Cine20 lo potete leggere tutti i giovedì ed è curata da Matteo “Weltall” Soi dalle pagine del blog weltallsworld.blogspot.com e dal blogger-seriale Kusa direttamente da lavitaenientaltro.wordpress.com. Una coppia inedita disposta a tutto pur di mettere la loro esperienza di cine-blogger e cinefili non professionisti per una rubrica alla portata di tutti, libera e accessibile, che spazia da brevi recensioni fino alle uscite home-video, senza dimenticare le doverose segnalazioni sui film in sala, il tutto corredato da un sistema di valutazione facile ed immediato. Detto questo, andiamo a cominciare..
Al cinema e non solo.
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FROZEN di Chris Buck, Jennifer Lee
. A chi come me è cresciuto con i capolavori della Disney e poi in età più adulta ne ha vissuto un secondo periodo d’oro caratterizzato da titoli come La Bella e La Bestia, Aladdin, La Sirenetta e Il Re Leone, in fondo dispiaceva un po’ che da qualche tempo la casa di zio Walt soffrisse di una crisi, data sì dalla concorrenza piuttosto agguerrita di Pixar & co, ma anche da un incapacità di modernizzarsi senza però tradire la tradizione decennale che la contraddistingue. Da pochi anni la tendenza è cambiata, merito soprattutto della non trascurabile influenza del direttore artistico congiunto d Pixar e Disney, quel John Lasseter che ha introdotto massicce dosi di innovazione sia nelle trame che nella tecnica d’animazione, producendo buoni risultati come Rapunzel e Ralph Spaccatutto. Ecco che quindi una pellicola come Frozen rappresenta certamente un importante punto d’arrivo: una bellissima fiaba classica, riletta con modernità, salutata da molti come la prima storia disneyana che mette veramente al centro due eroine femminili, le sorelle Anna ed Elsa, protagoniste assolute della scena con le loro emozioni, le loro ansie, le loro paure e le loro speranze. Il tutto senza però rinunciare alla storia d’amore di turno, virata opportunamente in commedia romantica, o alla simpatia di personaggi di contorno riusciti ed esilaranti come il pupazzo di neve Olaf e la renna Sven, che accontentano i piu’ piccoli e costituiscono da sempre un punto fermo nella produzione Disney. Oltre ad una tecnica d’animazione perfettamente al servizio della narrazione ed un giusto amalgama di toni che vanno dalla commedia al dramma, Frozen può contare anche su una trama con più di un asso nella manica, abile a sfruttare a pieno la contrapposizione tra i caratteri delle protagoniste Elsa ed Anna, che costituiscono il cuore e la (doppia) anima della pellicola. Tanto chiusa e riservata la prima, spaventata com’è dal suo stesso potere, meraviglioso e terribile, (personaggio che nella sua solitudine ad un certo pubblico non puo’ non ricordare alcuni tormentati supereroi Marvel), quanto la seconda è invece solare, romantica, un po’ avventata ed avventurosa, ma soprattutto determinata a tutti i costi a salvare la sorella e a ricostruire il loro rapporto affettivo. Senza parlare, dulcis in fundo, delle splendide musiche che costellano la pellicola, tra cui su tutte spiccano la spigliata ed effervescente Oggi per la prima volta (For the first time in forever) e la liberatoria e bellissima All’Alba Sorgerò (Let It Go), da ascoltare e riascoltare anche dopo la visione del film, e che rendono di fatto Frozen un riuscitissimo musical, fresco ed emozionante, nel segno di classici Disney come La Bella e la Bestia o Il Re Leone. GRADIMENTO KUSA 80%.
AMERICAN HUSTLE di David O’ Russell
. Sullo sfondo di un America di fine anni ’70 ferita e disillusa, segnata dalla tragedia del Vietnam e dallo scandalo Watergate, si muovono Irving e Sidney, due sopravvissuti costretti a reinventarsi continuamente per stare a galla, due artisti della truffa senza scrupoli che si incontrano e all’istante si capiscono, amandosi come se non ci fosse un domani. Loro malgrado vengono coinvolti però in un gioco molto più grande di loro quando, per evitare la prigione, vengono costretti dall’ambizioso agente dell’Fbi Richie di Maso ad organizzare una truffa per incastrare alcuni politici locali corrotti, tra cui il sindaco dal cuore d’oro Carmine Polito. Tra intrighi, truffe e tradimenti, ci vorranno tutta la loro abilità e il loro ingegno per uscire sani e salvi da una situazione sempre più pericolosa ed intricata. Tutto è apparenza ed inganno nel teatrino messo in scena dal regista, così oltre ai costumi vintage del periodo e le eccessive ed elaborate acconciature con le quali sono chiamati a recitare gli attori, per sottolineare che anche i personaggi da loro interpretati recitano a loro volta una parte, troviamo nella pellicola una serie di sequenze in cui li vediamo mentre scelgono gli abiti (Amy Adams nella lavanderia), o mentre hanno addosso i bigodini (irresistibile quella con Bradley Cooper) o mentre preparano complicate acconciature, come Christian Bale nella scena d’apertura alle prese col ridicolo ed improbabile riporto del protagonista Irving. Come gia’ in The Fighter e Il Lato Positivo, David O’ Russell con American Hustle si conferma soprattutto un ottimo direttore di attori, ed in particolare di attrici. Sia la Adams che la Lawrence avevano dato il meglio di se’ sotto la sua direzione nelle due pellicole precedenti, al punto che la Lawrence si era portata a casa un meritato oscar. E stavolta potrebbe esser proprio il turno di Amy Adams, perche’ la sua Sidney e’ una perfetta commistione di disperazione, sensualita’, disillusione, romanticismo e fragilita’, che l’attrice interpreta mettendoci veramente tutta se stessa. Attorno a lei, tutto il cast funziona comunque a meraviglia, da Christian Bale che con il suo Irving ritrae un truffatore che malgrado viva di menzogne conosce il valore della vera amicizia e del vero amore, a Bradley Cooper che regala una vena di ingenuità mista ad una cieca ambizione al suo Richie, fino ad una sfolgorante Jennifer Lawrence che, nei panni della sensuale e folle moglie di Irving, recita a ruota libera, senza alcun freno, quasi che il regista le abbia dato completamente carta bianca. E proprio in questo dare molta libertà agli attori risiede sia la forza che la debolezza del regista e di conseguenza della pellicola, perchè se da un lato tira fuori il meglio dagli interpreti finisce poi per penalizzare la sceneggiatura e lo sviluppo della trama, che si sfilaccia un po’ troppo e si dilunga a volte inutilmente, un difetto questo per la verità più evidente in The Fighter che negli ultimi due lavori, più compatti e riusciti, proprio grazie alla presenza di un cast più ricco ed equilibrato. GRADIMENTO KUSA 75%.
