Un dramma della follia: è quello sfociato questa notte, a Iutizzo di Codroipo (Udine), in un brutale parrcidio. In base a una prima ricostruzione dell’accaduto, la tragedia sarebbe avvenuta intorno alle due di notte. Ernesto Fresco, 61 anni, pensionato, si sveglia, si accorge che il figlio è ancora in soggiorno, davanti alla televisione. Probabilmente lo invita ad andare a letto. E’ la scintilla che fa scoppiare un litigio. Il ragazzo, Denni, 23 anni, che negli ultimi tempi aveva manifestato un grave disturbo psichico, reagisce. Forse colpisce il padre con dei pugni al volto. L’uomo prova a difendersi; in soggiorno c’é qualche piccolo segno di collutazione. Poi Denni afferra un coltello da cucina, con una lama lunga una ventina di centimetri e sferra una decina di colpi in più punti del busto. Le ferite sono diverse, una profonda sopra il pube e una, probabilmente mortale, sul torace. Quasi un’ora più tardi, intorno alle tre, il ragazzo suona al campanello della zia paterna. La donna non apre, teme una crisi del giovane che già il giorno precedente continuava a ripetere di vedere in lei la sua vera madre e a manifestare astio nei confronti dell’altra “mamma”. Proprio per questo alla madre, già in cura, era stato consigliato di trascorrere la notte dalla sorella. Denni si reca quindi a Codroipo dal cugino, che nelle sue convinzioni è diventato suo fratello. Nel cortile di casa, intorno alle quattro, ancora sporco di sangue, gli confessa di aver ucciso il padre. Sono le 4.10 quando la moglie chiama i carabinieri. Il ragazzo, tranquillo, si lascia ammanettare e portare in ospedale a Udine, dove ripete più volte, anche alla presenza del pm Viviana Del Tedesco, di essere Dio e di aver dovuto uccidere il padre che era “andato da lui come il Demonio”. Il ragazzo è tuttora piantonato nel reparto di psichiatria in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Domani si terrà l’udienza di convalida. La Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere, ma per gli psichiatri che lo hanno preso in cura e sedato la sua situazione clinica è incompatibile per ora con il regime carcerario. Era da una settimana che, stando a quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, il ragazzo aveva cominciato a manifestare questi segni di instabilità. La madre preoccupata gli aveva fissato una visita da uno psichiatra giovedì mattina ma il ragazzo non era voluto andare e anzi si era arrabbiato molto. La madre si era quindi rivolta al Centro di salute mentale di Codroipo, dove l’appuntamento era fissato per domani mattina.