“Ognuno di noi è chiamato a farsi santo; è chiamato a lasciare che il Signore prenda possesso della sua vita”. Lo ha affermato oggi l’arcivescovo di Trieste, mons. Gianpaolo Crepaldi, nell’omelia in occasione della festa di Ognissanti, pronunciata in San Giusto. “La santità che celebriamo – ha proseguito Crepaldi – è quella di Dio, ma avvicinandoci a Lui ne veniamo come contagiati e permeati. Il programma delle beatitudini non prevede situazioni impossibili, né è destinato a poche persone, ma ha varcato i secoli, trovando in ogni tempo cristiani che hanno realizzato la loro vita a partire da questa carta d’identità della santità cristiana. Certamente non è la felicità secondo il mondo – ha precisato – il quale vuole farci credere che essa equivale al possedere sempre più cose”. Per il presule, infine “ognuno è chiamato a rispecchiare tutto ciò che di più bello e grande esiste nel suo cuore; a coltivare la nostalgia della santità, di ciò che siamo chiamati a diventare; a riappropriarsi dei santi, invocando da questi amici di Dio – ha concluso – il segreto della loro felicità”..
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