Brevemente in sala.
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2 GIORNI A NEW YORK di Julie Delpy
. Film del 2011 di e con Julie Delpy, attrice francese nota ai più per il ruolo di Celine nella trilogia “Before” interpretata in coppia con Ethan Hawke. Seguito di 2 Giorni a Parigi, sua prima regia di ben poco successo del 2007, questa pellicola si presenta come una tipica commedia newyorkese, o alleniana che dir si voglia. Visto il ritardo nell’uscita probabilmente la distribuzione spera di sfruttare proprio l’onda lunga dell’uscita di Before Midnight, ma in ogni caso nessun interesse da parte mia. ATTESA KUSA 0%Ricordo 2 Giorni a Parigi, una simpatica commedia sul “lost in translation” e su quanto sia difficile comprendersi a vicenda al di la delle difficoltà linguistiche. Non che attenda il film con trepidazione (il primo non lo vidi in sala, ad esempio) ma un po’ di interesse c’è nel vedere la situazione di coppia ribaltata in terra americana. ATTESA WELTALL 50%.
IL CAPITALE UMANO di Paolo Virzì
. Capita, raramente lo ammetto, che un film italiano riesca ad attrarre la mia attenzione. Però sarà che Virzì con le visioni televisive ho imparato ad apprezzarlo, sarà che si tratta di un racconto corale e che nel trailer si respira aria di commedia cinica ed umorismo nero, ma penso proprio che una possibilità gliela darò. ATTESA KUSA 65%Condivido l’ interesse, soprattutto per le tematiche ed il registro del film, anche se Virzì non mi interessa particolarmente. ATTESA WELTALL 60%.
DISCONNECT di Henry Alex Rubin
. Probabilmente il titolo più interessante della settimana, insieme a quello di Virzì, Disconnect ci racconta la difficoltà di comunicare ai tempi di internet e dei social network, attraverso un intreccio di storie di persone differenti per età, estrazione sociale, esperienza e professione. Il rischio di scadere nel banale e nello scontato con questo tipo di storie è sempre molto alto, ma a me i film corali e a mosaico piacciono, e così pure parte del cast coinvolto (Andrea Riseborough, Jason Bateman, Alexander Skarsgard), quindi a istinto io mi fido. ATTESA KUSA 70%Certo, il tema è sempre attuale ma il cinema l’ ha già trattato in maniera esaustiva anche se “quasi” invisibile per noi occidentali. L’ isolamento causato dalla rete era infatti alla base del bell’horror “Kairo” di Kiyoshi Kurosawa, datato 2001. Fate un po ‘due conti. ATTESA WELTALL 40%.
IL GRANDE MATCH di Peter Segal
. Accidenti, Rocky Balboa contro Toro Scatenato! Un film imperdibile. Ma anche no. Spero sinceramente che questo tentativo di riciclaggio di Stallone abbia una fine, ma per ora a quanto pare mi devo rassegnare. Ma anche no. ATTESA KUSA 0%Finché ce n’è lo sfruttiamo! Anche perchè di degni eredi ce ne sono pochini ancora. Forza Sly! ATTESA WELTALL 50%.
SAPORE DI TE di Carlo Vanzina
. E a proposito di riciclaggi, Vanzina che fa un film vacanziero sugli anni ’80 mi mancava proprio. Quasi come l’orticaria. ATTESA KUSA 0%Nostalgia canaglia, eh caro Vanzina? Ma per quella ci sono i vecchi film vacanzieri che non erano solo ambientati negli anni ’80 ma erano proprio prodotti negli anni ’80. Il tempo è passato, facciamocene una ragione e decidiamoci ad andare in pensione. ATTESA WELTALL 0%.
UN COMPLEANNO DA LEONI di Jon Lucas, Scott Moore
. Una Notte da Leoni, di cui peraltro Lucas e Moore erano sceneggiatori, era carino e divertente: i seguiti già meno. Però di tutte le commedie americane “da Leoni”, complice anche la solita (poca) fantasia dei titolisti italiani, si comincia francamente a non poterne più. ATTESA KUSA 0%Infatti anche solo il titolo è francamente irritante ed inaccettabile. ATTESA WELTALL 0%.
Consigli per gli acquisti.
. Nessuna uscita consigliabile per questo inizio 2014, sorry! . . .