Un solo punto in classifica, ma ricaricato dai segnali positivi arrivati giovedì dalla gara con l’Anzhi. L’Udinese di Francesco Guidolin si rituffa in campionato, pronta ad affrontare un Milan reduce da una settimana travagliata, in crisi e con un allenatore a rischio. “Un allenatore in Italia deve stare con le antenne molto dritte e ben orientate. Io, tra virgolette, mi sento sempre in bilico”, ha affermato Guidolin spiegando il senso delle sue parole “anche la mia panchina è a rischio come quella di Allegri” pronunciate subito dopo la gara di coppa: “Era un commento di solidarietà nei confronti di un collega che stimo. Io sono sempre molto teso, concentrato e attento, credo sia una delle mie qualità migliori; in questo momento non penso alla mia panchina, solo alle cose che devo fare per la mia Udinese. Il mio futuro – ha aggiunto, per la gioia dei tifosi friulani – sarà qui a Udine per sempre, da allenatore, dirigente o altro. Sogno il nuovo stadio come quello dell’Alkmaar; da 20 mila persone, comodo in cui entrino solo i nostri tifosi e nessun altro”. Intanto però c’é da affrontare il Milan, forse ancor più pericoloso proprio per il momento difficile che sta attraversando. “A volte la pressione fa bene – ha spiegato Guidolin – serve per avere una scossa dalla squadra. Fin qua il Milan ha raccolto meno di quanto meritava, anche con l’Anderlecht. Ha salute, ha corsa. E’ una grande squadra e tale rimane. Sappiamo che ha voglia di uscire dalla crisi. Noi siamo sulla stessa barca perché abbiamo un solo punto. Dovremo avere la giusta tensione agonistica. Se i segnali visti giovedì sono fatti e non parole mi aspetto un ulteriore miglioramento domani. Con l’Anzhi abbiamo fatto una partita gagliarda, tonica, fatta di coesione, collaborazione, corsa e intensità. Se andiamo forti possiamo mettere in difficoltà tutti”. Guidolin non potrà contare quasi certamente su Domizzi. In forse anche Basta, che si è fermato nella rifinitura per un problema al tendine. A pesare ci sarà poi l’assenza certa di Lazzari in mezzo al campo, fermato per squalifica: “Si è inserto subito; ci dà tempi di gioco e qualità in mezzo al campo. La sua assenza non ci voleva – conclude il tecnico – ma dobbiamo ovviare. Quanto al modulo devo cercare di modificare qualcosa, non devo stare fermo dal punto di vista tattico, ma trovare quelle soluzioni che ci consentono di cambiare anche in corso di partita, come abbiamo già fatto a volte con il 3-4-1-2”.
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