Monfalcone (Go), 28 set – Bonifiche, prevenzione, informazione
e, nell’assistenza socio sanitaria, creazione di un percorso
unico in Italia grazie al quale non è il malato a dover girare
attorno al sistema sanitario, ma è l’intera struttura ad
accompagnare la persona.
Questo il programma attuato negli ultimi anni dalla Regione
Friuli Venezia Giulia e illustrato oggi a Monfalcone dalla
presidente Debora Serracchiani nel corso della prima giornata
della 7. conferenza regionale amianto, organizzata dalla
Commissione regionale amianto che, come ha ricordato la stessa
Serracchiani, è stata ricostituita dall’Amministrazione regionale
nel 2014, così come il Centro unico di riferimento regionale per
la lotta all’amianto che ha sede nell’ospedale di Monfalcone e
che è stato reso autonomo dall’Azienda per l’assistenza sanitaria
Bassa Friulana-Isontina.
Sul piano della prevenzione Serracchiani ha sottolineato l’azione
sinergica che è st,ata effettuata da quegli stessi interlocutori
amministrativi e istituzionali che nel passato non dialogavano,
in primo luogo il settore sanitario e quello ambientale.
In termini di risorse, l’impegno della Regione è stato concreto
in quanto sulle bonifiche, per il 2017, lo stanziamento ammonta a
1,3 milioni di euro che l’Amministrazione ha messo a disposizione
per togliere l’amianto dagli edifici pubblici, come ad esempio le
scuole, e da quelli privati, comprese le aziende.
Ma è sull’informazione che ha insistito la presidente della
Regione, evidenziando come, anche nei nostri territori è ancora
carente la consapevolezza di quanto l’amianto possa essere
pericoloso quando genera una patologia che subdolamente si svela
anche dopo decenni. Per questo Serracchiani ha rimarcato
l’importanza della distribuzione, iniziata lo scorso febbraio,
del vademecum amianto, uno strumento essenziale nel fornire le
cognizioni utili ad orientarsi per affrontare le conseguenze di
un’esposizione.
Il Friuli Venezia Giulia, infatti, è la regione italiana
percentualmente più colpita dal problema amianto, presente in
quantità pari a 1 milione di tonnellate rispetto ad una
rilevazione complessiva di 32 milioni di tonnellate a livello
nazionale. In particolare, i territori provinciali nei quali si è
registrata la casistica più alta di contaminazione sono quelli di
Trieste e Gorizia.
L’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha
spiegato il percorso che in Friuli Venezia Giulia viene riservato
alle persone soggette a rischio amianto. Sono diverse, infatti,
le professionalità impegnate in questo servizio non solo di tipo
medico (di medicina generale e ospedaliera) ma anche dotate di un
profilo amministrativo per aiutare il malato nei passaggi
burocratici che riguardano le fasi della diagnostica e
dell’assistenza clinica. Inoltre, anche l’introduzione di uno
speciale tesserino ha agevolato i pazienti nel rapporto con il
sistema sanitario.
Telesca ha infine parlato della ricerca, riferendosi soprattutto
al lavoro portato avanti dal Centro di riferimento oncologico di
Aviano, che rappresenta una speranza per quella che un domani
potrà essere una cura in particolare al mesotelioma. “Il lavoro
sull’amianto non è solo di tipo sanitario e ambientale – ha
spiegato Telesca – ma riguarda anche il filone della ricerca
scientifica che la Regione supporta con forza perché, per tante
persone, rappresenta una speranza di futuro”.
Oltre a Serracchiani e Telesca, erano presenti anche l’assessore
regionale all’Ambiente, Sara Vito, che domani chiuderà la
conferenza, e il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint.
ARC/GG/fc
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