Aperture domenicali, la sentenza della corte “Competenza statale”. Liberalizzazione degli orari

La Corte costituzionale ha respinto, dichiarandole ”non fondate”, le questioni di legittimita’ sollevate dalla Regione Friuli Venezia Giulia contro la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali contenuta nella manovra finanziaria del 2011. La Consulta ha esaminato e respinto analoghi ricorsi di altre Regioni. Il Fvg, in particolare, aveva eccepito la propria competenza piena in materia di commercio e l’esistenza di una legge regionale specifica in materia, con violazione dello Statuto di autonomia. In particolare, per la Consulta la competenza delle Regioni a statuto speciale in materia di commercio non impedisce ”il pieno esercizio della competenza statale” e la disciplina statale della concorrenza ”costituisce un limite alla disciplina che le medesime Regioni possono adottare in altre materie di loro competenza”

“È una sentenza che ci aspettavamo”: questo il primo commento dell’assessore regionale al Lavoro e al Commercio, Angela Brandi, in merito alla decisione della Corte Costituzionale di rigettare i ricorsi delle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Lombardia e Piemonte che contestavano la legittimità del Decreto salva Italia, in particolare nella parte in cui si stabilisce la libertà di qualsiasi esercizio commerciale di apertura e di chiusura secondo le proprie esigenze.
“Per non lasciare nulla di intentato – spiega Brandi – avevamo impugnato il Decreto con l’obiettivo di difendere l’autonomia della Regione e la sua competenza in materia di commercio. Ma lo Stato, come sappiamo, per aggirare la questione ha calibrato il provvedimento inquadrandolo come norma a tutela della concorrenza, ambito questo che è di esclusiva competenza centrale”.
“Ricordo comunque – continua l’assessore – che la liberalizzazione del commercio è operativa ormai da diversi mesi, un tempo comunque non sufficiente per valutare le effettive ricadute in termini economici. L’unica considerazione possibile è che in un momento di crisi come questo forse le aperture festive hanno limitato gli effetti del calo dei consumi”.
“A mio avviso – dice ancora l’assessore Brandi – il problema non è tanto la liberalizzazione delle aperture e degli orari, che comunque non è un obbligo ma una facoltà e un’opportunità, quanto piuttosto la difesa dei diritti dei dipendenti. In tal senso l’obiettivo è quello di coniugare le esigenze degli operatori e quelle dei consumatori con la qualità della vita degli dipendenti, dal momento che a questi ultimi va riconosciuto il diritto di gestire l’impegno lavorativo con quello familiare, attraverso una corretta turnazione delle giornate festive”.
“A questo proposito – propone l’esponente regionale – la strada, come avevo già avuto modo di spiegare, potrebbe essere quella di un accordo con alcuni punti fermi: la volontarietà, e non l’obbligo, del lavoro festivo quando si sono superate le venti giornate festive lavorative annue, l’aumento della paga oraria nei giorni festivi, il recupero dei giorni festivi lavorati e i contratti a tempo per coloro che sono disposti a lavorare nei giorni festivi, previo periodo di formazione. Su queste basi credo sia possibile trovare una sintesi che dia equilibrio a un settore centrale dello sviluppo economico della nostra Regione”.