Trieste, 11 dic – “A causa di norme poco chiare e che spesso si
sovrappongono le pubbliche amministrazioni sono in forte
difficoltà quando sono chiamate a intervenire per tutelare
l’ambiente. Questa complessità normativa genera infatti solo
confusione sia nella magistratura che dovrebbe essere messa nelle
condizioni di interpretare al meglio la volontà del legislatore,
sia negli amministratori e funzionari della Pa che, per non
incorrere in guai giudiziari, finiscono per non fare le azioni
necessarie per salvaguardare il nostro patrimonio naturale. In
questo corto circuito il primo a essere danneggiato è proprio
l’ambiente”.
Lo ha affermato il governatore Massimiliano Fedriga che oggi è
intervenuto in videoconferenza al convegno annuale
dell’Associazione avvocati amministrativisti del Friuli Venezia
Giulia incentrato sulla gestione dei beni pubblici ambientali.
“Nella nostra Regione un esempio concreto di questo corto
circuito è dato dai dragaggi. Una situazione – ha spiegato
Fedriga – che può farci perdere tanti posti di lavoro. In tutto
l’alto Adriatico sono presenti, infatti, concentrazioni elevate
di mercurio nei sedimenti marini, risultato dell’attività
produttiva della miniera di Idria in Slovenia che, iniziata
addirittura nel lontano 1496, ha avuto il suo massimo sviluppo
tra la fine del 18° la seconda metà del 20° secolo. La presenza
di questo metallo sta di fatto bloccando le operazioni di
dragaggio”.
“Questo è particolarmente grave anche perché, se prendiamo come
parametro la movimentazione dei fanghi, è stato stimato che un
evento disastroso come la tempesta Vaia del 2018 in realtà
equivalga addirittura a circa 100 anni di dragaggi da effettuare
in Friuli Venezia Giulia”.
“In situazioni di questo tipo, ma anche quando si parla della
pulizia degli alvei dei fiumi o dei boschi, è doveroso agire – ha
sottolineato il governatore – proprio per tutelare l’ambiente
stesso. Dobbiamo superare quell’impostazione ideologica secondo
la quale la natura viene preservata esclusivamente quando non si
interviene”.
“Solo attraverso una forte collaborazione tra istituzioni,
pertanto, potremo gestire nel modo più adeguato i beni pubblici
ambientali, dando le risposte attese dai cittadini e riducendo al
minimo il rischio di mettere in campo iniziative sbagliate o
addirittura dannose”.
Nel corso del suo intervento il governatore Fedriga ha illustrato
brevemente alcune delle numerose politiche ambientali attuate
dalla Regione. “Nell’ultima legge di Stabilità abbiamo previsto
interventi in questo ambito per più di 97 milioni di euro.
Vogliamo essere, inoltre, i primi in Italia a raggiungere il
Green Deal europeo con l’abbattimento totale delle emissioni di
CO2 con 5 anni di anticipo rispetto il 2050”.
“Abbiamo poi aggiornato il Piano regionale di bonifica e la stima
degli oneri finanziari per i siti di proprietà pubblica con una
previsione di spesa di 56 milioni di euro e approvato una norma
sulla disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi
derivazioni d’acqua a uso idroelettrico che – ha aggiunto il
governatore – prevede la creazione di Fvg Energia, una società
elettrica regionale in grado di garantire ambiente, salute e
lavoro”.
“È stata inoltre siglata una collaborazione con la Snam per
avviare un processo di transizione energetica articolato su
idrogeno, biometano, mobilità sostenibile ed efficienza
energetica e abbiamo deciso di investire 4,1 milioni di euro
all’anno per un quinquennio per il progetto Noemix che vedrà la
sostituzione di 500 auto degli enti pubblici con altrettante
vetture elettriche”.
Tra le tante iniziative “green” che vedono protagonista la
Regione, il governatore Fedriga ha citato anche la candidatura
del fiume Tagliamento a Riserva della biosfera Unesco e il
progetto pilota “aMare Fvg” per la raccolta di rifiuti dai
fondali marini.
ARC/RT/ma
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