, l’Egitto dell’oppressione, delle torture, dello stato di polizia, dell’ingiustizia quotidiana, ma anche l’esperienza di una dolorosa migrazione alla ricerca di migliori condizioni materiali e di una vita priva di umiliazioni e soprusi.” Quanto il libro di Aswani sia fondamentale per comprendere dall’esterno la rivoluzione egiziana lo spiega bene Angela Terzani: “Abbiamo scelto di premiare Ala al-Aswani quest’anno perché della “rivoluzione egiziana”, che cosa si era capito? Con questo libro, scritto in tempo reale da un intellettuale egiziano coinvolto in prima persona nei fatti, la rivoluzione egiziana acquista un volto che tutti ora possiamo vedere. L’acquistano il paese stesso e la sua popolazione. Questo libro accende una luce su il Cairo e su un popolo che aveva perso il coraggio e l’orgoglio e che con la sua rivolta ha riacquistato entrambi. Ora non possiamo più ignorare che il regime di Mubarak, che per opportunismo ci era stato venduto come moderato e pro-occidentale, era stato per gli egiziani durissimo e oppressivo”. Tra i meriti riconosciuti allo scrittore anche la volontà di mettere a nudo le radici della cultura della passività e della rassegnazione (“Le conseguenze del coraggio non sono mai peggiori delle conseguenze della paura” scrive in un articolo di denuncia che precede di sette mesi la rivoluzione del 25 gennaio 2011), ma anche la capacità di evidenziare le questioni aperte dal processo rivoluzionario e i rischi della controrivoluzione. La giuria mette infine in risalto il valore universale del messaggio di Aswani puntualizzando, con riferimento alla frase “l’unica soluzione è la democrazia” con cui egli conclude i suoi articoli, che essa “non deve essere letta come un’indicazione rivolta solo ai suoi concittadini ai quali la democrazia è stata a lungo negata, ma come un monito a tutti noi che non possiamo non vederla messa in discussione da una sempre più iniqua distribuzione delle risorse ed ancor più dalla negazione ad alcuni popoli del diritto di vivere in pace nel proprio paese”.
Ala al-Aswani, che ha studiato odontoiatria a Chicago ed esercita tuttora il mestiere di dentista, è tra i membri fondatori del movimento di opposizione “Kifaya” (Basta così). Il suo primo romanzo, Palazzo Yacoubian, uscito in Egitto nel 2002, è stato un autentico fenomeno editoriale nel mondo arabo, secondo solo al Corano per numero di copie vendute (16 ristampe in due anni). Tradotto in una ventina di lingue, è stato pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2006, anno in cui dal romanzo è stato tratto anche un film. Tra le altre opere di Aswani ricordiamo Chicago, romanzo sulla vita degli studenti arabi negli Stati Uniti dopo l’11 settembre, e Se non fossi egiziano, una raccolta di racconti rimasta a lungo inedita che traccia un ritratto spietato dell’Egitto contemporaneo. La rivoluzione egiziana è il suo ultimo libro pubblicato.
Aswani è l’ottavo autore a ricevere il Premio Terzani, che vanta un elenco di vincitori di assoluto prestigio come François Bizot, Jonathan Randal, Anna Politkovskaja (alla memoria), Fabrizio Gatti, Ahmed Rashid, Umberto Ambrosoli e Leslie T. Chang.
A consegnare il premio nelle mani dello scrittore egiziano sarà come sempre Angela Terzani sabato 5 maggio nel corso di una serata evento al Teatro Nuovo Giovanni da Udine cui farà da colonna sonora la voce mediterranea di Raiz degli Almamegretta, che insieme al chitarrista dei Radicanto proporrà il suo progetto di “musica immaginaria mediterranea”, che fonde in una prospettiva di pace le diverse culture musicali di un’area oggi così tormentata.
Nel pomeriggio della stessa giornata avrà luogo l’incontro di Ala al-Aswani con il pubblico, uno dei momenti più attesi dell’ottava edizione del festival Vicino/Lontano. Lo scrittore dialogherà con la giornalista, da anni corrispondente dal Medio Oriente, Paola Caridi, che ha tradotto La rivoluzione egiziana e ne ha firmato la prefazione, e con Federico Fubini, esperto di economia internazionale del Corriere della Sera, membro del comitato scientifico di LiMes e ora in libreria con Noi siamo la rivoluzione. Storie di uomini e donne che sfidano il loro tempo. Oltre che per sviscerare i contenuti del libro La rivoluzione egiziana e interrogarsi sulle responsabilità e sul ruolo dell’Occidente, l’occasione sarà preziosa per approfondire i temi del dopo rivoluzione alla luce di quanto è avvenuto in Egitto negli ultimi mesi e in vista delle ormai prossime elezioni presidenziali.
Udine, 4 aprile 2012
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La motivazione della giuria – Testo integrale
Ala al-Aswani – medico, scrittore e dissidente – la rivoluzione egiziana l’ha prevista e attesa.
In questo libro, al quale va il premio Terzani 2012, non solo riferisce in diretta i fatti di piazza Tahrir, ma smaschera la farsa che è stata costruita in Occidente sull’Egitto di Mubarak. Aswani ci racconta l’Egitto che non abbiamo voluto vedere: l’Egitto dell’oppressione, delle torture, dello stato di polizia, dell’ingiustizia quotidiana; ma anche l’esperienza di una dolorosa migrazione alla ricerca di migliori condizioni materiali e di una vita priva di umiliazioni e soprusi.
