Trieste, 12 ago – “Sulla depurazione delle acque
l’Amministrazione regionale non è mai stata così fortemente
determinata a fronteggiare le procedure di infrazione
comunitarie”. Lo ribadisce l’assessore regionale all’Ambiente,
Sara Vito, ricordando come per le tre controversie che investono
il Friuli Venezia Giulia, la Regione si sia mossa mettendo a
disposizione oltre 95 milioni di euro.
L’investimento maggiore, del valore di 52,5 milioni di euro,
riguarda la realizzazione del nuovo Depuratore di Servola, a
Trieste, grazie all’Accordo di programma tra la Regione, il
ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente.
L’entrata in funzione del nuovo impianto è prevista per l’inizio
del prossimo anno e, come evidenzia Vito, “permetterà di superare
la procedura di infrazione comunitaria più datata che riguarda il
Friuli Venezia Giulia”.
Le altre due annosità riguardano invece il mancato trattamento
supplementare dei reflui che scaricano nell’Adriatico
settentrionale. In due diversi filoni sono coinvolti gli
agglomerati di oltre 10.000 e 2.000 abitanti.
“Per quanto riguarda la prima questione – sottolinea l’assessore
– è stato firmato l’anno scorso un Accordo di programma per il
potenziamento dell’impianto di depurazione di Staranzano, che
servirà la provincia di Gorizia, per un costo complessivo di
oltre 18 milioni di euro”.
Nel secondo caso, invece, la Regione già nel 2014 ha sottoscritto
un accordo per potenziare la capacità di collettamento e di
depurazione dei reflui urbani in diversi centri del Friuli
Venezia Giulia, quali Cervignano, Rivignano, Pordenone, Porcia,
Cordenons, Roveredo in Piano e Grado. L’ammontare di questo
investimento è di quasi 25,5 milioni.
ARC/PV/EP
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