Aquileia: ripresi gli scavi nella “casa delle bestie ferite”

Sono riprese  lunedì 10 settembre 2012 le indagini condotte dall’Università di Padova ad Aquileia nell’area della domus delle Bestie ferite.
Si tratta della sesta campagna di uno scavo archeologico che, in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia e grazie ai finanziamenti di Arcus S.p.a. e della Fondazione CRUP, ha consentito, nel corso degli anni, di comprendere meglio lo sviluppo planimetrico e cronologico della dimora, individuando due fasi edilizie principali: una fase di impianto nel I sec. d.C. e un intervento di monumentalizzazione nel corso del IV sec. d.C.
Il programma della campagna del 2012, grazie al cospicuo finanziamento della Fondazione CRUP, punta ad una più approfondita conoscenza del famoso mosaico delle “bestie ferite”, che decorava la sala di rappresentanza più importante della casa e che costituisce una delle più compiute espressioni della produzione musiva aquileiese di età tardoantica.
Di esso possediamo solo la descrizione pubblicata da Luisa Bertacchi all’epoca della scoperta nei primi anni ’60, corredata dalle fotografie in bianco e nero di alcuni particolari. Successivamente, in occasione della pubblicazione del volume Da Aquileia a Venezia nel 1980 furono eseguiti due piccoli sondaggi per la realizzazione delle riproduzioni a colori di due particolari (la rappresentazione dell’Estate e della pantera ferita), che rappresentano ancora oggi l’unica documentazione a colori del pavimento.
Il mosaico che consentì di salvare l’area dalla lottizzazione risulta, dunque, ad oggi, solo parzialmente noto: oltre a non possedere una documentazione grafica e fotografica adeguata (non esiste una riproduzione del pavimento nel suo complesso), necessaria per uno studio esaustivo, dalla documentazione disponibile non è possibile valutarne con precisione lo stato di conservazione, né la natura dei materiali utilizzati.
E’ per questi motivi che, ai fini di una programmazione degli interventi di restauro e di valorizzazione del contesto della Casa delle Bestie ferite, risulta, quindi, fondamentale la rimessa in luce del mosaico mediante la rimozione del riporto moderno che attualmente lo sigilla, il suo consolidamento e l’effettuazione di una completa documentazione grafica e fotografica.