L’Egitto che ci viene qui descritto non è quello di una rivoluzione sbocciata dal nulla, complice internet, ma quello della dissidenza di molti giovani e meno giovani che da anni cercavano di costruire un fronte di resistenza, e intanto subivano le violenze della polizia politica, e mettevano in gioco la loro stessa vita.
Non separando mai la sua arte dall’impegno in difesa dell’uomo e della democrazia, Aswani analizza la pratica dell’illegalità in un regime oppressivo e mette a nudo le radici della cultura della passività e della rassegnazione.
L’entusiasmo e la felicità che condivide con il popolo in piazza Tahrir non gli impediscono tuttavia di mettere in evidenza le questioni aperte dal processo rivoluzionario e soprattutto i rischi della controrivoluzione. “L’unica soluzione è la democrazia”: la frase con cui Aswani conclude tutti i suoi articoli non deve essere letta come un’indicazione rivolta solo ai suoi concittadini, ai quali la democrazia è stata a lungo negata, ma come un monito a tutti noi che non possiamo non vederla messa in discussione da una sempre più iniqua distribuzione delle risorse e ancor più dalla negazione ad alcuni popoli del diritto di vivere in pace nel proprio paese.
Presidente della Giuria
Angela Staude Terzani
Membri della Giuria
Giulio Anselmi, Toni Capuozzo, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Ettore Mo, Paolo Pecile, Valerio Pellizzari, Peter Popham, Paolo Rumiz, Marino Sinibaldi.
L’autore
Ala al-Aswani (Il Cairo 1957) ha studiato odontoiatria all’Università dell’Illinois a Chicago ed esercita tuttora la professione di dentista al Cairo. È stato uno dei membri fondatori del movimento di opposizione Kifaya (Basta così). Il suo primo romanzo, Palazzo Yacoubian, uscito in Egitto nel 2002, è stato un vero e proprio fenomeno editoriale nel mondo arabo, ponendosi per numero di copie vendute (16 ristampe in due anni) subito dopo il Corano. Dal libro, tradotto in parecchie lingue e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2006, è stato tratto anche il film The Yacoubian Building (2006). Il successivo romanzo, Chicago (Feltrinelli 2008), tratteggia la vita degli studenti arabi negli Stati Uniti dopo l’11 settembre 2001. Se non fossi egiziano (Feltrinelli 2009) è una raccolta di racconti, la cui pubblicazione è stata a lungo ritardata per l’opposizione di un burocrate. La rivoluzione egiziana è la sua ultima opera pubblicata.
L’opera – La rivoluzione egiziana
È successo tutto all’improvviso. Il 25 gennaio del 2011, gli egiziani scendono per strada, si sollevano contro il regime di Mubarak, affrontano la polizia antisommossa, i servizi segreti, i cecchini. Diciotto giorni dura l’epopea della rivoluzione di piazza Tahrir, e alla fine il presidente è costretto a dimettersi. Gli egiziani hanno fatto la rivoluzione, una ribellione costata cara a un’intera generazione di giovani, che lascia sul terreno oltre mille morti per riportare la democrazia in un paese di antica tradizione liberale. Perché un popolo ritenuto tra i più pacifici si ribella con una sollevazione che sconvolge, per la sua portata, tutta la regione?
Al-Aswani racconta l’Egitto che non abbiamo voluto vedere: l’Egitto della dissidenza. L’Egitto umiliato e oppresso, disperato e senza più dignità. L’Egitto che aveva deciso di fuggire, con i suoi emigranti e i suoi giovani, alla ricerca di un futuro certo e dignitoso. E racconta – poi – come un popolo, raggiunto il fondo, riesca a riscattarsi e a riguadagnare la sua fierezza.
È un paese sconosciuto ai più, quello che descrive al-Aswani, da sempre critico severissimo del regime che Hosni Mubarak voleva passare a suo figlio Gamal. Come se l’Egitto fosse un “allevamento di polli”, chiosa con disprezzo l’autore di Palazzo Yacoubian. Eppure ne aveva scritto alla luce del sole, nei numerosi articoli pubblicati dai pochi giornali d’opposizione e raccolti ora in questo libro che spiega quello che è successo prima e durante la rivoluzione del 25 gennaio, e mette in guardia da un futuro senza libertà, perché “l’unica soluzione è la democrazia”. (www.lafeltrinelli.it)
Il Premio letterario internazionale Tiziano Terzani è stato istituito nel 2005 dall’associazione culturale vicino/lontano di Udine, in collaborazione con la famiglia Terzani. Viene assegnato dalla giuria all’autore di un’opera – saggio, romanzo o reportage – che affronti i temi del confronto, delle relazioni e dei conflitti che si generano nell’incontro di culture differenti o che offra uno spaccato di civiltà in mutamento. Nelle precedenti edizioni è stato attribuito all’etnologo francese François Bizot (Il cancello, Ponte alle Grazie), al giornalista americano Johnatan Randall (Osama, Piemme), alla memoria di Anna Politkovskaja, a Fabrizio Gatti (Bilal, Rizzoli), al giornalista pachistano Ahmed Rashid (Caos Asia, Feltrinelli), a Umberto Ambrosoli (Qualunque cosa succeda, Sironi) e, l’anno scorso, a Leslie T. Chang (Operaie, Adelphi).
Fin dalla prima edizione, il Premio viene consegnato al vincitore a Udine, in occasione della manifestazione Vicino/Lontano, che quest’anno è in programma dal 3 al 6 maggio.