Cambia il rapporto tra italiani ed alcol: oggi si beve sempre di più fuori dai pasti e in modo occasionale, mentre tra i giovani si conferma l’abitudine del binge drinking ovvero le ‘abbuffate’ di alcol in breve tempo. Comportamenti che ci rendono sempre più vicini alle culture del bere prevalenti nei Paesi del Nord Europa. E’ quanto emerge dalla ‘Relazione 2013 al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati’, pubblicata sul sito del ministero della Salute. Appare dunque sempre meno diffuso il modello di consumo mediterraneo, basato sulla assunzione quotidiana e moderata di vino, tipico della nostra tradizione, che resiste nella popolazione anziana ma viene progressivamente abbandonato dalle persone più giovani. Cambia pure il tipo di bevande consumate: calano nell’ultimo decennio i consumatori di solo vino e birra, soprattutto fra i più giovani e le donne, mentre aumentano coloro che consumano anche aperitivi, amari e superalcolici. Nel decennio 2002-2012 è dunque evidente la crescita dei consumatori fuori pasto, passati dal 23,1% al 26,9% nella popolazione di oltre 14 anni e il fenomeno riguarda in particolare i giovani di 18-24 anni, tra i quali i consumatori fuori pasto sono passati dal 34,1% al 44%. Tuttavia, nonostante i cambiamenti nei modelli di consumo, i valori di alcuni importanti indicatori di rischio pongono l’Italia in una posizione migliore rispetto a molti Paesi europei: l’Italia occupa infatti il posto più basso nella graduatoria relativa al consumo annuo pro capite di alcol puro, parametro che nel 2009 ha raggiunto i 6,94 litri
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